Il fondatore di Wikileaks si dichiarerà colpevole e il Dipartimento di Giustizia Usa chiederà una condanna a 62 mesi di carcere

Julian Assange ha patteggiato con l’Amministrazione Biden e non andrà in carcere negli Stati Uniti per la pubblicazione di migliaia di file e cablo riservati del Dipartimento di Stato. In base all’accordo che emerge dai documenti depositati in tribunale, il fondatore di Wikileaks si dichiarerà colpevole e il Dipartimento di Giustizia Usa chiederà una condanna a 62 mesi di carcere, esattamente il tempo già trascorso da Assange nel carcere di massima sicurezza londinese, mentre si opponeva alla sua estradizione negli Stati Uniti. L’accordo consentirà ad Assange di fare immediatamente ritorno nella nativa Australia. L’accordo deve ancora essere approvato da un giudice federale.

Assange dovrebbe comparire davanti al tribunale federale delle Isole Marianne, un commonwealth in unione con politica con gli Usa nel Pacifico occidentale, per dichiararsi colpevole dell’accusa dell’Espionage Act di aver cospirato per ottenere e diffondere illegalmente informazioni riservate sulla difesa nazionale. Lo afferma il Dipartimento di Giustizia in una lettera depositata in tribunale. La sentenza è prevista per mercoledì mattina, ora locale, a Saipan, l’isola più grande delle Marianne. 

 

La moglie di Assange: “Grazie a chi si è mobilitato”

“Julian è libero!!!!”. Così su X Stella Assange, la moglie di Julian Assange commenta la notizia della sua scarcerazione e dell’accordo raggiunto con il Dipartimento di giustizia Usa. “Le parole non possono esprimere la nostra immensa gratitudine a voi, sì proprio voi, che vi siete tutti mobilitati per anni e anni per far sì che tutto ciò diventasse realtà. Grazie. Grazie. Grazie”.

La mamma di Assange: “Il suo calvario sta finendo”

La madre di Julian Assange dice di essere grata che “il calvario di suo figlio sia finalmente giunto al termine. Ciò dimostra l’importanza e il potere della diplomazia silenziosa”. Lo riportano i media australiani dopo la notizia della sua scarcerazione e dell’accordo raggiunto con il Dipartimento di giustizia Usa. Christine Assange ha aggiunto poi che “molti hanno sfruttato la situazione di mio figlio per portare avanti i propri programmi” e ha detto di essere “grata a quelle persone invisibili e laboriose che hanno messo al primo posto il benessere di Julian“. Il padre di Assange ha descritto la svolta come “meravigliosa” ed “energizzante”. 

Difesa Assange: “Accusa accettata rivendica esercizio libertà di stampa”

“L’accusa accettata rappresenta la rivendicazione del legittimo esercizio della libertà di stampa da parte di Julian Assange, che ha adempiuto al sacro dovere di fornire informazioni su eventi molto gravi affinché diventassero di pubblico dominio. Il sacrificio e le conseguenze penali hanno comportato un costo altissimo, ma ne è valsa la pena nell’interesse della difesa della libertà di stampa da sempre proclamata e rivendicata”. Così Baltasar Garzon e Aitor Martinez, membri della difesa di Julian Assange.

Casa Bianca non coinvolta in risoluzione caso Assange 

La Casa Bianca non è stata coinvolta nella decisione di risolvere il caso di Julian Assange. Lo riferisce ad Associated Press un funzionario della Casa Bianca coperto dall’anonimato. Assange ha raggiunto un accordo con gli Stati Uniti che gli consentirà di tornare in libertà nel suo Paese d’origine, l’Australia, in cambio di una dichiarazione di colpevolezza in base all’Espionage Act e di una condanna a 5 anni di carcere, che però ha già scontato nel Regno Unito. Il fondatore di Wikileaks ha lasciato il Regno Unito, dove era detenuto in un carcere di massima sicurezza vicino Londra, e il suo aereo è atterrato a Bangkok per un rifornimento; ripartirà dalla Thailandia nella serata locale e Assange comparirà in tribunale nella mattinata locale di mercoledì a Saipan, capitale delle Isole Marianne Settentrionali, territorio associato agli Usa nel Pacifico occidentale perché l’accordo deve essere approvato da un giudice. L’accordo di patteggiamento arriva mesi dopo che il presidente Usa Joe Biden aveva dichiarato che stava valutando la richiesta dell’Australia di abbandonare la spinta degli Stati Uniti a perseguire Assange.

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