Le figure e i programmi della consultazione elettorale

Il Regno Unito oggi va alle urne nelle sue prime elezioni nazionali in quasi cinque anni, con i sondaggi che prevedono una sonora sconfitta per il Partito conservatore del primo ministro Rishi Sunak, da 14 anni al potere dopo tre tornate elettorali. Mentre la maggior parte degli osservatori pensava che il voto si sarebbe tenuto in autunno, con la legislatura si sarebbe dovuta concludere a metà dicembre, Sunak ha puntato sulle elezioni estive, sperando che notizie economiche positive lo aiutassero a convincere gli elettori che le politiche conservatrici stavano iniziando a funzionare.

La decisione ha sorpreso una parte del partito, mentre verso alcuni membri sono emerse accuse di aver scommesso sulla data delle elezioni sfruttando informazioni privilegiate. Il grande favorito è il Partito laburista di Keir Starmer, che ha concentrato la sua campagna su una sola parola: cambiamento. Senza contare la sfida da destra ai Tory del nuovo partito Reform UK di Nigel Farage. Di seguito una panoramica sulle elezioni e sulle forze in campo.

Sistema di voto

Il Regno Unito utilizza un sistema di voto ‘first past the post’, il che significa che il candidato che si classifica primo in ogni circoscrizione elettorale sarà eletto, anche se non ottiene il 50% dei voti. Ciò ha generalmente consolidato il predominio dei due maggiori partiti, conservatori e laburisti, perché è difficile per i partiti più piccoli ottenere seggi, a meno che non si concentrino in aree particolari. Gli elettori eleggeranno 650 legislatori che rappresentano altrettante circoscrizioni elettorali, o aree locali, e il partito che avrà la maggioranza alla Camera dei Comuni, da solo o con il sostegno di partiti, formerà il prossimo governo e il suo leader sarà primo ministro.

Il Partito Conservatore di Rishi Sunak

I conservatori hanno affrontato una sfida dopo l’altra da quando hanno preso il potere nel 2010, dalla crisi finanziaria globale, che ha gonfiato il debito britannico e ha portato i conservatori a imporre anni di austerità per pareggiare il bilancio, alla Brexit e l’uscita dall’Unione europea, al COVID-19 e la guerra in Ucraina. Gli scandali hanno condotto alla cacciata dell’ex primo ministro Boris Johnson per il cosiddetto ‘partygate’ e Liz Truss, che gli è succeduta, è durata in carica solo 45 giorni per le sue politiche economiche disastrose.

Sunak, 44 anni, è salito al potere nell’ottobre del 2022. Laureato a Oxford ed ex gestore di hedge fund per Goldman Sachs, è il primo premier britannico di colore e il primo indù, nonchè il più giovane. Ha sottolineato di essere lui l’uomo che ha ‘stabilizzato la nave’, ma i critici dicono che manca di giudizio politico e non è in contatto con gli elettori. Il Regno Unito ha lottato contro un’inflazione elevata e una crescita economica lenta, e negli ultimi anni migliaia di richiedenti asilo e migranti economici hanno attraversato la Manica su imbarcazioni precarie.

La politica firmata dai conservatori per porre un argine è stato un piano per la deportazione dei migranti in Ruanda, accusato dai critici di violare il diritto internazionale, essere disumano e poco utile. Alle ultime elezioni i Tory avevano vinto 365 seggi, ora promettono un’economia più forte, di tagliare le tasse di circa 17 miliardi di sterline all’anno, aumentare la spesa sanitaria pubblica al di sopra dell’inflazione e aumentare la spesa per la difesa al 2,5% del Pil entro il 2030.

Il Partito Laburista di Keir Starmer

Keir Starmer, avvocato 61enne, ex procuratore capo di Inghilterra e Galles, è il favorito per diventare premier. Centrista e pragmatico, ha lavorato duramente per allontanare il suo partito dalle politiche più apertamente socialiste dell’ex leader Jeremy Corbyn e per sedare le divisioni interne. I critici lo definiscono poco entusiasmante e privo di ambizioni, ma il Labour ha guadagnato popolarità sotto la sua guida, mentre alle ultime elezioni aveva ottenuto 202 seggi.

I laburisti propongono una strategia infrastrutturale decennale, la creazione di una società statale di energia pulita per aumentare la sicurezza energetica, pagata con una tassa sui giganti del petrolio e del gas, di tassare le scuole private per pagare migliaia di nuovi insegnanti nelle scuole statali e di ridurre i tempi di attesa record nella sanità pubblica.

Reform Uk di Nigel Farage

Farage, 60 anni, tra i principali sostenitori della Brexit e orgoglioso di essere il disgregatore della politica britannica, ha creato seria preoccupazione tra i conservatori annunciando che si sarebbe candidato. Il leader populista divide da tempo l’opinione pubblica con la sua retorica anti-migranti e la sua posizione euroscettica. Si era candidato al Parlamento sette volte ma non aveva mai vinto, ha ottenuto il suo primo parlamentare quest’anno, quando l’ex vicepresidente del partito conservatore Lee Anderson ha disertato in favore del partito riformista. Farage propone di abbandonare la Convenzione europea dei diritti dell’uomo in modo che i richiedenti asilo possano essere deportati senza l’intervento dei tribunali.

Gli altri partiti

Il Partito nazionale scozzese, che si batte per l’indipendenza scozzese, i Liberal democratici, il Partito unionista democratico (DUP), che cerca di mantenere i legami tra Gran Bretagna e Irlanda del Nord, il movimento indipendentista irlandese Sinn Féin sono gli altri principali partiti in corsa. John Swinney, 60 anni, è il terzo leader dell’SNP in poco più di un anno, dopo il caos per le dimissioni della premier scozzese Nicola Sturgeon in seguito a un’indagine sul finanziamento della campagna elettorale che ha portato ad accuse penali contro suo marito. Il partito aveva 48 seggi, punta ad aprire negoziati con il governo britannico per l’indipendenza scozzese, vuole rientrare nell’Unione europea e nel mercato unico europeo. I Lib Dem, guidati dal 2019 da Ed Davey, 58 anni, alle scorse elezioni avevano ottenuto invece 11 seggi, mentre il DUP 8 seggi e Sinn Féin 7.

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