Il capodelegazione al parlamento europeo Claudiu Tarziu: "Noi contro von der Leyen anche se Meloni la appoggiasse"

Hanno meno di cinque anni ma hanno fatto molto parlare di sé nello scenario politico romeno. Sono l’Alleanza per l’Unione dei Romeni, Aur, come l’oro che i romani estraevano nell’antica Dacia. Alle ultime elezioni europee hanno raggiunto il 15%, sbarcando a Strasburgo con cinque eurodeputati e unendosi alla compagine del gruppo Ecr, quello di Giorgia Meloni.

Il dialogo con il partito di Orban

Il loro ingresso ha scatenato le ire del partito di Viktor Orban Fidesz, che ha accusato Aur di essere anti-ungheresi e precluso, a loro dire, qualsiasi futuro ingresso nel gruppo. “Fidesz ha una percezione distorta dell’Aur a causa dei ripetuti attacchi dell’Udmr contro di noi. Nonostante ciò, cerchiamo il dialogo con Fidesz e crediamo di poter far parte dello stesso gruppo politico. Condividiamo gli stessi valori e principi conservatori e ora è il momento per tutti i conservatori di unirsi contro i pericoli dell’aggressione globalista”, dichiara a LaPresse Claudiu Tarziu, capodelegazione del partito nazionalista romeno Aur al parlamento europeo, fondatore del movimento assieme a George Simion.
 
“Aur non è contro nessuna minoranza, compresi gli ungheresi in Romania – sottolinea -. La Romania funge da modello di coesistenza in Europa, garantendo ampi diritti e libertà alle 18 minoranze ufficialmente riconosciute all’interno dei suoi confini. Questo deve rimanere invariato. Purtroppo, abbiamo avuto controversie costituzionali con i politici ungheresi del partito Udmr, che, dalle loro posizioni di funzionari pubblici (parlamentari, ministri, funzionari eletti locali), minacciano l’integrità, l’indipendenza e la sovranità dello Stato rumeno. Non possiamo essere condannati per aver difeso la Costituzione e lo stato di diritto in Romania”.

L’opposizione a von der Leyen

Di fatto Meloni ha scelto loro invece di Orban, ma nel gruppo in pochi seguiranno un’eventuale indicazione di voto a von der Leyen. Aur non di certo. “Sebbene non sia ancora certo se Georgia Meloni e i nostri alleati di Fratelli d’Italia sosterranno Ursula von der Leyen per un altro mandato come capo della Commissione Europea, siamo fiduciosi nella nostra libertà di votare secondo la nostra coscienza e le promesse fatte al nostro elettorato. Di conseguenza, noi, Aur, voteremo contro la continuazione del mandato di von der Leyen come capo della Commissione – dichiara Tarziu -. La riteniamo responsabile delle politiche pubbliche che riteniamo abbiano avuto un impatto grave e negativo non solo sul progetto europeo, ma anche sulla vita degli europei”.

Aur: “Ci siamo uniti al gruppo Ecr in modo naturale”

Negli ultimi anni il partito, che sogna la grande Romania assieme alla Moldova, ha assunto posizioni di diversi gruppi no mask e no vax, ma anche critiche nei confronti del sostegno all’Ucraina, tanto che il suo leader George Simion era finito nella lista nera di Kiev. Ora per entrare in Ecr il partito ha dovuto fare chiarezza e sottoscrivere un chiaro impegno pro-Kiev. “Ci siamo uniti al gruppo Ecr al parlamento europeo in modo naturale, perché siamo un partito nazional-conservatore e perché eravamo nel processo di unirci al partito Ecr da tre anni. Abbiamo firmato una dichiarazione in cui abbiamo ribadito ciò che abbiamo detto fin dall’inizio della guerra iniziata dalla Russia contro l’Ucraina, e questo era necessario perché ad alcuni membri del gruppo Ecr non era chiara la nostra posizione, a causa della propaganda anti-Aur in Romania”, sottolinea Tarziu. “In questo documento, il presidente del partito, il signor George Simion, ha ribadito che noi, Aur, condanniamo la guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina e che siamo promotori della pace, che vogliamo per tutta l’Europa – prosegue l’ex senatore -. Aur è stato il primo partito rumeno a tenere una manifestazione di protesta davanti all’ambasciata russa, il secondo giorno dopo lo scoppio del conflitto armato. Inoltre, Aur ha sempre chiesto una risoluzione diplomatica, per trovare una soluzione per tornare a uno stato di pace”.

Le politiche contro la comunità Lgbtq+ e i migranti

Aur professa da sempre posizioni tradizionaliste e contro quella che definisce “propaganda Lgbtq+”. Nel 2018 Tarziu è stato promotore di un referendum per vietare a livello costituzionale i matrimoni omosessuali. “Per quanto riguarda la minoranza Lgbtiq+, siamo guidati dai valori cristiani. Non abbiamo nulla contro gli individui all’interno di questa comunità; tuttavia, respingiamo la loro propaganda specifica, che riteniamo danneggi la moralità pubblica e metta in pericolo l’innocenza dei bambini – sottolinea -. Inoltre, non possiamo sostenere la distorsione della nozione di famiglia attraverso l’accettazione di ‘matrimoni’ tra persone dello stesso sesso e la legalizzazione dell’adozione di bambini da parte di coppie gay”.
Sui migranti l’europarlamentare si dice contrario alla distribuzione delle quote, propria quella prevista dal Patto Migrazione e Asilo votato dal governo Meloni. “Per quanto riguarda le politiche sull’immigrazione, AUR ritiene che sia necessario fermare l’immigrazione illegale, che oggi è sempre più incoraggiata, purtroppo, con le più gravi conseguenze culturali, economiche, sociali e politiche. Inoltre, non sosteniamo quote obbligatorie di immigrati per gli Stati membri”, precisa.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata