Il primo ministro israeliano, secondo i militanti, sarebbe sotto pressione da parte degli Stati Uniti

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Basem Naim, responsabile delle relazioni politiche e internazionali di Hamas, ha dichiarato ad Al Jazeera che il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, sta “facendo il massimo per bloccare o minare qualsiasi possibilità di raggiungere un accordo di cessate il fuoco”. Naim ha affermato che Netanyahu è “sotto pressione” da parte degli Stati Uniti, della comunità internazionale e della società israeliana, per cui ha fatto ricorso “a tutti gli altri strumenti sporchi, uccidendo i nostri figli, le nostre mogli o assassinando i nostri leader”.

Consiglio Sicurezza Onu: “Israele faccia di più per aiuti a Gaza”

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha affermato che “si dovrebbe fare di più” per aiutare i civili palestinesi a Gaza. In una dichiarazione, i membri del Consiglio “hanno preso atto dell’annuncio di Israele di aprire il valico di Erez e di consentire l’uso del porto di Ashdod per le consegne di aiuti a Gaza”, ma hanno sottolineato che “si dovrebbe fare di più per portare i soccorsi necessari, data la portata dei bisogni” nella Striscia.

Wsj: “Timori che la maggior parte degli ostaggi sia morta”

La maggior parte degli ostaggi israeliani detenuti da Hamas a Gaza potrebbe essere morta. È quanto indicano alcune stime Usa riferite al Wall Street Journal (Wsj) da alcuni funzionari statunitensi al corrente di informazioni di intelligence. I funzionari Usa citati dal Wsj sottolineano tuttavia che la visibilità di Washington sugli ostaggi è limitata e dipende in parte dall’intelligence israeliana. Secondo il giornale, i timori per la sorte degli ostaggi ancora a Gaza sono cresciuti dopo che Hamas ha dichiarato di non essere sicuro di poter liberare 40 ostaggi civili israeliani nell’ambito della proposta di cessate il fuoco sostenuta dagli Stati Uniti. Stando alle fonti, alcuni degli ostaggi sono stati probabilmente uccisi durante gli attacchi israeliani nella Striscia mentre altri sarebbero morti per le ferite riportate quando sono stati catturati il 7 ottobre. Sono circa 130 gli ostaggi israeliani ancora a Gaza. I funzionari israeliani hanno confermato pubblicamente che di questi almeno 34 sono morti, ma fonti israeliane e statunitensi stimano che il numero di morti potrebbe essere molto più alto.

Unicef: “Nostro convoglio colpito mentre entrava a Gaza”

Un convoglio dell’Unicef è stato colpito mentre entrava nel nord della Striscia di Gaza. Lo afferma la stessa Unicef, agenzia delle Nazioni Unite per l’infanzia. Un operatore ha detto alla Cnn che l’attacco mostra “quanto sia pericoloso” per le agenzie umanitarie operare nell’enclave in questo momento. Tess Ingram, portavoce dell’Unicef, ha aggiunto che il convoglio stava aspettando in un’area di attesa prima del checkpoint nel nord di Gaza quando “sono scoppiati colpi di arma da fuoco nelle vicinanze“. Ingram ha detto che poi sono stati sparati colpi dalla direzione dell’incrocio “contro i civili che poi sono fuggiti nella direzione opposta“. L’auto su cui viaggiava Ingram è stata colpita da tre proiettili. “Purtroppo, gli operatori umanitari continuano ad affrontare rischi nel fornire aiuti salvavita”, prosegue l’Unicef, “a meno che gli operatori umanitari non siano protetti, gli aiuti umanitari non possono raggiungere le persone bisognose”. Ha anche annunciato che l’incidente è stato segnalato alle autorità israeliane competenti.

Usa chiedono a ministri arabi di mediare con Iran, serve de-escalation

Il responsabile della Casa Bianca per il Medioriente, Brett McGurk, ha chiesto ai ministri degli Esteri di alcuni Paesi arabi – Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Qatar e Iraq – di trasmettere all’Iran un messaggio da parte degli Stati Uniti, cioè che è necessaria una de-escalation della situazione con Israele. Lo riporta la testata Axios, citando una fonte con conoscenza diretta dei fatti, secondo cui i ministri arabi hanno poi parlato con il ministro degli Esteri iraniano.

Inviato umanitario Usa: “Aumento aiuti non compensa mesi scorsi”

L’inviato umanitario dell’amministrazione Biden a Gaza, David Satterfield, chiarisce che l’aumento degli aiuti negli ultimi giorni “non compensa i cinque mesi precedenti” dove Israele, secondo Satterfield, “non ha mostrato un’adeguata capacità di facilitare e implementare le misure operative necessarie” per la distribuzione degli aiuti umanitari. Lo riporta il Times of Israel.

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