Chiedono al governo di riconoscere le loro unioni, in modo da poter prendere decisioni per i partner caduti in guerra
Diverse centinaia di militari ucraini LGBTQ, insieme ai loro sostenitori, hanno marciato nel centro di Kiev nel corteo del Pride per chiedere maggiori diritti e sottolineare il loro servizio all’Ucraina nella guerra contro la Russia. Il corteo, che si è svolto sotto la pioggia e sorvegliato da una consistente presenza di polizia, ha avuto difficoltà nell’ottenere un luogo per lo svolgimento ed è stato minacciato di contromanifestazioni. I militari, molti dei quali indossavano toppe arcobaleno e con unicorni sulle loro uniformi, hanno chiesto al governo di concedere loro il riconoscimento delle loro unioni. In particolare, gli attivisti stanno cercando di ottenere riforme legali che consentano alle persone che hanno una relazione omosessuale di prendere decisioni mediche con riferimento ai soldati feriti, oltre che di seppellire chi rimane vittima della guerra. Sostengono inoltre che un miglioramento dei diritti degli omosessuali creerebbe un’ulteriore distinzione tra l’Ucraina e la Russia, dove i diritti LGBTQ sono severamente limitati. Alla manifestazione ha partecipato anche personale dell’ambasciata Usa e di diverse ambasciate europee.
La condanna della Chiesa ortodossa ucraina
Le autorità cittadine avevano respinto la richiesta degli organizzatori di consentire lo svolgimento della manifestazione in una stazione della metropolitana, e l’iniziativa è stata condannata da uno dei principali rami della Chiesa ortodossa ucraina: “Questa azione fa parte di un movimento politico radicale di sinistra ed è finalizzata all’imposizione di un’ideologia politica, nonché alla distruzione dell’istituzione della famiglia e all’indebolimento della società ucraina in condizioni di guerra”, ha dichiarato in un comunicato. La polizia ha allestito dei cordoni nel centro di Kiev per tenere lontani i partecipanti al corteo da una contro-dimostrazione e ha accompagnato i manifestanti in una stazione centrale della metropolitana al termine dell’evento. I manifestanti della controdimostrazione, alcuni dei quali indossavano maschere e portavano cartelli contro gli omosessuali, hanno marciato verso un monumento ai caduti nel centro della città. Un soldato ferito, che si trova a Kiev per fare fisioterapia, ha detto di aver partecipato alla controdimostrazione perché teme che non si debbano sollevare questioni sociali divisive durante la guerra. “Sono venuto perché penso che non sia il momento giusto per l’attivismo LGBT“, ha detto il soldato, che ha chiesto di essere identificato con il suo nome di battaglia, ‘Archy’. “Dobbiamo rafforzare il nostro Paese“, ha aggiunto.
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