Gallant autorizza il ritorno degli israeliani in tre insediamenti in Cisgiordania

Resta alta la tensione nella Striscia di Gaza, dove non si fermano le operazioni dell’esercito israeliano. Almeno sei persone sarebbero morte in un attacco israeliano nella zona di Bir an-Naaja, nel nord della Striscia. Lo riporta Al Jazeera, specificando che nel raid è stata colpita la casa della famiglia Abu Zaida. Di dieci vittime è invece il bilancio di un altro raid sulla città di Zawaida. Intanto, i governi di Irlanda, Norvegia e Spagna hanno annunciato la volontà di riconoscere lo stato palestinese nei prossimi giorni: immediata la reazione del governo di Tel Aviv, che ha richiamato gli ambasciatori nei tre Paesi. Di parere opposto il parere dell’Olp (“Decisione storica”) e di Hamas (“Plaudiamo alla decisione”).

Casa Bianca: “Riconoscimento unilaterale Palestina non porta a pace”

Non vedo come il riconoscimento unilaterale della Palestina possa portare alla pace“. Così il consigliere per la Sicurezza nazionale Usa, Jake Sullivan, rispondendo a una domanda sul riconoscimento da parte di alcuni Paesi europei dello Stato palestinese. “Non vedo la logica di questo ragionamento“, ha detto Sullivan, in riferimento all’affermazione di questi Paesi che il riconoscimento della Palestina sia un contributo per la pace. L’unico modo per risolvere il conflitto, ha ribadito Sullivan, è “attraverso negoziati diretti tra le due parti“. Tuttavia, Sullivan ha riconosciuto che “ogni Paese è libero di decidere sulla questione”.

Borrell: “Lavorerò a posizione comune Ue su soluzione due stati”

Prendo atto dell’annuncio odierno di due Stati membri dell’Ue – Irlanda e Spagna – e della Norvegia sul riconoscimento dello Stato di Palestina. Nel quadro della politica estera e di sicurezza comune, lavorerò incessantemente con tutti gli Stati membri per promuovere una posizione comune dell’Ue basata su una soluzione a due Stati“. Lo scrive l’Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, sul suo profilo X. 

Netanyahu: “Spagna, Irlanda e Norvegia ricompensano terroristi”

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che i piani di Spagna, Irlanda e Norvegia per riconoscere lo Stato palestinese sono “una ricompensa per il terrorismo“. “L’ottanta per cento dei palestinesi” in Cisgiordania “sostiene il terribile massacro del 7 ottobre”, ha aggiunto. “A tutto questo male non bisogna dare un Paese. Sarebbe uno Stato terroristico che cercherà di ripetere il massacro del 7 ottobre e noi non saremo d’accordo”. Secondo Netanyahu “una ricompensa per il terrorismo non porterà la pace, e non ci impedirà nemmeno di sconfiggere Hamas“.

Ambasciatrice palestinese: “Aspettiamo che anche Italia riconosca nostro Stato”

“La decisione presa da Spagna, Irlanda e Norvegia di riconoscere lo Stato di Palestina rappresenta un’ottima iniziativa che apprezziamo enormemente. Questi Paesi hanno voluto dimostrare che chi non sopporta l’illegalità e difende il diritto internazionale basato su regole condivise deve agire concretamente affinché queste siano rispettate. Per questo, e per riaffermare che il diritto all’autodeterminazione costituisce un principio fondamentale riconosciuto a tutti i popoli, Spagna, Irlanda e Norvegia hanno voluto riconoscere con i fatti il diritto del popolo palestinese ad avere un proprio Stato. È così che si fa ed è così che ci aspettiamo si muovano, a partire da oggi, gli altri Paesi europei, compresa l’Italia, che pur continuando a sostenere la soluzione ‘Due popoli, due Stati’ non hanno ancora fatto questo passo decisivo affinché questa soluzione si realizzi”. Così l’ambasciatrice palestinese in Italia, Abeer Odeh. “Nonostante la tragedia che stiamo attraversando, da oggi siamo più fiduciosi che il diritto trionfi sulla barbarie e sulla prepotenza di un’occupazione che dura da decenni, in barba alle risoluzioni e alle leggi internazionali che ne chiedono espressamente la fine”, conclude.

Olp: “Storico riconoscimento Paesi europei stato Palestina”

Momento storico in cui il mondo libero trionfa per la verità e la giustizia dopo lunghi decenni di lotta nazionale della Palestina, di sofferenza, di dolore, di occupazione, di razzismo, di omicidio, di oppressione, di abuso e di distruzione a cui il popolo palestinese è stato sottoposto”. Così su X Hussein al-Sheick, segretario generale dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp). “Ringraziamo i Paesi del mondo che hanno riconosciuto e riconosceranno lo Stato indipendente della Palestina. Affermiamo che questa è la strada per la stabilità, la sicurezza e la pace nella regione“, ha concluso al-Sheick.

Hamas: “Bene decisione su Palestina di Spagna, Irlanda e Norvegia”

Accogliamo con favore l’annuncio da parte di Norvegia, Irlanda e Spagna del riconoscimento dello Stato di Palestina e lo consideriamo un passo importante per confermare il nostro diritto alla nostra terra”. Così Hamas, citata da Al Jazeera. “Chiediamo ai Paesi di riconoscere i nostri diritti nazionali e di sostenere la lotta del nostro popolo palestinese per la liberazione, l’indipendenza e la fine dell’occupazione”, aggiunge l’organizzazione.

Israele richiama ambasciatori in Spagna, Norvegia e Irlanda

Il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, ha richiamato gli ambasciatori in Norvegia e Irlanda, dopo che il Paese scandinavo ha annunciato il riconoscimento della Palestina e in vista del riconoscimento anche da parte di Dublino e Madrid. “L’Irlanda e la Norvegia intendono inviare oggi un messaggio ai palestinesi e al mondo intero: il terrorismo paga”, ha affermato Katz, secondo cui questa mossa potrebbe ostacolare gli sforzi per liberare gli ostaggi israeliani e per un cessate il fuoco a Gaza, “premiando gli jihadisti di Hamas e dell’Iran”.  

Sanchez: “Riconoscimento Palestina non è contro popolo Israele”

“Il riconoscimento dello Stato palestinese non è contro nessuno, non è contro il popolo di Israele, che rispettiamo e apprezziamo, nè contro il popolo ebraico, nè è a favore di Hamas”, è invece “a favore della coesistenza pacifica tra Israele e Palestina e della soluzione dei due Stati”. Lo ha detto il premier spagnolo Pedro Sanchez intervenendo al Congresso dei deputati. “E’ possibile che alcuni leader israeliani non la vedano così e che la nostra decisione abbia conseguenze, ne siamo coscienti ma siamo pronti ad assumerle”, ha sottolineato il leader socialista.

Sanchez: “Spagna riconoscerà Stato Palestina il 28 maggio”

“Martedì 28 maggio la Spagna approverà il riconoscimento dello Stato della Palestina”. Lo ha annunciato il premier spagnolo Pedro Sanchez al Congresso dei deputati. Lo facciamo “per la pace, per la giustizia e per coerenza”, ha aggiunto il leader affermando che altri Paesi europei procederanno al riconoscimento insieme a Madrid.

Norvegia riconoscerà Palestina il 28 maggio

La Norvegia riconoscerà lo stato palestinese il prossimo 28 maggio. Lo ha annunciato il premier del Paese scandinavo, Jonas Gahr Støre, aggiungendo che “non può esserci pace in Medioriente se non c’è riconoscimento“. Nelle ultime settimane diversi paesi dell’Unione Europea, di cui la Norvegia non fa parte, hanno indicato che intendono effettuare il riconoscimento, sostenendo che una soluzione a due Stati è essenziale per una pace duratura nella regione. 

Gallant autorizza ritorno in 3 insediamenti in Cisgiordania

Il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha dato istruzioni per consentire agli israeliani di entrare in un’area della Cisgiordania settentrionale in cui era stato vietato l’accesso dal disimpegno del 2005, affermando che il passo porterà allo “sviluppo degli insediamenti e fornirà sicurezza ai residenti della regione“. Lo riporta il Times of Israel. Gallant ha ora dato istruzioni all’Idf di revocare l’ordine che dichiara l’area di tre dei quattro insediamenti come zona militare chiusa. Un ordine simile era stato emesso nel maggio del 2023 per rimuovere la zona militare chiusa dell’avamposto illegale di Homesh, anch’esso evacuato e parzialmente demolito nel 2005.

Qualsiasi attività di insediamento legale dovrebbe essere autorizzata dal governo in processi che di solito richiedono anni. Tuttavia, la rimozione del divieto di ingresso potrebbe rendere più facile la creazione di avamposti illegali. Quattro insediamenti nella regione sono stati evacuati e parzialmente demoliti 19 anni fa, nello stesso momento in cui sono stati evacuati tutti gli insediamenti israeliani nella Striscia di Gaza, ed è stata approvata una legge che vieta ai cittadini israeliani di essere presenti in quelle aree. La legge è stata abrogata dalla Knesset l’anno scorso, ma gli ordini militari che vietavano l’ingresso agli israeliani sono rimasti in vigore.

Il controllo ebraico su Giudea e Samaria garantisce la sicurezza, e l’applicazione della legge di abrogazione della legge sul disimpegno porterà allo sviluppo degli insediamenti e fornirà sicurezza ai residenti della regione”, ha dichiarato Gallant nell’annunciare la sua decisione, usando il riferimento biblico per la Cisgiordania.

Media, eliminato il 35% dei miliziani di Hamas

In sette mesi di guerra e di offensive nella Striscia di Gaza, le forze israeliane sarebbero riuscite a eliminare il 30-35% dei miliziani che facevano parte di Hamas prima dell’attacco del 7 ottobre. Lo riporta Politico, ripreso dai media israeliani, che cita una fonte vicina all’intelligence americana. Il 65% dei tunnel usati dall’organizzazione palestinese sarebbero ancora intatti. 

10 morti in raid Israele su Zawaida

Sarebbe di 10 morti il bilancio di un altro bombardamento israeliano, in questo caso sulla città di Zawaida, nel centro della Striscia di Gaza. Lo riporta l’agenzia palestinese Wafa citando fonti locali. Tra le vittime ci sarebbe anche un bambino non ancora nato. Il raid, secondo Wafa, avrebbe preso di mira una zona dove erano radunati alcuni sfollati. 

Irlanda verso riconoscimento Stato palestinese

L’Irlanda riconoscerà ufficialmente uno Stato palestinese. L’annuncio dell’esecutivo è atteso per mercoledì mattina. Lo riportano i media locali. Il governo irlandese ha manifestato la sua intenzione di riconoscere uno Stato palestinese questo mese, mentre continua il conflitto in Medioriente e le azioni militari nella Striscia di Gaza da parte delle forze di difesa israeliane.

Usa, speaker Camera Johnson: “Pronto a invitare Netanyahu al Congresso”

Il presidente della Camera Usa, Mike Johnson, ha detto ai giornalisti che sta procedendo con un invito al primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, a parlare al Congresso, nonostante il procuratore della Corte penale internazionale abbia chiesto un mandato di arresto per il premier israeliano per crimini di guerra. Lo riportano i media statunitensi. Johnson ha detto che l’invito non è stato ancora spedito perché è in attesa di sapere cosa pensa il leader della maggioranza al Senato, Chuck Schumer.

Quest’ultimo ha riferito ai giornalisti di essere aperto all’idea. “Ne sto discutendo adesso con il presidente della Camera e, come ho sempre detto, il nostro rapporto con Israele è solido e trascende qualsiasi primo ministro o presidente“, ha precisato. Dal canto suo, Johnson, ha fatto sapere che se Schumer non dovesse accettare di firmare la lettera, “procederemo invitando Netanyahu solo alla Camera”. Convinto sostenitore del premier israeliano, lo speaker aveva inizialmente ventilato l’idea di invitarlo al Congresso a marzo.

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