La decisione, spiega l'Idf, è stata presa per consentire la consegna di maggiori quantità di aiuti umanitari
Nuova giornata di conflitto in Medioriente tra Israele e Hamas. Scontro interno alle leadership politiche e militari di Israele. L’esercito israeliano ha infatti annunciato una “pausa tattica” nella sua offensiva nel sud della Striscia di Gaza per consentire la consegna di maggiori quantità di aiuti umanitari, aggiungendo che la pausa inizierà nell’area di Rafah alle 8 e rimarrà in vigore fino alle 19. L’ufficio del primo ministro Netanyahu ha però di seguito fatto sapere che quando il premier israeliano “ha sentito domenica mattina la notizia di una pausa umanitaria nei combattimenti per 11 ore al giorno, ha detto al suo segretario militare che ciò era inaccettabile. Dopo che la situazione è stata chiarita, è stato assicurato al primo ministro che non vi è alcun cambiamento nella politica dell’Idf e che i combattimenti a Rafah continueranno come previsto”. Lo riporta Haaretz.
La decisione – ha spiegato l’esercito – avevalo scopo di permettere ai camion degli aiuti di raggiungere il vicino valico di Kerem Shalom, controllato da Israele, principale punto di ingresso per gli aiuti in arrivo, e di viaggiare in sicurezza verso l’autostrada Salah a-Din, una delle principali strade nord-sud, per consegnare i rifornimenti ad altre parti di Gaza. L’esercito ha dichiarato che la pausa è stata coordinata con le Nazioni Unite e le agenzie internazionali per gli aiuti. IN AGGIORNAMENTO
Wafa: 6 morti in raid Israele su campo Al-Bureji, anche neonato
È di 6 palestinesi morti, fra cui un neonato, e decine di feriti, il bilancio di raid aerei israeliani che hanno preso di mira il campo rifugiati di al-Bureij nella zona centrale della Striscia di Gaza. Lo riporta l’agenzia di stampa palestinese Wafa, citando fonti locali, secondo cui sono state prese di mira le case di due diverse famiglie.
Netanyahu: “Israele è Paese con un esercito, non il contrario”
“Abbiamo un Paese con un esercito, non un esercito con un Paese“. È quanto il premier israeliano Benjamin Netanyahu avrebbe detto durante la riunione del Consiglio dei ministri di oggi, secondo quanto riporta l’emittente Channel 13. “Per raggiungere l’eliminazione di Hamas, ho preso decisioni che non sempre sono accettate dai vertici militari“, ha aggiunto Netanyahu. Stamattina, a seguito dell’annuncio da parte dell’esercito israeliano (Idf) di una “pausa tattica” quotidiana dall’attività militare lungo una strada nel sud di Gaza per consentire l’ingresso di più aiuti umanitari, l’ufficio di Netanyahu aveva fatto sapere che il premier aveva detto al suo segretario militare che ciò era inaccettabile.
Haniyeh: “Risposta Hamas a proposta intesa in linea con piano Usa”
La risposta di Hamas all’ultima proposta di cessate il fuoco e di liberazione degli ostaggi a Gaza è “coerente” con i principi proposti dal presidente Usa Joe Biden. È quanto ha detto Ismail Haniyeh, leader di Hamas che vive in Qatar, in un discorso televisivo in occasione della festività islamica di Eid al-Adha. Lo riporta il Times of Israel. La settimana scorsa Biden ha dichiarato di non aspettarsi che un accordo per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi a Gaza venga raggiunto nel prossimo futuro, affermando che Hamas deve spostare la sua posizione più vicino alla proposta di Israele sostenuta dagli Stati Uniti. A fine maggio Biden ha illustrato pubblicamente una proposta di accordo, che ha presentato come proposta israeliana, per un congelamento dei combattimenti e il rilascio degli ostaggi israeliani in cambio della liberazione di detenuti palestinesi. Hamas ha contestato che non ci fosse l’impegno israeliano a un cessate il fuoco permanente.
Esercito Israele: “Governo era informato di pausa combattimenti”
L’esercito israeliano ha respinto le critiche del governo alla decisione di sospendere i combattimenti nei pressi del corridoio umanitario di Gaza, nonché l’affermazione secondo cui la classe politica non sarebbe stata informata della decisione. È quanto riporta Haaretz, specificando che l’esercito ha affermato che la decisione è militare e sotto la giurisdizione del Comando Sud. Inoltre, l’Idf ha affermato che il Primo Ministro Netanyahu ha recentemente incaricato i capi dell’establishment della sicurezza di aumentare in modo significativo gli aiuti umanitari destinati a Gaza e di consentire un accesso più sicuro agli operatori umanitari. Le istruzioni giungono alla luce di un’altra udienza della Corte internazionale di giustizia e degli incidenti in cui gli operatori umanitari sono stati uccisi dal fuoco dell’Idf.
Israele, altri 2 soldati morti ieri a Gaza
Il capitano Eitan Koplovich, 28 anni, di Gerusalemme, e il sergente maggiore Elon Waiss, 49 anni, di Psagot, sono stati uccisi in battaglia nel nord della Striscia di Gaza ieri. I due servivano nel 129° Battaglione dell’8° Brigata. Lo ha annunciato l’Idf.
L’esercito ha anche rilasciato i nomi di cinque degli otto soldati uccisi ieri nell’esplosione di un veicolo corazzato vicino alla città di Rafah: il sergente Eliyahu Moshe Zimbalist (21 anni, di Beit Shemesh), il sergente Itay Amar (19 anni, di Kokhav Ya’ir-Tzur Yig’al), il sergente Stanislav Kostarev (21 anni, di Ashdod), il sergente Orr Blumovitz (20 anni, di Pardes Hanna-Karkur) e il sergente Oz Yeshaia Gruber (20 anni, di Tal Menashe). L’esplosione è avvenuta nelle prime ore del mattino, quando il veicolo in cui si trovavano i soldati stava operando nel quartiere di Tel al-Sultan, a Rafah, dopo che diversi altri veicoli dell’Idf avevano percorso la stessa strada.
Ministro degli Esteri israeliano visiterà Pentagono
Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant visiterà Washington alla fine di questo mese. Un portavoce del Pentagono ha detto che il segretario alla Difesa Lloyd Austin ha esteso l’invito a Gallant quando hanno parlato questa settimana “per discutere ulteriormente gli sviluppi della sicurezza in corso in Medioriente”. Non è ancora stata fissata una data per la visita.L’incontro di Gallant con Austin dovrebbe concentrarsi su Gaza, dove l’amministrazione Biden sta spingendo per un accordo sugli ostaggi e per porre fine ai combattimenti tra Israele e Hezbollah lungo il confine con il Libano.
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