Bergoglio è stato il primo pontefice a partecipare al meeting dei grandi della Terra. Meloni: "Le sue parole fonte di ispirazione"

Papa Francesco in Puglia, terra degli ulivi – simbolo universale di quella pace da lui tanto invocata – per partecipare al G7, a Borgo Egnazia, insieme ai grandi del mondo. Qui è stato subito accolto da una raggiante Giorgia Meloni che lo ha ringraziato per la sua presenza. “È un grande regalo”, ha detto la presidente del Consiglio che ha annunciato: “Sarà una lunga giornata, però bella”. Appena arrivato, infatti, il pontefice ha iniziato con gli incontri bilaterali: ha visto Kristalina Georgieva, direttore generale dell’International Monetary Fund, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky – “Che Dio ti benedica”, gli ha detto Bergoglio – quello francese Emmanuel Macron e il primo ministro canadese Justin Trudeau.

 

“AI strumento affascinante e tremendo”

Salutato da un lungo applauso dai presenti ai lavori della sessione del G7 dedicata all’Intelligenza Artificiale, il Pontefice si è seduto fra Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron. Poco prima, accompagnato dalla premier, ha fatto un giro del tavolo salutando tutti i presenti. Particolarmente calorosi gli abbracci con il primo ministro indiano, Narenda Modi, il presidente brasiliano Lula e anche quello argentino Javier Milei, che in passato aveva avuto parole critiche nei suoi confronti. A introdurre il suo intervento, la padrona di casa, che ha ricordato che è “la prima volta che un pontefice partecipa a un meeting del G7 e questo rende l’appuntamento di oggi un momento storico. Quindi non ringrazieremo mai abbastanza Sua Santità per essere qui”.

 

Il Papa – che ha esordito dicendo che avrebbe letto la “versione breve” del suo discorso – ha definito l’AI “uno strumento affascinante e tremendo al tempo stesso“. Che “da un lato, entusiasma per le possibilità che offre, dall’altro genera timore per le conseguenze che lascia presagire”. Ad esempio, “potrebbe permettere una democratizzazione dell’accesso al sapere, il progresso esponenziale della ricerca scientifica, la possibilità di delegare alle macchine i lavori usuranti“. Ma, al tempo stesso, “potrebbe portare con sé una più grande ingiustizia fra nazioni avanzate e nazioni in via di sviluppo, fra ceti sociali dominanti e ceti sociali oppressi, mettendo così in pericolo la possibilità di una cultura dell’incontro a vantaggio di una cultura dello scarto. È questo il pericolo”, sottolinea il Pontefice che ammonisce: “Condanneremmo l’umanità a un futuro senza speranza, se sottraessimo alle persone la capacità di decidere su loro stesse e sulla loro vita condannandole a dipendere dalle scelte delle macchine”.

 

 

“Sana politica” per “guardare con fiducia all’avvenire”

Affinché i programmi di AI “siano strumenti per la costruzione del bene e di un domani migliore, debbono essere sempre ordinati al bene di ogni essere umano”, ricorda il Papa che, di fronte ai grandi del mondo, rimarca l’importanza della “sana politica” per “guardare con speranza e fiducia al nostro avvenire“. La politica “è la forma più alta della carità”, sottolinea Bergoglio e, nel caso dell’AI, ribadisce che “spetta ad ognuno farne buon uso e spetta alla politica creare le condizioni perché un tale buon uso sia possibile e fruttuoso”. Meloni, al termine dell’intervento del Pontefice, lo ha ringraziato per le sue parole “chiaramente fonte di ispirazione per ciascuno di noi”. Terminato il discorso, per Bergoglio è il momento degli altri incontri bilaterali. Nell’ordine il presidente del Kenya William Samoei Ruto, il primo ministro dell’India Narendra Modi, il presidente Usa Joe Biden, quello del Brazile Luiz Inácio Lula da Silva, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e quello algerino Abdelmadjid Tebboune

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