I cittadini, chiamati alle Urne l'8 e il 9 giugno, sceglieranno i politici che daranno il via alla decima legislatura a Bruxelles
L’Unione europea si avvia a rinnovare la sua unica istituzione eletta a suffragio universale. Ogni paese ha il suo sistema per eleggere gli eurodeputati da inviare a Bruxelles e Strasburgo. Alcune regole di base sono comuni a tutta l’Ue e si rifanno all’Electoral Act del 1976 più volte emendato. È il caso delle disposizioni comuni sul principio della rappresentanza proporzionale, sulle norme sulle soglie e alcune incompatibilità con il mandato di membro del Parlamento europeo. Tutto il resto è deciso su base nazionale, anche perché per arrivare a un sistema comune a 27 serve l’unanimità, difficile da raggiungere.
COME SI VOTA Le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo sono un raro esempio di sistema proporzionale puro, visto che più o meno quasi tutti i paesi europei prevedono sistemi misti, maggioritari o con premi di maggioranza. Ciò significa che l’assegnazione dei seggi avviene in modo da assicurare alle diverse liste un numero di posti proporzionale ai voti ricevuti. In molti paesi, come Germania, Francia e Spagna, le liste sono bloccate. L’Italia invece usa il voto di preferenza, che dà agli elettori la possibilità di indicare nell’ambito della medesima lista da una a tre preferenze, votando, nel caso di due o di tre preferenze, candidati di sesso diverso. Mentre nella maggior parte degli Stati membri l’età per avere diritto al voto è di 18 anni, in Grecia è di 17 anni, mentre Belgio, Germania, Malta e Austria hanno introdotto il diritto di voto ai 16enni.
VOTO DEI FUORISEDE In 13 paesi è consentito il voto per corrispondenza, in altri per delega, in uno (l’Estonia) quello elettronico. Nella maggior parte dei Paesi Ue è permesso il voto dei fuorisede, ovvero per chi si trova temporaneamente al di fuori della città di residenza. L’Italia ha introdotto per la prima volta la possibilità di voto, ma solo per gli studenti fuori sede e solo per le Europee, e non per le amministrative che si svolgeranno in molti Comuni. Le rigide regole e la complessità delle procedure hanno scoraggiato gli studenti a registrarsi: sono solo 23.734 gli studenti che hanno chiesto di poter votare fuori sede su più di mezzo milione che ne avevano diritto.
QUANDO SI VOTA In Italia si vota sabato 8 giugno dalle 14 alle 22 e domenica 9 giugno dalle 7 alle 23. Il decreto che indice le elezioni giustifica l’apertura dei seggi su due giorni (cosa che era stata eliminata in passato anche in una logica di contenimento dei costi) per favorire la partecipazione. Una logica non supportata da però da evidenze, tanto che solo in Italia e Repubblica ceca si vota in due giorni. Il nostro paese sarà l’ultimo a votare e comunicare i risultati al resto d’Europa. L’Italia ha la durata più lunga delle operazioni di voto per le Europee. Come deciso dal Consiglio Ue, le elezioni europee si devono tenere tra il 6 e il 9 giugno. Si comincia giovedì 6 con i Paesi Bassi e venerdì 7 con l’Irlanda. L’8 voteranno la Lettonia, Malta e la Slovacchia. La Repubblica ceca voterà in due giorni, come l’Italia, ma venerdì 7 e sabato 8 e con un orario molto più ridotto: venerdì dalle 14 alle 22 e sabato dalle 8 alle 14. Tutti gli altri paesi voteranno domenica 9 giugno. In Belgio, Bulgaria, Grecia e Lussemburgo il voto è anche obbligatorio.
SEGGI E COLLEGI Alle elezioni europee 2024 saranno eletti al Parlamento europeo un totale di 720 deputati, 15 in più rispetto ai 705 deputati del Parlamento uscente. I seggi sono distribuiti in base alla popolazione: si va dai 96 della Germania agli 81 della Francia, ai 76 dell’Italia e 61 della Spagna, fino ai 6 di Malta, Cipro e Lussemburgo. Rispetto al 2019 il numero dei seggi per paese è variato in base ai seggi lasciati liberi dall’uscita della Gran Bretagna e alla variazione di popolazione, ma l’Italia eleggerà lo stesso numero di eurodeputati.L’Italia è divisa in cinque circoscrizioni. Il Nord-Ovest esprimerà 20 seggi, il Nord-Est e il Centro 15 ciascuno, il Sud 18 e il collegio insulare 8.
LO SBARRAMENTO Non esistono regole comuni al livello europeo sulla soglia di sbarramento. In Italia per poter accedere alla ripartizione dei seggi occorrerà che la lista abbia raggiunto il 4% dei voti su base nazionale. Anche i voti espressi all’estero saranno conteggiati nella circoscrizione di provenienza dell’elettore. La maggior parte dei paesi europei non ha una soglia di sbarramento. Francia, Croazia, Repubblica Ceca, Lettonia, Ungheria, Polonia, Romania, Slovacchia e Lituania hanno una soglia al 5%. Italia, Austria e Svezia al 4%, Grecia al 3% e Cipro all’1,8%.
LO SPOGLIO Gli Stati membri non possono pubblicare i risultati delle elezioni fino alla chiusura delle urne dello Stato membro i cui elettori saranno gli ultimi a votare domenica 9 giugno 2024, ovvero l’Italia, che chiuderà i seggi alle 23. Il Parlamento europeo allestirà una grande sala stampa nell’emiciclo della sede di Bruxelles, dove i giornalisti potranno seguire tutti gli exit poll e poi i dati dello spoglio. Prima di allora, il Parlamento emetterà solo stime basate su sondaggi pre-elettorali e/o all’uscita dai seggi (exit poll). Il programma prevede: una prima serie di stime nazionali disponibili intorno alle 18.15 di domenica 9; una prima proiezione dei seggi del nuovo Parlamento prevista intorno alle 20.15-20.30 (orario indicativo), basata su stime nazionali e sondaggi. I primi risultati provvisori di alcuni Stati membri con stime per gli altri, insieme a una seconda proiezione dei seggi del nuovo Parlamento, pubblicati intorno alle 23.15-23.30 (orario indicativo). Seguiranno proiezioni aggiornate, man mano che i servizi del Parlamento riceveranno le informazioni dalle autorità nazionali. L’ultima proiezione aggiornata è prevista intorno all’una di lunedì 10 giugno.
I SONDAGGI L’Italia è il Paese con il periodo più lungo di divieto di diffusione dei sondaggi prima delle elezioni. La maggioranza degli Stati membri con un periodo di silenzio elettorale esplicito (11 su 16) vieta la pubblicazione dei sondaggi d’opinione durante il periodo di silenzio, normalmente il giorno delle elezioni o quello prima. In Italia il divieto dura più a lungo, la pubblicazione di sondaggi d’opinione è vietata nei 15 giorni precedenti il giorno delle elezioni, seguita da Cipro (7 giorni) e Spagna (5 giorni).
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata