Clima teso tra Mosca e la Nato dopo le dichiarazioni del segretario generale Jens Stoltenberg che aveva invitato gli alleati a eliminare le restrizioni sull’uso delle armi da parte dell’Ucraina per colpire obiettivi militari all’interno della Russia. Giorgia Meloni e Antonio Tajani hanno chiesto prudenza. “Abbiamo deciso fin dall’inizio che tutto il materiale militare italiano non può essere usato al di fuori dei confini dell’Ucraina. Quindi sarà anche nostra responsabilità verificare d’accordo con gli ucraini dove si usano le nostre armi”, ha detto il vicepremier al suo arrivo al Consiglio Ue Affari Esteri.
“Non c’è possibilità di usarle in territorio russo perché non siamo in guerra con la Russia, noi difendiamo l’indipendenza dell’Ucraina, sosteniamo l’Ucraina ma il nostro obiettivo è la pace. Vogliamo che Putin di fronte a uno stallo si sieda ad un tavolo per concludere questa guerra priva di senso e che rappresenta una violazione del diritto internazionale”. “Non tocca a Stoltenberg decidere, non è sua competenza. A volte serve un po’ più di prudenza. E’ una sua opinione ma le decisioni della Nato vengono prese sempre e insieme. Comunque la nostra posizione è chiara: le nostre armi si usano all’interno del territorio ucraino”, ha sottolineato Tajani.
Il Cremlino intanto continua a criticare la Nato affermando che è già “direttamente coinvolta nel conflitto”. Al fronte la situazione non migliora con l’esercito russo che ha dichiarato di aver conquistato due villaggi nelle regioni di Donetsk e Kharkiv.
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Istruttori militari francesi arriveranno “presto” in Ucraina. Lo ha scritto su Telegram capo delle forze armate di Kiev, Oleksandr Syrsky, dopo un incontro in video con il ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov e l’omologo francese Sebastien Lecornu. “Accolgo con favore l’iniziativa della Francia di inviare istruttori in Ucraina per addestrare il personale militare ucraino – ha scritto – ho già firmato i documenti che consentiranno loro di visitare i nostri centri di formazione e di familiarizzare con le infrastrutture e il personale”. “Credo che la determinazione della Francia incoraggerà altri partner ad aderire a questo ambizioso progetto”, ha aggiunto.
Il ministro polacco degli Esteri, Radoslaw Sikorski, ha annunciato che Varsavia imporrà restrizioni sulla circolazione dei diplomatici russi nel Paese, a causa della guerra ibrida lanciata da Mosca contro l’Unione europea. Lo riporta l’agenzia polacca Pap, aggiungendo che di tale decisione verrà presto informata l’ambasciata russa. “Queste decisioni riguarderanno sia l’ambasciata stessa che il personale consolare della Federazione Russa in Polonia”, ha affermato Sikorski, esprimendo l’auspicio che “altri seguano il nostro esempio”.
Il premier spagnolo Pedro Sanchez si è detto contrario a che le armi date all’Ucraina vengano utilizzate per attaccare il territorio russo. “Non abbiamo certo questa volontà”, ha detto Sanchez rispondendo in conferenza stampa alla domanda della stampa estera sul possibile utilizzo da parte di Kiev delle armi Nato contro la Russia.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato che non è sufficiente il numero di sistemi Patriot che l’Ucraina ha ora per “fermare i 3mila missili al mese” che sta lanciando la Russia. “Abbiamo bisogno di almeno altri 7 sistemi Patriot”, ha detto in conferenza stampa congiunta con il premier spagnolo Pedro Sanchez a Madrid.
Il premier spagnolo Pedro Sanchez ha annunciato che Madrid invierà all’Ucraina aiuti militari dal valore di un miliardo di euro nel 2024 per “rafforzare” le capacità di Kiev, “inclusa la difesa antiaerea”, che è “indispensabile per proteggere” i civili ucraini. Sanchez ha parlato in conferenza stampa congiunta con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky al Palazzo della Moncloa a Madrid.
La Nato sta “cadendo nell’estasi militare”. Lo ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Lo riporta Ria Novosti. “Questa – ha aggiunto – è la realtà che dobbiamo continuare ad affrontare”. In merito alle parole di Jens Stoltenberg sull’eventualità di dare il via libera a Kiev per attacchi sul territorio russo con armi della Nato Peskov ha affermato che “questa non può essere la sua opinione personale dal momento che è un funzionario che ricopre la carica di Segretario generale”.
La Nato è “direttamente coinvolta nel conflitto in Ucraina”. Lo ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Lo riporta Ria Novosti. “La Nato è direttamente coinvolta nel conflitto ma anche i nostri militari sanno cosa fare, stanno continuando l’operazione militare speciale per fermare tutte le minacce”, ha aggiunto spiegando che l’Alleanza sta “aumentando l’escalation”.
“Spetta agli alleati decidere se togliere le restrizioni sulle armi consegnate all’Ucraina non è una posizione della Nato, è una decisione presa dai singoli alleati. Alcuni alleati hanno deciso che non ci sono restrizioni, altri alleati hanno imposto restrizioni diverse. Il mio messaggio è che penso che sia il momento di riconsiderare alcune di queste restrizioni. Perché dobbiamo ricordarcelo il diritto all’autodifesa include il diritto di colpire obiettivi militari legittimi all’esterno dei confini”. Lo ha detto il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, in un punto stampa con il premier bulgaro, Dimitar Glavchev, a Sofia.
“Noi alleati della Nato abbiamo il diritto di aiutare l’Ucraina a difendere il diritto all’autodifesa e questo è esattamente ciò che hanno fatto gli alleati della Nato fornendo sostegno militare all’Ucraina. Ciò non rende la Nato parte del conflitto. Forniamo sostegno all’Ucraina, ma non inviamo truppe Nato, non invi9amo caopacità della Nato per prendere parte al conflitto né a terra, né nello spazio”, ha ribadito.
Il ministero della Difesa di Mosca ha annunciato che l’esercito russo ha preso il controllo di due villaggi in Ucraina, quello di Netaylovo nella regione di Donetsk e quello di Ivanovka nella regione di Kharkiv. Lo riporta l’agenzia di stampa russa Ria Novosti.
Jens Stoltenberg “ha oltrepassato i suoi poteri” di segretario generale della Nato parlando del diritto dell’Ucraina di colpire obiettivi sul territorio russo con le armi fornite dai Paesi occidentali. Lo ha detto il ministro russo degli Esteri, Serghey Lavrov. Lo riporta Ria Novosti. “Dubito – ha spiegato Lavrov – che il segretario generale possa assumersi tale responsabilità, parlare a nome dei membri del blocco, quando il tema per loro è stato discusso all’interno della Nato, intendo non a livello del segretariato e del segretario Generale, ma all’interno del blocco, che comprende i Paesi membri, e lui esegue la loro volontà, credo che abbia oltrepassato i suoi poteri”.
“Se la Russia avesse voluto la pace non avrei mosso guerra”, ha poi affermato Meloni sul conflitto in Ucraina. “Sono molti mesi che io sento dire che le cose vanno molto male e che la Russia sfonda, ma anche questa è molta propaganda russa perché i dati dicono un’altra cosa – ha spiegato la premier -. I dati dicono che il 24 febbraio del 2023, dopo un anno di guerra, la Russia controllava il 17,2% del territorio ucraino e oggi ne controlla il 17,5%. E intanto ha avuto più perdite di tutte le perdite che l’Italia ha avuto durante la seconda guerra mondiale. Quindi non mi pare che gli stia andando così bene”.
Meloni ha poi aggiunto che “ogni tanto bisognerebbe anche interrogarsi sul perché Putin è mosso guerra all’Ucraina”, e lo ha fatto “perché ha promesso al suo popolo che avrebbe riportato la Russia ai suoi confini storici. Che vuol dire? Potenzialmente vuol dire Ucraina, Moldova, Georgia, un pezzo della Finlandia, i paesi baltici e forse la Polonia. Era una guerra imperialista. Se noi avessimo consentito a quella guerra imperialista di muoversi velocemente, noi la guerra ce l’avremmo avuta molto più vicina a casa nostra, quindi attenzione a rincorrere una certa propaganda”.
“Oggi si comincia a diciamo ragionare di tavoli negoziali non grazie a quelli che hanno detto che l’Ucraina andava mollata, ma grazie a quelli che hanno reso questo tentativo espansionistico russo difficile sostenendo l’Ucraina – ha proseguito la premier -. Adesso in lavorazione c’è una prima bozza di conferenza di pace in Svizzera a margine del G7 italiano, quindi si comincia a dialogare. Noi stiamo cominciando a lavorare con gli ucraini per capire quali possano essere i passi da fare. Putin? Vedremo le sue carte. Intanto sono che ha invaso il territorio ucraino. Se vuole la pace, si può ritirare. Evitiamo di fare noi la propaganda russa”.
In Ucraina “nessuno ha mai pensato di intervenire”. Era una guerra “in cui aiutavamo un popolo a difendersi, a respingere l’invasore dai territori che aveva conquistato, per ripristinare i confini che esistevano prima. Questi sono gli obiettivi con cui ci siamo mossi in Ucraina. E vorrei che lo facessimo in modo compatto, contestualmente cercando di aprire un dialogo e chiedendo a Putin che almeno un giorno – un giorno – la smetta di bombardare”. Così il ministro della Difesa, Guido Crosetto, a Palazzo Reale ospite di ‘Sky TG24 Live In’. “Oggi cadranno 10mila granate, come ieri, da due anni. Noi ci siamo assuefatti a quello che accade in Ucraina. Ma lì la guerra continua. E lo scopo di Putin non è andare a liberare le zone russofone ma conquistare l’Ucraina” e “semmai arrivasse a Kiev” saremmo “sull’orlo di una terza guerra mondiale”, ha aggiunto il ministro sottolineando che ci sono “nazioni europee che fanno parte della Nato che mai potrebbero accettare la Russia ai loro confini”.
“Si parla di attività ibrida (russa ndr) nella regione baltica, in Polonia, in altri Paesi, ma va oltre questo. Sappiamo che la Russia ha intenzione di organizzare diversivi, di organizzare addirittura quelli che potrebbero essere chiamati atti terroristici all’interno di Paesi della Nato. E agisce così solo perché sente di essere invitata perché calcola che non reagiamo”. Lo ha detto il ministro degli Esteri della Lituania, Gabrielius Landsbergis, al suo arrivo al Consiglio affari esteri Ue. “Il modo di reagire all’aggressione della Russia in Ucraina e anche nei nostri Paesi è sostenere l’Ucraina, consentire all’Ucraina di usare le armi che già hanno nel modo in cui hanno bisogno di usarle, questo è il modo di gestire l’escalation, questo è come si ferma la Russia”, ha proseguito Landsbergis.
Un drone ucraino a lungo raggio ha attaccato una stazione radar russa nella città di Orsk, nella regione russa di Orenburg, percorrendo la distanza record di oltre 1.800 chilometri. È quanto riportano Ukrainska Pravda e Kyiv Independent, citando una fonte dell’intelligence di Kiev, precisando che il fatto è accaduto il 26 maggio. “Il drone ucraino ha coperto una distanza di oltre 1.800 chilometri fino a un obiettivo nemico, stabilendo un nuovo record per il raggio di distruzione dei droni kamikaze”, ha dichiarato la fonte citata dall’Ukrainska Pravda. Il Kyiv Independent riporta che le conseguenze dell’attacco del 26 maggio sono in corso di chiarimento mentre secondo i media russi un drone sarebbe caduto nei sobborghi di Orsk, nel distretto di Novoorsk, e non ci sarebbero stati vittime né danni.