Lo scisma per antonomasia è stato quello di Avignone del XIV secolo ma non mancano diversi episodi più attuali dal reverendo Domenico Cantore a don Alessandro Minutella

Monsignor Carlo Maria Viganò, ex nunzio apostolico negli Stati Uniti, ha più volte criticato l’operato di Papa Francesco. Per questo motivo è accusato di scisma e il dicastero per la Dottrina della Fede ha convocato il 20 giugno l’ex nunzio invitandolo a presentarsi “per prendere nota delle accuse e delle prove” a suo carico.

Il delitto di scisma – ossia un chiaro e netto distacco di comunità di fedeli dalla Chiesa cattolica, motivato da divergenze dottrinali o da dissensi con la sua gerarchia – è uno dei tre delitti ‘contra fidem’, insieme a eresia e apostasia. A occuparsi di questi delitti è la Congregazione per la Dottrina della Fede che “a norma dell’art. 52 della Costituzione Apostolica Pastor Bonus, giudica, ai sensi dell’art. 2, i delitti contro la fede” e “previo mandato del Romano Pontefice” ha “il diritto di giudicare i Padri Cardinali, i Patriarchi, i Legati della Sede Apostolica, i Vescovi, nonché le altre persone fisiche”. In dettaglio, il delitto di scisma viene definito nel diritto canonico come “il rifiuto della sottomissione al Sommo Pontefice o della comunione con i membri della Chiesa a lui soggetti” (can. 751 CIC). Si tratta dunque di un delitto non contro verità di fede come per l’eresia e l’apostasia, ma il negare il primato Papa o altre cause riguardanti direttamente l’unità della Chiesa cattolica. La pena prevista per questi delitti è la scomunica latae sententiae (a norma del can. 1364 CIC), fermo restando la rimozione dall’ufficio in caso di chierici (can. 194 º1 n.2). Qualunque fedele quindi può essere accusato di scisma. Ma nel caso in cui l’accusa sia rivolta a un religioso, la pena prevista è la scomunica o la dimissione dallo stato clericale.

I casi precedenti più noti 

Lo scisma per antonomasia è stato quello di Avignone, ovvero lo ‘Scisma d’Occidente’: un periodo lungo circa 40 anni che segnò un momento di grande turbolenza nella storia della Chiesa cattolica. Clemente V, francese, fu eletto Papa nel 1305 ad Avignone. E qui, invece che a Roma, decise di stabilire la residenza papale. Questa decisione portò a un periodo di quasi 70 anni in cui i papi risedettero nella città francese e la Chiesa cattolica subì il Grande Scisma d’Occidente – dal 1378 al 1417 – causato dalla presenza di due Papi in contemporanea, uno a Roma e uno ad Avignone. Questo portò a una divisione nella Chiesa cattolica con alcuni Paesi che sostenevano un Papa e altri l’altro. La situazione si risolse solo con l’elezione di Papa Martino V nel 1417 che fu riconosciuto da entrambe le fazioni. In tempi più recenti, un altro caso importante è quello che ha riguardato l’arcivescovo cattolico francese Marcel Lefebvre che si oppose alle riforme apportate dal Concilio Vaticano II e nel post Concilio. Sospeso a divinis nel 1976 da Papa Paolo VI, fu scomunicato da Papa Giovanni Paolo II nel 1988.

Non mancano casi attuali: il reverendo Domenico Cantore, sacerdote di Mottola, nel Tarantino, accusato di scisma nel 2023 per essersi convertito alla Chiesa Ortodossa; Domenico Martino, parroco di Senise, nel Potentino, accusato di scisma e di eresia nel 2022 per aver dichiarato pubblicamente l’intenzione di voler lasciare il sacerdozio e la Chiesa cattolica e di aver partecipato attivamente alle attività liturgiche e pastorali nell’ambito della cosiddetta ‘Ecclesia Catholica Romana Antiqua – Diocesi di San Pio da Pietralcina’, chiesa considerata scismatica dal Vaticano. E poi il palermitano don Alessandro Minutella, dimesso allo stato laicale, dopo che nel 2021 sul suo canale YouTube, aveva inveito contro Papa Francesco e il vescovo di Palermo Corrado Lorefice ed era accusato di aver dato vita a una vera e propria Chiesa parallela a quella cristiana cattolica.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata