Luigi Toninelli (Ispi) a LaPresse: "Incidente resta la causa più probabile"

La politica estera iraniana dopo la morte del presidente Ebrahim Raisi “non cambierà” in quanto “è gestita dalla Guida Suprema e dai Pasdaran”. Lo ha affermato a LaPresse, Luigi Toninelli ricercatore Ispi esperto di Iran. “Nei confronti di Israele non cambierà nulla, lo stesso si può dire in merito al forte avvicinamento con Russia e Cina che c’è stato sotto la presidenza di Raisi e per il rapporto con i ‘proxy’ nella regione come Hezbollah, che hanno ottenuto una libertà operativa sempre maggiore”, ha aggiunto.

Quanto infine ai rapporto con gli Usa “dipende in primis dalla postura di Washington“. A tal proposito – ha sottolineato Toninelli – “in questo caso le elezioni presidenziali saranno prima di quelle americane mentre in genere Teheran le faceva sempre dopo per ‘calibrarsi’ in base all’esito di quanto accadeva negli Usa”.

Esperto: “Incidente resta la causa più probabile”

L’incidente “resta la causa più probabile” per la morte del presidente iraniano Ebrahim Raisi. “Le condizioni climatiche non erano delle migliori”, ha aggiunto Toninelli. “E’ difficile pensare a un’azione esterna da parte di Israele così come a una pista interna”, ha spiegato ancora Toninelli.

Esperto: “Regime change difficile, in molti legati al sistema”

E’ “difficile” immaginare un ‘regime change’ in Iran dopo la morte del presidente Ebrahim Raisi, ha aggiunto Toninelli. “Abbiamo visto manifestazioni di gioia – ha spiegato – ma dall’altra parte c’è una fetta consistente della popolazione legata al sistema perché lavora nel settore pubblico”. Secondo Toninelli anche nelle “massicce” proteste scoppiate dopo la morte di Mahsa Amini “non c’è stata così tanta unione di intenti”. Per quanto riguarda invece un possibile successore di Raisi l’esperto fa il nome di Mohammad Bagher Ghalibaf, speaker del parlamento, che punta a quella carica “da anni” ma potrebbe trovarsi davanti a “franchi tiratori”.

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