“Intendo vincere queste elezioni“. Così Joe Biden risponde al “panico” che ha colpito i Democratici dopo la deludente performance di giovedì sera nel confronto tv di Atlanta con Donald Trump. Il presidente smentisce – lo aveva già fatto la sua campagna – le voci di un suo prematuro abbandono della corsa per la Casa Bianca. “So che non sono giovane, dico una cosa ovvia. Non lavoro più come un tempo, non parlo più fluentemente come un tempo e non so fare più i dibattiti come un tempo, ma so dire la verità. E so come fare questo lavoro”, ha detto Biden parlando a Raleigh, in North Carolina, nel primo comizio post dibattito. Ma i dubbi restano e l’insistenza di Biden nel proporsi come “l’unico che può battere Donald Trump” non farà che amplificare la crisi che sta consumando i Dem, dopo la debacle di giovedì.
Basta leggere gli editoriali dei maggiori media liberal Usa, per comprendere l’umore che serpeggia tra il popolo democratico. “Joe Biden è un brav’uomo e un buon presidente. Deve abbandonare la corsa”, è il titolo dell’editoriale dell’amico Thomas Friedman sul New York Times, che non concede sconti all’anziano presidente. “L’America ha bisogno di meglio. Il mondo ha bisogno di meglio”, scrive. “Novanta minuti di dolore“, è il titolo dell’opinione del Washington Post. Non solo impressioni. A confermarlo ci sono i dati, come l’instant poll della Cnn, che ha assegnato al 67% la vittoria del match tv a Trump, confermando i peggiori incubi dei Dem sull’età di Biden. Poco importa che in un sondaggio ‘alla cieca’ condotta da YouGov, presentando agli intervistati solamente gli argomenti proposti dai due duellanti, gli elettori abbiano preferito le politiche di Biden a quelle di Trump. E mentre sui media Usa si fa l’ipotesi di una convention ‘aperta’, nella quale Biden dovrebbe ritirarsi e ‘liberare’ i propri delegati a favore di candidati più giovani, come la stessa vice presidente Kamala Harris (meno popolare dello stesso Biden) o il governatore della California Gavin Newson, o addirittura Michelle Obama (ipotesi suggestiva ma improbabile) lo stesso Trump esclude cambiamenti in corsa. “Credo che il candidato sarà lui”, ha detto il tycoon parlando con Fox News. Più che una certezza, un auspicio, vista la facilità con la quale ha battuto il suo rivale davanti alle telecamere della Cnn.
Un dibattito, quello di giovedì sera, che ha cancellato il ricordo di altri celebri duelli televisivi, costati la presidenza a uno dei due contendenti. Su tutti, quello del settembre 1960 tra Richard Nixon e John Kennedy, primo dibattito presidenziale della Storia della tv Usa. Il repubblicano Nixon, che era stato per otto anni vice presidente di Dwight Eisenhower, era il grande favorito per la Casa Bianca. Forse troppo sicuro di sé, forse inconsapevole della nascente capacità del mezzo televisivo di influenzare l’opinione pubblica, si presentò davanti alle telecamere in grigio, pallido (rifiutò il trucco), con il colletto della camicia troppo largo, sudato e con la barba da tardo pomeriggio. Dall’altra parte, un Kennedy impeccabile con la sua abbronzatura e il suo abito blu, emblema vivente della nuova America proiettata verso il futuro. Difficile percepire il 78enne Trump come il traghettatore per una nuova èra, ma l’81enne Biden ha mostrato l’altra sera tutta la sua fragilità di fronte alle sfide di un nuovo quadriennio nello Studio Ovale.