Non si arresta il conflitto a Gaza, con un nuovo bombardamento israeliano dal bilancio pesante nel sud della Striscia. Sarebbe infatti di oltre 40 vittime l’esito del raid dell’Idf su una tendopoli a Rafah. Lo riporta l’emittente Al Jazeera, citando l’agenzia di stampa Wafa, secondo cui “la maggior parte dei morti sono donne e bambini” e “molti sono stati bruciati vivi”.
Nel raid sarebbero stati uccisi due alti comandanti di Hamas, comunica intanto l’Idf. Si tratta di Yassin Rabia, comandante di Hamas in Giudea e Samaria, e di Khaled Nagar, funzionario di Hamas nelle stesse ragioni. L’attacco sarebbe stato effettuato sulla base di informazioni “di intelligence che segnalavano l’uso dell’area da parte di Hamas”, ha sottolineato l’esercito israeliano. La stessa Hamas ha invitato la popolazione palestinese “a sollevarsi e marciare” per rispondere al massacro, mentre il ministero degli Esteri del Qatar ha espresso “preoccupazione” sull’ipotesi che quanto avvenuto possa rallentare gli sforzi per un cessate il fuoco.
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Indagini preliminari sulla morte di un soldato egiziano in una sparatoria sul confine di Rafah, suggeriscono che il fatto sia avvenuto durante “una sparatoria” tra le forze israeliane di difesa (Idf) “ed elementi della resistenza palestinese“. Lo scrive la testata egiziana Al Qahera, citando una fonte di sicurezza di alto livello, aggiungendo che la “comunità internazionale deve assumersi le proprie responsabilità” sul pericolo di scontri lungo il confine egiziano con la Striscia di Gaza.
“Le immagini dei corpi carbonizzati, compresi i bambini, dell’attacco aereo a Rafah sono insopportabili. Le circostanze esatte devono essere chiarite e l’indagine annunciata dall’esercito israeliano deve arrivare rapidamente. La popolazione civile deve essere finalmente protetta meglio”. Lo ha scritto in un messaggio su X il ministero degli Esteri tedesco.
La Casa Bianca ha definito “strazianti” le immagini provenienti da Rafah dopo l’ultimo raid dell’Idf che avrebbe causato oltre 40 vittime civili. “Israele ha il diritto di attaccare Hamas, e comprendiamo che questo attacco abbia ucciso due importanti terroristi di Hamas responsabili di attacchi contro civili israeliani, ma, abbiamo detto chiaramente, Israele deve prendere ogni precauzione possibile per proteggere i civili”, ha affermato un portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale citato dal Times of Israel. “Stiamo coinvolgendo attivamente l’IDF e i partner sul campo per capire cosa sia successo”, ha aggiunto.
“A Rafah abbiamo evacuato un milione di residenti non coinvolti e, nonostante tutti gli sforzi, ieri si è verificato un tragico incidente“. Lo ha detto il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, intervenendo alla Knesset dopo il raid sulla città meridionale della Striscia di Gaza costato la vita, sinora, a oltre 40 civili palestinesi. Lo riporta Canale 12. “Investighiamo i casi e traiamo le conclusioni – ha aggiunto – Per noi ogni persona non coinvolta che viene uccisa è una tragedia, per Hamas è una strategia”.
Le forze armate egiziane hanno confermato la morte di un soldato durante una sparatoria vicino al confine con la città di Rafah, a Gaza. Nella dichiarazione però non si fa riferimento a scontri con l’Idf. “Le forze armate egiziane stanno conducendo un’indagine attraverso le autorità competenti in merito a una sparatoria nella zona di frontiera di Rafah, che ha portato alla morte di un soldato”, hanno scritto le forze armate egiziane su X.
Il responsabile Onu per il processo di pace in Medio Oriente, Tor Wennesland ha “condannato” l’ultimo raid israeliano su Rafah che ha “tragicamente portato alla morte di oltre 35 persone comprese donne e bambini”. Wennesland ha chiesto a Israele di condurre un’indagine “approfondita e trasparente” in merito per accertare le responsabilità dell’accaduto.
L’esercito israeliano ha affermato di aver adottato misure per “ridurre i danni” ai civili prima di effettuare l’ultimo raid a Rafah e non pensava che avrebbe colpito gli abitanti innocenti di Gaza. Lo riporta il Times of Israel. L’attacco è stato effettuato sulla base di “informazioni di intelligence sulla presenza dei terroristi nell’area”, hanno affermato in una nota le forze di difesa israeliane. Prima di lanciare l’azione, l’esercito ha effettuato “molte misure per ridurre la possibilità di danneggiare civili non coinvolti, inclusa la sorveglianza aerea, l’uso di munizioni di precisione e ulteriori informazioni di intelligence”, ha spiegato ancora l’Idf.
Hamas ha reso noto ai Paesi mediatori che non prenderà parte ai negoziati per un accordo sugli ostaggi in seguito all’ultimo raid dell’Idf su Rafah che l’organizzazione palestinese ha definito come “un massacro“. Lo scrive il quotidiano israeliano Haaretz citando fonti di Hamas.
“Nel corso di un mio intervento andato in onda questa mattina su ‘Sky TG24 Live in’ ho pronunciato delle frasi, peraltro da me già esplicitate in altre occasioni pubbliche, che avevo condiviso con il mio omologo Israeliano e che non tutti gli organi di stampa hanno riportato in maniera integrale, creando confusione ed equivoci sulle mie parole che di certo non equivalgono a una banale ‘condanna’ di Israele. Ritengo che fare considerazioni di verità con il mio omologo israeliano per indurlo a considerare i rischi e le conseguenze delle operazioni militari di Israele e ribadire la necessità dell’unica soluzione diplomatica possibile (due popoli e due Stati) sia il primo dovere di qualsiasi collega di un Paese amico come sono io ed è l’Italia verso Israele”. Così il Ministro della Difesa Guido Crosetto in una nota stampa.
“Ribadisco che occorre fare una netta distinzione tra le sofferenze sempre maggiori che subisce la popolazione civile palestinese e Hamas, organizzazione terroristica che punta alla distruzione di Israele e all’annientamento del popolo ebraico e che và neutralizzata; il riconoscimento del forte e legittimo risentimento che prova Israele, in seguito agli attentati del 7 ottobre scorso, mi e ci ha fatto condividere la necessaria immediata reazione militare su Gaza, ma non può essere disgiunto dalla preoccupazione che effettivamente desta oggi la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza e dagli effetti che si stanno registrando in tutto il mondo; l’offensiva a Rafah, che ha visto contrari molti Paesi e molte opinioni pubbliche, rischia di far crescere ancor di più e radicare i sentimenti di odio per Israele sia in Medioriente che altrove. E questo odio può sfociare in atti e rischi di volgare e pericoloso antisemitismo. Lo dico da tempo, l’ho detto più volte pubblicamente, l’ho detto ai miei interlocutori ed amici israeliani. Perché gli amici si preoccupano avvertendoli dei rischi che corrono. Invito, in ogni caso, tutti quelli che hanno estrapolato una mia frase e stanno cercando di strumentalizzarla (da una parte e dall’altra perché come sempre gli ultras sono pericolosi per il solo fatto di esserlo) di ascoltare i primi 4 minuti integrali della mia intervista a Sky”, ha concluso Crosetto.
Ufficiali delle forze israeliane di difesa (Idf) sostengono che siano stati i militari egiziani a provocare la sparatoria al valico di Rafah nella quale sarebbe morto un soldato del Cairo. Lo riporta Ynet citando fonti dell’Idf. Secondo il resoconto i soldati egiziani avrebbero aperto il fuoco contro i militari dello Stato ebraico che stavano transitando nella zona. Fonti egiziane sentite dal canale del Qatar ‘Al-Arabi’, attribuiscono invece ogni responsabilità alle forze dello Stato ebraico, affermando che la sparatoria sia iniziata “dal lato israeliano”.
Un soldato egiziano sarebbe stato ucciso in uno scontro a colpi di arma da fuoco dalle forze dell’Idf nella zona di Rafah al confine fra Egitto e Israele. Lo riporta il Times of Israel spiegando che non ci sono vittime fra le forze israeliane. Secondo altri media israeliani sarebbe in atto un “dialogo” fra le forze militari israeliane ed egiziane per capire le cause dell’accaduto.
Una sparatoria è avvenuta al confine tra la Striscia di Gaza e l’Egitto. Lo riferiscono le forze israeliane di difesa (Idf), citate da The Times of Israel. “Qualche ora fa c’è stata una sparatoria al confine egiziano, l’incidente è sotto inchiesta, è in corso un dialogo con la parte egiziana”, affermano i militari israeliani.
“Sono inorridito dalle notizie provenienti da Rafah sugli attacchi israeliani che hanno ucciso decine di sfollati, tra cui bambini piccoli. Condanno questo con la massima fermezza”. Lo afferma l’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell, in un post su X. “Non esiste un luogo sicuro a Gaza. Questi attacchi devono cessare immediatamente. Gli ordini della Corte internazionale di giustizia (Icj) e il diritto internazionale umanitario devono essere rispettati da tutte le parti”, aggiunge Borrell.
“Indignato per gli attacchi israeliani che hanno ucciso molti sfollati a Rafah“. Lo scrive sul suo profilo X il presidente francese, Emmanuel Macron. “Queste operazioni devono cessare. Non ci sono aree sicure a Rafah per i civili palestinesi”, prosegue il titolare dell’Eliseo, chiedendo “il pieno rispetto del diritto internazionale e un cessate il fuoco immediato“.
“L’attacco di domenica a Rafah, avvenuto dopo l’ordine della Corte internazionale di giustizia” che ha chiesto a Israele di fermare l’offensiva a Rafah, “ha messo in luce la natura infida e sanguinaria dello Stato del terrore” e “la Turchia farà tutto ciò che è in suo potere per garantire che quei barbari (israeliani ndr.) siano portati davanti alla giustizia per i crimini che hanno commesso”. Lo ha detto il presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa turca Anadolu.
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu “non riuscirà a salvarsi dall’essere deplorato, come Milosevic, Karadzic e Hitler, che sta imitando”. Lo ha detto il presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa turca Anadolu.
Il Qatar “esprime la preoccupazione” che l’attacco israeliano che ha colpito Rafah “complichi gli sforzi di mediazione in corso e ostacoli il raggiungimento di un accordo per un cessate il fuoco immediato e permanente nella Striscia di Gaza e lo scambio di prigionieri e detenuti, esacerbando ulteriormente gli effetti di questa guerra e le sue ripercussioni sulla sicurezza regionale e internazionale”. È quanto afferma il ministero degli Esteri del Qatar, in una nota in cui “condanna con la massima fermezza il bombardamento israeliano che ha preso di mira un campo di accoglienza per sfollati a Rafah, nella Striscia di Gaza, causando decine di martiri e feriti” sottolineando che “lo considera una grave violazione delle leggi internazionali che raddoppierà l’aggravarsi della crisi umanitaria nella Striscia sotto assedio”.
“Alla luce dell’orribile massacro commesso” da Israele “contro le tende degli sfollati a Rafah, che ha portato al martirio di decine di civili, la maggior parte dei quali donne e bambini”, Hamas ha diffuso una nota in cui invita “le masse del nostro popolo in Cisgiordania, a Gerusalemme, nei territori occupati e all’estero a sollevarsi e a realizzare marce di rabbia contro il massacro sionista in corso contro il nostro popolo nella Striscia di Gaza”. Hamas invita inoltre i Paesi arabi e islamici e “i popoli liberi di tutto il mondo a intensificare i movimenti e le attività di denuncia della guerra di genocidio e a fare pressione per interrompere le relazioni” con Israele, che definisce “entità canaglia” e applicare le risoluzioni Onu “e in particolare la recente decisione della Corte internazionale di giustizia, che ha chiesto di fermare l’aggressione e l’invasione di Rafah”.
Al premier palestinese in visita a Roma “ho ribadito che noi siamo pronti ad inviare anche i nostri militari per preparare la nascita dello Stato palestinese, qualora, una volta finita la guerra, si dia vita ad una missione dell’Onu guidata da un paese arabo”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, al suo arrivo al Consiglio Ue Affari Esteri.”Ho ribadito anche che siamo contro l’attacco a Rafah, che siamo per il cessate il fuoco immediato, che chiediamo la liberazione senza condizioni degli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas e come vogliamo portare il sostegno alimentare alla popolazione palestinese gli ho illustrato il progetto italiano ‘Food for Gaza’ che aveva già raccolto il sostegno di Israele”, ha aggiunto.
La prospettiva di una lunga guerra in Medioriente è “molto preoccupante”, come in Ucraina, e “quello che sta accadendo dimostra che tutto il mondo, tutta la comunità internazionale, anche quando è unita tutta nel chiedere la stessa cosa, alla fine non conta nulla di fronte alla volontà di un singolo Stato il cui governo o la cui guida decide di fare un’azione come quella che sta accadendo in Ucraina o a Rafah”. Così il ministro della Difesa, Guido Crosetto, a Palazzo Reale di Milano ospite in collegamento di ‘Sky TG24 Live In’. “Per cui la debolezza della comunità internazionale è la mia proccupazione più grande“, ha aggiunto
“Certamente la decisione di Hamas di lanciare missili da Rafah contro Israele è un modo per cercare di accelerare i tempi di un attacco a Rafah. Evidentemente Hamas sta usando Rafah per creare ulteriori problemi, cioè cerca di attirare Israele in una sorta di trappola mediatica ma a pagare il prezzo di tutto ciò sarà il popolo palestinese, a dimostrazione ancora una volta che Hamas non sta dalla parte del popolo palestinese ma usa il popolo palestinese come strumento per i suoi disegni politici che noi non condividiamo”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, al suo arrivo al Consiglio Ue Affari Esteri.
“Ormai la crisi ha delle proporzioni difficili da gestire e ho l’impressione che, con questa scelta, Israele stia seminando un odio che coinvolgerà i loro figli e i loro nipoti. Avrei preferito una scelta diversa, pur capendo e condividendo le ragioni che hanno portato alla reazione dopo la strage vergognosa fatta da Hamas. Ma Hamas è un conto, il popolo palestinese è un altro: dovevano discernere e fare una scelta più coraggiosa da un punto di vista democratico e riconoscere quello che la comunità internazionale dice da tempo, cioè due popoli e due stati. L’unico futuro possibile in quella parte di mondo”. Così il ministro della Difesa, Guido Crosetto, a Palazzo Reale ospite di ‘Sky TG24 Live In’.
Il ministro degli Esteri spagnolo José Manuel Albares ha affermato che Israele deve sospendere l’offensiva su Rafah e ha annunciato che al Consiglio affari esteri di oggi chiederà agli altri Paesi dell’Unione Europea di appoggiare ufficialmente l’ordinanza della Corte Internazionale di Giustizia e di prendere provvedimenti per garantire che Israele la rispetti. “Se Israele continuerà ad agire contro il parere della Corte, cercheremo di adottare misure appropriate per garantire l’applicazione della decisione“, ha detto Albares in un punto stampa congiunto con gli omologhi di Irlanda e Norvegia a Bruxelles.
“Qualunque elemento di destabilizzazione ulteriore di una zona già sull’orlo di un abisso diventa rilevante. Non solo per quella zona specifica – che sia Rafah o Gaza – ma per tutto il Medioriente. Gli effetti di ulteriori elementi di criticità in quella zona coinvolgono una zona molto più ampia che arriva al Libano ma che si estende anche ai paesi vicini. C’è una situazione sempre più difficile nella quale il popolo palestinese viene compresso”. Così il ministro della Difesa, Guido Crosetto, a Palazzo Reale ospite di ‘Sky TG24 Live In’.
Il ministero degli Esteri israeliano ha ordinato al Consolato spagnolo a Gerusalemme di interrompere la fornitura di servizi consolari ai palestinesi “residenti sotto l’Autorità Palestinese”, ovvero nella Cisgiordania occupata, a partire dall’1 giugno. E’ quanto si legge in una nota diplomatica inviata da Israele alla Spagna e diffusa dal ministro degli Esteri israeliano Israel Katz. Lo Stato ebraico ha avvertito Madrid che se questo ordine non verrà rispettato, si prenderanno provvedimenti.
Irlanda, Norvegia e Spagna “hanno annunciato nei giorni scorsi che domani renderanno ufficiale il riconoscimento dello Stato della Palestina”, sarà una giornata “storica che sicuramente ci avvicinerà di più all’obiettivo del raggiungimento della convivenza pacifica e sicura tra israeliani e palestinesi“. Lo ha detto il ministro degli Esteri spagnolo José Manuel Albares in conferenza stampa congiunta a Bruxelles con gli omologhi di Irlanda e Norvegia. Albares ha sottolineato che i tre Paesi “condividono la visione che è arrivato il momento di rendere effettiva la soluzione dei due Stati“, che è “la miglior via per arrivare alla pace definitiva in Medioriente”.
“Dobbiamo rispettare il lavoro della Corte penale internazionale (Cpi) e lasciare decidere la Corte quello che pensa, senza intimidazioni. Purtroppo non è questo il caso: procuratore e Corte sono stati oggetto di forti intimidazioni e accusati di antisemitismo come ogni volta che qualcuno fa qualcosa che al governo di Netanyahu non piace. Penso che l’accusa di antisemitismo al procuratore della Corte penale internazionale sia totalmente inaccettabile. La parola antisemita è troppo pesante, troppo importante da usare in quest’occasione”. Lo ha detto l’Alto rappresentante della politica estera Ue, Josep Borrell, al suo arrivo al Consiglio affari esteri Ue. “Sono successe molte cose negli ultimi giorni. In particolare il procuratore della Corte penale internazionale (Cpi) ha mandato alla Corte una richiesta di mandato d’arresto per Netanyahu e Gallant e 3 leader di Hamas. Questa è una decisione importante da parte del procuratore e voglio dire che dobbiamo rispettare il lavoro della Corte penale internazionale”, ha detto.
Due cellule di Hezbollah sono state colpite da raid aerei nel sud del Libano. Lo annuncia l’esercito israeliano. Una delle due cellule è stata colpita dopo esser stata avvistata mentre operava in un edificio usato dal gruppo a Yaroun, l’altra è stata uccisa da un drone dopo esser stata scoperta nell’area di Houla. L’Idf ha aggiunto inoltre che l’aeronautica militare ha colpito un deposido di armi e un edificio utilizzato da Hezbollah a Mays al-Jabal.