Due giornalisti russi, Konstantin Gabov e Sergey Karelin, sono stati arrestati in Russia con l’accusa di “estremismo” e di lavorare per un gruppo fondato dal leader dell’opposizione russa Alexei Navalny, morto in una colonia penale artica lo scorso 16 febbraio. Ieri i tribunali di Apatity e Mosca hanno confermato la custodia in carcere in attesa delle indagini e del processo.
Gabov e Karelin sono accusati di aver preparato materiale per un canale YouTube gestito dalla Fondazione per la lotta alla corruzione di Navalny, che è stato messo fuori legge dalle autorità russe. Entrambi hanno negato le accuse, per le quali saranno detenuti per un minimo di due mesi prima dell’inizio del processo. Rischiano da due anni a di sei anni di carcere per presunta “partecipazione a un’organizzazione estremista”.
Gabov, detenuto a Mosca, è un produttore freelance che ha lavorato per diverse organizzazioni e agenzie, tra cui la Reuters. Karelin, che ha anche cittadinanza israeliana, è stato arrestato la sera di venerdì 26 aprile nella regione settentrionale russa di Murmansk. Il 41enne ha lavorato per numerosi organi di informazione, tra cui la Associated Press. Sono solo gli ultimi di una lunga lista di giornalisti arrestati nel contesto della repressione del governo russo nei confronti del dissenso e dei media indipendenti, intensificatasi dopo l’inizio della guerra in Ucraina più di due anni fa.