Una portavoce del governo tedesco a LaPresse: "Le accuse contro lo Stato ebraico sono gravi e devono essere comprovate"

Il governo tedesco “respinge fermamente” ogni possibile paragone tra Israele e Hamas dopo la richiesta di mandati di arresto per crimini di guerra da parte del procuratore capo della Corte penale internazionale (Cpi) contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant e tre capi del gruppo terroristico palestinese. Berlino sottolinea anche che le accuse nei confronti dello Stato ebraico “sono gravi e devono essere comprovate”. Lo ha detto a LaPresse una portavoce del governo tedesco. Prendendo atto della richiesta nei confronti dei leader di Hamas, la portavoce ha affermato: “Alla luce delle atrocità commesse il 7 ottobre, della presa in ostaggio di molte persone e dei continui attacchi di Hamas a Israele, è logico che ciò avvenga“. Allo stesso tempo, però, “il procuratore capo ha annunciato che intende ottenere mandati di arresto anche per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa Joav Gallant. Il governo tedesco rifiuta fermamente qualsiasi paragone“, ha aggiunto. 

“Israele ha il diritto di difendersi”

“Nelle prossime settimane una commissione di giudici dovrà decidere se emettere i mandati di arresto. Dovremo aspettare e vedere”, ha detto ancora la portavoce, “il governo tedesco ha sempre sottolineato che Israele ha il diritto di difendersi dagli attacchi omicidi di Hamas in conformità con il diritto internazionale. In questo contesto, le accuse del procuratore capo sono gravi e devono essere comprovate. La Germania presume che si terrà conto del fatto che Israele è uno Stato democratico governato dallo Stato di diritto con una magistratura forte e indipendente”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata