"Rimediamo a un errore storico", ha affermato l'inquilino della Casa Bianca

 Il presidente Usa, Joe Biden, ha deciso di graziare le potenzialmente migliaia di ex soldati condannati per aver violato un divieto, ora abrogato, sul sesso gay consensuale nelle forze armate. “Oggi sto rimediando a un errore storico usando la mia autorità di clemenza per graziare molti ex soldati che sono stati condannati semplicemente per essere se stessi”, ha dichiarato Biden in un comunicato.

“Abbiamo un obbligo sacro nei confronti di tutti i nostri soldati – compresi i nostri coraggiosi soldati LGBTQI+: prepararli ed equipaggiarli adeguatamente quando vengono mandati in pericolo, e prenderci cura di loro e delle loro famiglie quando tornano a casa. Oggi stiamo facendo progressi in questo senso”, ha aggiunto.

L’azione di Biden concede la grazia ai militari condannati in base all’ex articolo 125 del Codice uniforme di giustizia militare, che criminalizzava la sodomia. La legge, in vigore dal 1951, è stata riscritta nel 2013 per proibire solo gli atti forzati. I beneficiari della grazia potranno fare domanda per ricevere la prova che la loro condanna sia stata cancellata, presentare una petizione per ottenere l’aggiornamento del loro congedo dall’esercito e chiedere di recuperare la retribuzione e i benefici perduti.

L’uso dei poteri di grazia da parte del presidente giunge nel mese del Pride e pochi giorni prima di una raccolta fondi di alto profilo per Biden con donatori LGBTQ, che si terrà a New York venerdì. Biden sta cercando di raccogliere il sostegno della comunità democratica in vista delle elezioni presidenziali. I funzionari dell’amministrazione si sono rifiutati di dire perché Biden non abbia agito prima con la grazia. Si tratta della terza grazia concessa da Biden, che utilizza i suoi poteri di clemenza per coprire un ampio gruppo di persone condannate per particolari reati, dopo le mosse del 2022 e del 2023 per graziare le persone condannate a livello federale per possesso di marijuana.

La Casa Bianca stima che saranno coperti dalla misura diverse migliaia di soldati, la maggior parte dei quali condannati prima che le forze armate istituissero nel 1993 la politica ‘Don’t Ask, Don’t Tell’, cioè ‘Non chiedere, non dire’, che consentiva il servizio alle truppe LGBTQ se non rivelavano il loro orientamento sessuale. Tale politica è stata abrogata nel 2011, quando il Congresso ha abolito questa policy consentendo alle persone omosessuali di prestare servizio nell’esercito anche dichiarando il loro orientamento sessuale.

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