L'attacco che ha colpito la tendopoli ha ucciso oltre 40 civili. Hamas ha fatto sapere che ora non intende più prendere parte ai negoziati

“Un tragico incidente”. Benjamin Netanyahu ha così definito il raid nel quale è stata colpita una tendopoli a Rafah, provocando la morte di oltre 40 persone, tra cui donne, bambini e anziani. “Per noi ogni persona non coinvolta che viene uccisa è una tragedia, per Hamas è una strategia”, ha aggiunto Netanyahu, accusando ancora una volta i miliziani palestinesi di farsi scudo dei civili. Di fatto “molto grave” ha parlato la procura militare israeliana, annunciando un’indagine sul massacro; i primi risultati dell’inchiesta – ha fatto sapere Tel Aviv – suggeriscono che la maggior parte dei civili sia stata uccisa dall’incendio scoppiato a seguito del bombardamento.

 

Hamas non intende più prendere parte ai colloqui

La strage ha già prodotto conseguenze sul piano politico, in vista dell’annunciata ripresa dei negoziati al Cairo per raggiungere un accordo di tregua e per la liberazione degli ostaggi. Hamas ha fatto sapere ai mediatori che ora non intende più prendere parte ai colloqui; il gruppo ha anche esortato i palestinesi a Gerusalemme, in Cisgiordania e “nei territori occupati” a “sollevarsi e a realizzare marce di rabbia contro il massacro sionista in corso contro il nostro popolo nella Striscia di Gaza”.

 

Le reazioni internazionali

A livello internazionale la condanna per la strage di civili è stata pressoché unanime. Il responsabile Onu per il processo di pace in Medioriente Tor Wennesland ha chiesto che l’indagine israeliana sia “approfondita e trasparente”, mentre l’Alto rappresentante dell’Unione europea agli Affari esteri, Josep Borrell, si è detto “inorridito dalle notizie provenienti da Rafah sugli attacchi israeliani che hanno ucciso decine di sfollati”. La Casa Bianca ha definito “strazianti” le immagini provenienti da Rafah, esortando Israele a fare il possibile per “proteggere i civili”. Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha manifestato la sua indignazione “per gli attacchi israeliani che hanno ucciso molti sfollati a Rafah”. Durissima la reazione del presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, che ha promesso di fare di tutto “per garantire che quei barbari (israeliani ndr) siano portati davanti alla giustizia per i crimini che hanno commesso”. Poi l’affondo contro Netanyahu, che secondo Erdogan starebbe imitando “Milosevic, Karadzic e Hitler”.

Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, da parte sua ha evidenziato le responsabilità di Hamas che con la sua decisione di “lanciare missili da Rafah” contro Israele sta cercando di trascinare Tel Aviv ad “accelerare i tempi di un attacco” nell’area, attirandola in “una sorta di trappola mediatica”. L’Unrwa, infine, ha definito Gaza “l’inferno in terra”.

L’Idf si difende

L’Idf si è difesa, sostenendo, di aver adottato misure per “ridurre i danni” ai civili prima di effettuare il raid nel quale, sarebbero stati uccisi due alti comandanti di Hamas. L’attacco è stato effettuato sulla base di “informazioni di intelligence sulla presenza dei terroristi nell’area”, ha precisato l’Idf. L’area di Rafah è considerata da Israele l’ultima grande roccaforte di Hamas; nelle ultime settimane i raid sulla zona si sono intensificati ed è aumentata la presenza militare di Tel Aviv in vista di una possibile operazione di terra.

Sparatoria al confine: ucciso soldato egiziano

Le tensioni sono al limite e la situazione rischia di sfuggire di mano come dimostra la sparatoria tra l’Idf e i soldati egiziani, al confine tra i due Paesi, nella quale è morto un soldato del Cairo. Sull’incidente lo Stato africano ha aperto un’indagine dopo aver accusato Israele di averlo provocato. Ma secondo l’Idf i primi a sparare sarebbero stati gli egiziani mentre passavano alcune truppe israeliane che avrebbero quindi risposto al fuoco.

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