L'Italia si è astenuta dal voto. Tel Aviv: "La decisione delle Nazioni unite è una ricompensa per i terroristi di Hamas"

Le truppe israeliane sono avanzate lungo la strada principale che separa a metà la città di Rafah, nell’estremo sud della Striscia di Gaza. La parte est è stata così completamente circondata dai carri armati israeliani che aspettano ora nuovi ordini sul se e come avanzare. Il gabinetto di sicurezza israeliano ha votato per approvare l’espansione delle operazioni militari nella città al confine con l’Egitto, ma due fonti che hanno parlato ad Axios precisano che l’espansione sarà limitata per non far innervosire gli Stati Uniti che più volte si sono detti contrari a un’azione militare a Rafah.

Anche il Segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha ribadito la sua ferma opposizione: “Un massiccio attacco di terra a Rafah porterebbe a un disastro umanitario epico”. I civili palestinesi, che in questi mesi di guerra si sono radunati in massa nella città seguendo le indicazioni dello stesso esercito israeliano, sono ora in fuga, temendo un imminente assalto. L’agenzia dell’Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa), ha stimato che circa 110mila persone se ne sono già andate.

Rapporto Usa: “Da Israele probabili violazioni diritto internazionale”

Israele ha probabilmente violato il diritto umanitario internazionale a Gaza impiegando le armi fornite dagli Stati Uniti, ma le condizioni di guerra sul terreno impediscono di dtereminare con certezza queste violazioni. E’ quanto riporta un rapporto del dipartimento di Stato consegnato oggi al Congresso. Ci sono, si legge nel documento, prove “ragionevoli” per affermare che Israele abbia violato il diritto internazionale nella sua condotta della guerra a Gaza e tuttavia, non è possibile collegare nell’immediato l’uso di armi statunitensi a specifici bombardamenti, in modo da limitare in futuro la fornitura di armi Usa allo Stato ebraico. Le conclusioni del rapporto, per quanto non definitive, rappresentano finora la critica più marcata a Israele da parte dell’Amministrazione Biden rispetto alla guerra in corso. 

Hamas: “Voto Assemblea Onu riconosce diritti palestinesi”

 La risoluzione dell’Assemblea Generale dell’Onu sullo Stato palestinese è un riconoscimento della “necessità che il nostro popolo palestinese ottenga i propri diritti legittimi”. È quanto ha affermato Hamas in una nota, come riporta Al Jazeera. Il gruppo palestinese ha aggiunto che lo schiacciante sostegno alla risoluzione è una “affermazione di cooperazione internazionale”. “Chiediamo ai Paesi liberi del mondo di intensificare i loro sforzi e di fornire tutti i mezzi di assistenza e sostegno al nostro popolo palestinese, che desidera la libertà e di ottenere il proprio diritto all’autodeterminazione”, ha esortato Hamas, invitando anche il Consiglio di Sicurezza Onu a riconoscere la Palestina. 

Israele: “Ricompensa per i terroristi di Hamas”

Immediata la reazione di Tel Aviv. “La decisione di migliorare lo status dei palestinesi nelle Nazioni Unite è una ricompensa per i terroristi di Hamas“, è stata l’accusa lanciata dal ministro degli Esteri Israel Katz. Il presidente dell’Autorità palestinese, Mahmoud Abbas, ha detto che l’approvazione della risoluzione dimostra che il mondo è a favore dei diritti e della libertà del popolo palestinese e contro l’occupazione israeliana.

Onu dà l’ok per il riconoscimento della Palestina come Stato membro

Intanto l’Assemblea generale dell’Onu ha votato ad ampia maggioranza per il riconoscimento della Palestina come Stato membro a pieno titolo e ha raccomandato al Consiglio di sicurezza di riconsiderare la questione. I voti favorevoli sono stati 143, nove i contrari, tra cui gli Stati Uniti e Israele, e 25 gli astenuti, tra cui l’Italia.

Negoziati, Hamas rivede la sua strategia

Sul piano dei negoziati, Hamas ha fatto sapere di star rivedendo la sua strategia dopo il rifiuto di Israele alla sua controproposta. L’Egitto, tra i principali mediatori, ha chiesto alle parti flessibilità se vogliono arrivare a un cessate il fuoco e al rilascio degli ostaggi.

A Gerusalemme est, nel frattempo, l’Unrwa ha deciso di chiudere la propria sede dopo quanto accaduto giovedì sera, quando un gruppo di israeliani ha appiccato il fuoco per due volte attorno all’edificio. Secondo il Commissario generale dell’agenzia Onu, Philippe Lazzarini, l’incendio “ha causato ingenti danni alle aree esterne”. Prendere di mira gli operatori umanitari e le risorse umanitarie è inaccettabile e deve essere fermato”, ha commentato Guterres.

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