Voli cancellati e ospedali in panne. Colpiti anche media e banche
Un ‘millennium bug’ in ritardo di 24 anni si è materializzato sui Computer di mezzo mondo, con ricadute su servizi, ospedali e – soprattutto – trasporti. Elon Musk l’ha definito “il più grande fallimento informatico di sempre”; e, in effetti, non si ricordano precedenti di tali proporzioni. A provocarlo un difetto in uno degli aggiornamenti per Windows prodotto dalla società americana per la cybersicurezza Crowdstrike che ha mandato in crash il sistema operativo di Microsoft. Si tratta del Falcon sensor che controlla la sicurezza di grandi reti di pc e scarica un software di monitoraggio su ogni macchina. Il bug non ha però colpito gli altri sistemi operativi più diffusi, come Mac e Linux, ha precisato il presidente e ceo di Crowdstrike, George Kurtz, assicurando che “il problema è stato identificato, isolato ed è stato distribuito un fix”, ovvero la ‘correzione’ del software difettoso. Le tempistiche per una risoluzione del problema, tuttavia, non sono chiare. Perché alcuni sistemi riprendano a funzionare in modo automatico “potrebbe volerci del tempo”, ha osservato Kurtz aggiungendo che la sua azienda è “profondamente dispiaciuta” per l’accaduto, in particolare “per l’impatto che abbiamo causato ai clienti, ai viaggiatori e a chiunque sia stato coinvolto in questo”.
Escluso l’attacco informatico
Il mea culpa di Crowdstrike ha stroncato sul nascere le voci di un mega attacco hacker; ipotesi peraltro già esclusa da alcune agenzie nazionali per la cybersicurezza. Come la francese Anssi che nel momento di maggior caos aveva fatto sapere come non ci fosse “alcun elemento”a sostegno dell’ipotesi di “un attacco informatico”. Anche il governo tedesco, attraverso il ministero dell’Interno, aveva parlato di assenza di prove riguardo a un’eventuale mano hacker dietro il mega blackout informatico.
Danni e disservizi al settore trasporti
Danni e disservizi si sono registrati in ogni settore interconnesso, a partire da quello dei trasporti. Migliaia i voli cancellati che hanno interessato le principali compagnie internazionali: negli Stati Uniti gli aerei di United, American Airlines, Delta e Allegiant – secondo la Federal Aviation Administration – sono rimasti a terra mentre centinaia di passeggeri dormivano vicino ai gate per gli imbarchi nell’aeroporto di Los Angeles. In Canada la Poter Airlines ha annunciato di aver annullato diversi voli, mentre la Air Canada – la più importante del Paese – ha escluso impatti rilevanti sulle sue operazioni. Di “leggeri disagi” ha, invece, parlato Lufthansa, i cui sistemi – ha spiegato il vettore tedesco – “non sono stati colpiti”. Sorte diversa è toccata a Eurowings, costretta a cancellare quasi tutti i voli “soprattutto quelli interni alla Germania”. All’aeroporto di Dubai, infine, le operazioni sono tornate alla normalità – ha riferito l’autorità che gestisce lo scalo – “dopo un’interruzione del sistema globale che ha interessato il processo di check-in per alcune compagnie aeree nei Terminal 1 e 2”.
I problemi agli ospedali
Altro settore sensibile colpito è stato quello della sanità: disservizi negli ospedali si sono registrati, tra gli altri, in Israele, in Canada (dove si sono registrati ritardi nel trattamento dei pazienti della rete dell’University health network) e nell’ospedale universitario tedesco Schleswig-Holstein, che ha annullato gli interventi in programma nelle sedi di Kiel e Lubecca. Dei punti deboli nei sistemi informatici ha parlato con LaPresse l’Organizzazione internazionale dell’aviazione civile (Icao), ricordando la recente approvazione di una “una risoluzione dove si ribadisce “l’importanza e l’urgenza di affrontare la cybersicurezza e la resilienza informatica dei sistemi, dei dati e delle informazioni critiche dell’aviazione civile”. Perché una giornata da incubo così resti solo un lontano ricordo.
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