Russia pronta a negoziare se Kiev si ritira dalle regioni annesse. Zelensky: "Sono gli stessi messaggi che mandava Hitler"
Dal G7 arriva un messaggio chiaro a Vladimir Putin. “Riaffermiamo il nostro fermo sostegno all’Ucraina per tutto il tempo necessario”, scrivono nella dichiarazione finale i leader sottolineando come Mosca deve “porre fine alla sua guerra illegale di aggressione” e anche “pagare per i danni che ha causato all’Ucraina” che “secondo la Banca Mondiale superano ormai i 486 miliardi di dollari“. Secondo i ‘Sette Grandi’ la decisione di mettere a disposizione circa 50 miliardi di dollari “sfruttando le entrate straordinarie derivanti dal patrimonio sovrano russo immobilizzato“, è un segnale “inequivocabile” alla Russia. A questo va aggiunto il sostegno alla Formula di pace del presidente Zelensky e al vertice sulla pace in programma in Svizzera “per costruire un quadro basato sul diritto internazionale, sulla Carta delle Nazioni Unite e sui suoi principi, nel rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina“. I Paesi del G7 si sono anche rivolti a coloro che, in un modo o nell’altro, aiutano la Russia nella sua guerra in Ucraina, a partire dalla Cina verso la quale viene espressa “profonda preoccupazione” per il sostegno a Mosca. L’invito a Pechino è quello di “fare pressione sulla Russia affinché cessi la sua aggressione militare e ritiri immediatamente, completamente e incondizionatamente le sue truppe dall’Ucraina”. Più duro il trattamento riservato all’Iran al quale si chiede “di non trasferire missili balistici e relativa tecnologia, poiché ciò rappresenterebbe una sostanziale escalation materiale e una minaccia diretta alla sicurezza europea” di fronte alla quale i membri del G7 si dicono “pronti a rispondere in modo rapido e coordinato, anche con misure nuove e significative”.
Putin avanza la sua proposta di pace
La risposta di Vladimir Putin non si fa attendere. Contemporaneamente con il vertice il leader del Cremlino avanza la sua proposta di pace con la Russia pronta a negoziare qualora le truppe ucraine si “ritirassero completamente” dal territorio delle regioni annesse di Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia. Un’idea rispedita al mittente con sdegno da Volodymyr Zelensky. “Sono ultimatum, non diversi da quelli di prima – spiega il leader di Kiev – sono gli “stessi messaggi che mandava Hitler quando diceva ‘datemi una parte della Repubblica Ceca e finisce così’ e poi ‘datemi una parte della Polonia’ cui è seguita l’occupazione di tutta l’Europa“, afferma ancora. Il Cremlino dal canto suo parla di “vera proposta di pace” preparata “sulla base della situazione attuale”. Schermaglie verbali che non cambiano la situazione sul campo. Lo stesso sarà per il Vertice di pace in Svizzera, al quale la Russia, così come la Cina, sarà assente.
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