Andrà a beneficio di indagati, imputati o condannati per fatti risalenti al periodo tra l'1 novembre 2011 e il 13 novembre 2023

Il Congresso dei deputati spagnolo ha approvato in via definitiva l’amnistia agli indipendentisti catalani con 177 voti a favore e 172 contrari. Il progetto di legge è passato grazie al sostegno dei partiti al governo, Psoe e Sumar, e dei partiti nazionalisti e indipendentisti baschi e catalani e di Podemos. Contrari il Partito popolare e Vox.

L’amnistia, che è stata al centro degli accordi siglati dai socialisti e dagli indipendentisti catalani di Erc e Junts, che hanno permesso l’investitura di Pedro Sanchez, andrà a beneficio degli indipendentisti indagati, imputati o condannati per fatti risalenti al periodo compreso tra l’1 novembre 2011 e il 13 novembre del 2023.

Si tratta di circa 400 persone. Tra loro c’è l’ex presidente della Generalitat, Carles Puigdemont, che potrebbe così tornare in Spagna dal Belgio, dove si rifugiò per sfuggire alla giustizia spagnola dopo il referendum dell’1 ottobre 2017 e la dichiarazione unilaterale d’indipendenza della Catalogna.

Sanchez: “Oggi il Paese è più unito”

“In politica, come nella vita, il perdono è più potente del rancore. Oggi la Spagna è più prospera e unita rispetto al 2017”. Lo ha affermato su X il premier spagnolo Pedro Sanchez dopo l’approvazione definitiva al Congresso dei deputati dell’amnistia agli indipendentisti catalani. “La convivenza si sta facendo strada”, ha aggiunto il leader socialista che ha partecipato oggi al voto alla Camera bassa ma non al dibattito in aula.

Indipendentisti Erc: “Ora negoziati per referendum in Catalogna

“Per gli indipendentisti catalani l’approvazione definitiva dell’amnistia da parte del Congresso dei deputati spagnolo non è un punto di arrivo finale. Ora si apre una tappa di negoziazione per cercare di realizzare un referendum in Catalogna“. Lo ha detto a LaPresse il portavoce del partito indipendentista catalano Erc, Gabriel Rufian. Quella del referendum “è l’unica proposta che esiste al momento per cercare di risolvere il conflitto” tra Catalogna e lo Stato centrale, ha aggiunto il portavoce. I voti di Erc, così come quelli di Junts, sono necessari al governo di Pedro Sanchez per avere una maggioranza assoluta al Congresso. Non solo, in Catalogna, se il socialista Salvador Illa, che ha vinto le elezioni regionali, vorrà governare avrà bisogno dell’astensione di Erc, a meno che non riesca ad accordarsi con il partito di Carles Puigdemont. 

Puigdemont: “Approvazione storica, Stato corregge un errore”

L’ex presidente della Generalitat catalana, Carles Puigdemont, ha definito “storica” l’approvazione in via definitiva dell’amnistia, affermando che con questa mossa “lo Stato spagnolo, attraverso il suo Parlamento, corregge un errore“. In una dichiarazione in video da Waterloo, pubblicata sui suoi canali social, il leader indipendentista, che beneficerà dell’amnistia, ha rimarcato che “la strada da percorrere non è proprio tutta rose e fiori, a cominciare dall’applicazione della legge stessa”, ma che oggi sono stati tolti degli ostacoli che “impedivano di andare avanti”. Puigdemont ha sottolineato che “oggi si è verificato un evento storico nella lunga battaglia irrisolta tra Catalogna e Spagna”, affermando che il voto del Congresso dei deputati è stato storico perché “in più di 45 anni è la prima volta che viene concessa un’amnistia per motivi politici“, perché “fino a meno di un anno fa” il Psoe rifiutava questa misura, e perché rispetta la volontà espressa dai catalani. Il leader indipendentista, che non ha detto nulla sul suo possibile ritorno in Spagna, ha affermato che ciò che ha reso possibile l’approvazione dell’amnistia “è stata la volontà ostinata del popolo catalano di far rispettare le proprie decisioni, quello che alcuni di noi definiscono il mantenimento della posizione” e “questo ci insegna che, per quanto possa costare tempo e incomprensioni, bisogna mantenere la propria posizione e saper sfruttare le opportunità“, rivendicando la strategia politica adottata dal suo partito Junts in questi anni. Puigdemont ha aggiunto che “oggi lo Stato spagnolo, attraverso il suo Parlamento, corregge un errore”, che era “essenziale correggere per poter negoziare da un livello di uguaglianza e senza la minaccia della repressione”. Ha evidenziato che una delle condizioni dell’accordo di investitura di Pedro Sanchez, l’amnistia appunto, è stata soddisfatta. “La strada da percorrere non è proprio tutta rose e fiori, a cominciare dall’applicazione della legge stessa. Ma oggi abbiamo tolto dai nostri piedi le spine che ci impedivano di andare avanti“, ha affermato.

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