Delusa anche la delegazione del Pd: "Non supera Dublino"
La riforma del sistema di asilo europeo è realtà. Dopo dieci anni di stallo e tentativi andati a vuoto il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva il nuovo Patto migrazione e asilo, il pacchetto legislativo di 10 file presentato dalla Commissione europea nel settembre 2020. Quattro anni di lavoro tra i due colegislatori europei, l’Eurocamera e il Consiglio, con la spinta dell’Esecutivo Ue, andati a buon fine grazie alla volontà di raggiungere un compromesso. Il voto sull’accordo finale – che ora sarà siglato dal Consiglio a fine mese – non era affatto scontato. A favore del pacchetto le tre forze politiche della ‘maggioranza Ursula’ (popolari del Ppe, socialisti di S&D e liberali di Renew) ma con molte defezioni. Contrari La Sinistra, i Verdi, la delegazione dei Cinque Stelle – per cui l’accordo penalizza l’Italia e non cambia il sistema di Dublino – e il gruppo Identità e democrazia, con la Lega che sul lato opposto ritiene il Patto non sufficiente a fermare le partenze. Ecr invece è stata abbastanza divisa, con Fratelli d’Italia per lo più a favore del Patto e i polacchi del Pis contrari – al Consiglio Polonia e Ungheria avevano votato contro contestando i ricollocamenti obbligatori.
Delusa la delegazione del Pd: “Non supera Dublino”
Emblematico il caso della delegazione del Pd, che ha votato diversamente dal resto del gruppo S&D. “Il compromesso raggiunto – scrivono i democratici – è caratterizzato non soltanto da gravi e inaccettabili manchevolezze sul versante dei diritti umani ma anche dal punto di vista degli interessi specifici dell’Italia. Non è il superamento del sistema di Dublino per cui abbiamo lavorato in questi anni, che avrebbe dovuto alleggerire la pressione sui Paesi di primo ingresso, non rafforza il sistema d’asilo Europeo in maniera soddisfacente ed è fortemente improntato a un approccio securitario“. In realtà il voto per i singoli provvedimenti delle varie forze non è stato granitico ed è variato a seconda dei casi.
Metsola: “Abbiamo fatto la Storia”
“Abbiamo fatto la Storia. Abbiamo creato un solido quadro legislativo su come gestire la migrazione e l’asilo nell’Ue. Sono passati più di dieci anni di lavoro. Ma abbiamo mantenuto la parola data. Un equilibrio tra solidarietà e responsabilità. Questa è la via europea”, ha commentato la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola. “Nessuno Stato membro sarà lasciato solo di nuovo a far fronte alla pressione, sia che si trovi nel Mediterraneo o su un’altra rotta terrestre, che si tratti di quegli Stati che si occupano di movimenti secondari, o di quegli Stati che affrontano pressioni ibride”, ha rimarcato in conferenza stampa. “Tutti gli Stati membri prenderanno quindi parte a questo sforzo di solidarietà, ma sceglieranno il modo migliore per farlo e allo stesso tempo non possono essere consentiti movimenti secondari all’interno dell’Unione Europea”, ha aggiunto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
Le critiche delle Ong
Per Metsola il Patto “ha il potenziale per prevenire morti in mare” ma le Ong e le organizzazioni umanitarie hanno aspramente criticato la riforma perché non protegge abbastanza i diritti, rafforza lo screening e le procedure in ingresso e i rimpatri verso i cosiddetti paesi terzi sicuri. Dopo il voto alcuni attivisti hanno lanciato grida e aeroplanini dalle tribune dell’emiciclo di Bruxelles, riscuotendo gli applausi di The Left. “Il Nuovo Patto su migrazione e asilo rappresenta una vergognosa capitolazione alle narrazioni xenofobe e un tradimento dei valori professati dall’Europa. Invece di annunciare una nuova era di compassione e solidarietà, perpetua un sistema di esclusione e oppressione, condannando innumerevoli individui a vite di incertezza e paura”, scrive il gruppo. Soddisfatto invece l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), Filippo Grandi, che definisce il Patto “un grande passo avanti verso un sistema di asilo più efficace e condiviso. Il Patto deve ora essere attuato rispettando i principi della protezione dei rifugiati: l’Unhcr è pronto a sostenerlo”. Un tema che sarà sicuramente da campagna elettorale. L’Ue si sente forte di aver portato a casa una riforma attesa da tempo, togliendo alle destre l’alibi di non riuscire a fare niente. “Bloccare questo voto significa essere d’accordo con lo status quo – ha affermato il premier belga Alexander De Croo -. Nessuno può essere d’accordo con lo status quo. Questo è un compromesso, ma è un compromesso che rompe lo status quo ed è ciò che ci si aspetta da noi”.
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