Il Partito popolare europeo si conferma prima forza davanti ai socialisti, Renew si confermerebbe terzo gruppo

Trionfa l’estrema destra in Francia, in Germania arriva seconda davanti ai socialisti, ma l’asse europeista dei popolari assieme a socialisti e liberali tiene. È questo il primo scenario che emerge dagli exit poll delle elezioni europee. Il Partito popolare europeo si conferma prima forza e otterrebbe 181 seggi (25,14%), i socialisti di S&D guadagnerebbero 135 seggi (18,75%), i liberali di Renew Europe si confermerebbero terzo gruppo con 82 seggi (11,39%). Insieme, dunque, con 398 seggi, avrebbero la maggioranza per replicare l’alleanza del 2019 ed esprimere il/la presidente della Commissione europea. Alla destra dei conservatori di Ecr, dove siede Fratelli d’Italia, andrebbero 71 seggi (9,86%); a ID, Identità e Democrazia, di cui fa parte la Lega, 62 (8,61%), ai Verdi/ALE 53 seggi (7,36%), a La Sinistra 34 seggi (4,72%). Infine, i non iscritti avrebbero 51 seggi (7,08%), ma molti di questi potrebbero optare per qualche gruppo già esistente o crearne di nuovi.

In Francia vince Marine Le Pen

In Francia, il Rassemblement national, il partito di Marine Le Pen, arriva in testa al 32%, doppiando il partito di Emmanuel Macron, Renaissance, che si attesterebbe al 15,4%. Una sconfitta cocente, che ha provocato il primo terremoto politico di queste Europee: Macron ha deciso di sciogliere il parlamento e convocare nuove elezioni legislative per il 30 giugno e 7 luglio, con il rischio che vengano vinte dai suoi avversari e di ritrovarsi in “coabitazione” con un governo di colore diverso. Marine Le Pen si è detta pronta ad andare al potere.

In Germania popolari primi, gli estremisti di destra di AfD secondi

In Germania, invece, i popolari della Cdu/Csu sono il primo partito e salgano al 30% (contro i 28,9 di 5 anni fa), ma gli estremisti di destra di AfD guadagnano 5 punti e arrivano al 16%, superando i socialisti della Spd (14%) del cancelliere Scholz. Crollano i Verdi, dal 20 al 12,5%, il nuovo partito della sinistra conservatrice BSW (Bündnis Sahra Wagenknecht) segna un 6%, i liberali della FDP si confermano intro al 5% mentre la Sinistra (Linke) scende 3%. Esulta la presidente uscente della Commissione europea Ursula von der Leyen, candidata principale del Partito popolare europeo in corsa per il bis: “Siamo di nuovo la forza più forte in Germania. Il popolo ha punito gli estremisti di sinistra e di destra”. Quanto allo scenario europeo, “dobbiamo aspettare i risultati delle elezioni di tutti gli Stati membri. Sono fiduciosa che il Ppe avrà successo anche lì”. In Austria, secondo gli exit poll, è in vantaggio con il 27% dei voti il Partito della libertà austriaco (Fpö) di estrema destra, che cinque anni fa prese il 19,72%. Seguono il Partito popolare austriaco (Övp), conservatore, al 23,5% e il Partito socialdemocratico d’Austria (Spö) al 23%.

Spagna, i socialisti di Sanchez tengono

In Spagna il Partito popolare sarebbe in testa con il 32,4% dei voti, pari a 21-23 seggi, in netta crescita rispetto agli attuali 13. Il Psoe di Pedro Sanchez tiene, con il 30,2% dei voti e una forbice tra i 20 e i 22 seggi rispetto ai 21 attuali. Cresce Vox, con il 10,4% dei voti, pari a 6-7 eurodeputati, almeno due in più degli attuali 4. Sumar di Yolanda Diaz avrebbe incassato tra 3 e 4 seggi e Podemos tra i 2 e i 3 seggi.

In Polonia, secondo gli exit poll diffusi dai media polacchi, l’alleanza Coalizione Civica (KO) del premier Donald Tusk sarebbe in testa con il 38,2% dei voti, pari a 21 seggi, superando i conservatori euroscettici di Diritto e Giustizia (Pis), che si fermano al 33,9% dei voti e 19 seggi. Nelle scorse elezioni di ottobre il Pis era arrivato primo, ma non era riuscito ad avere i numeri in parlamento per confermarsi al governo. Dal primo quadro che emerge, dunque, avanzano le destre euroscettiche in alcuni paesi, come ampiamente previsto, ma in altri non c’è stata l’ascesa. Per ora le ricadute sono più a livello nazionale che europeo.

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