I Tories quasi certamente lasceranno il governo dopo 14 anni

Una sconfitta storica. È questo, secondo tutti i sondaggi, il destino che attende Rishi Sunak il 4 luglio quando il Regno Unito, per volontà dello stesso premier, andrà alle urne per le elezioni generali. La consultazione è stata indetta in anticipo rispetto al termine naturale della legislatura, prevista al massimo entro la fine dell’anno. La mossa però si profila come un boomerang per il capo del governo.

Conservatori al governo da 14 anni ma Sunak rischia il tracollo

Il divario fra i Conservatori di Sunak, al governo da 14 anni, e i Laburisti è enorme e apparentemente incolmabile. Le rilevazioni indicano il partito guidato da Keir Starmer con un vantaggio di circa 20 punti al 40% e per i Tory c’è il rischio di essere doppiati. Come se non bastasse, nell’ultimo periodo il partito di Sunak è stato investito da uno scandalo che, se confermato, sarebbe un caso di insider trading.

Lo scandalo scommesse sulla data delle elezioni 

La Commissione di vigilanza britannica sul gioco d’azzardo sta infatti indagando su centinaia di scommesse sospette sulla data delle elezioni effettuate alla vigilia dell’annuncio di Sunak. Alcuni esponenti conservatori sono finiti sotto inchiesta. Fra i sospetti eccellenti ci sarebbero anche la candidata Laura Saunders e, soprattutto, il marito Tony Lee, a capo della campagna elettorale del partito conservatore, che in seguito alla scoperta del caso si è messo in aspettativa.

Sunak si è detto “incredibilmente arrabbiato” per la vicenda che ha sporcato l’immagine del partito. Nell’ultimo confronto televisivo Sunak e Starmer, secondo un instant poll effettuato da YouGov, hanno concluso in sostanziale parità senza un perdente o un vincitore. Starmer ha puntato sul “caos” creato dai conservatori, presentandosi invece come il fautore di una “politica al servizio della gente”. Sunak ha puntato sul tema migranti, accusando Starmer di voler “aprire le porte” ai rifugiati.

Il ritorno di Farage :”Starmer ha già vinto”

L’attuale premier, inoltre, deve guardarsi alle spalle da destra, dove è tornato in campo Nigel Farage. Il leader populista, a capo del partito Reform UK, ha detto che “Starmer ha già vinto” e che solo lui, fautore della Brexit, sarà “la vera opposizione”, mentre i Tory, che a suo dire non hanno messo in pratica tutte le possibilità offerte dall’uscita dall’Ue, saranno “umiliati alle urne”. Secondo i sondaggi il partito di Farage potrebbe attestarsi attorno al 15%, a soli cinque punti di distanza dai tory.

Nelle ultime rilevazioni le intenzioni di voto relative ai tre principali partiti si sono cristallizzate, ma l’ultima uscita di Farage rispetto al conflitto fra Russia e Ucraina potrebbe cambiare le carte in tavola. Farage ha accusato l’Occidente di aver “provocato Putin” e la Russia, definita “un orso”, che “come tale non si deve punzecchiare con un bastone appuntito, perché poi ti salta addosso”. Parole che sono state condannate da tutte le altre forze politiche, ma che potrebbero fare presa su un certo tipo di elettorato, sia tra gli astensionisti che fra i delusi dai conservatori.

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