Israele, raid in Yemen in risposta all’attacco Houthi

L'Idf conferma: "Colpiti obiettivi militari nel porto di Hudaydah"

La risposta israeliana al drone Houthi che ieri ha causato la morte di una persona e il ferimento di altre a Tel Aviv è durissima. Nel primo pomeriggio, dopo una riunione segreta avvenuta in mattinata, è giunto il via libera ad un pesante raid sul territorio delle Yemen. I caccia dello Stato ebraico infatti hanno colpito “obiettivi militari” nel porto di Hodeidah come rappresaglia nei confronti delle “centinaia di attacchi effettuati contro lo Stato di Israele negli ultimi mesi”. Si tratta del primo raid diretto rivendicato da Israele nello Yemen. L’attacco, ha spiegato l’esercito israeliano, aveva lo scopo di “impedire agli Houthi di importare armi iraniane”, oltre a causare “danni finanziari” al gruppo sostenuto dall’Iran. Un’azione che è anche un messaggio a quello che Tel Aviv definisce ‘l’asse del male’. “Rendiamo chiaro ai nostri nemici che non c’è posto dove non possa arrivare la lunga mano dello Stato di Israele”, ha dichiarato il primo ministro Benjamin Netanyahu.

Il governo israeliano è consapevole del fatto che la risposta potrebbe portare a una nuova escalation ma i funzionari hanno valutato che occorreva dare una risposta per “non perdere la deterrenza” in quanto l’attacco effettuato dagli Houthi su Tel Aviv “ha superato tutte le linee rosse” pertanto “i giorni della moderazione sono finiti”. Lo Stato ebraico ha ribadito di aver agito “da solo” smentendo le voci secondo cui il Regno Unito e gli Usa avrebbero collaborato al raid. Da Washington, che sarebbe stata avvertita in precedenza come anche altri Paesi arabi a partire dall’Egitto, è arrivato comunque un segnale di sostegno. Gli Stati Uniti “riconoscono e accettano pienamente il diritto di Israele all’autodifesa”, ha affermato un portavoce della Casa Bianca. E proprio negli Usa si recherà nelle prossime ore il premier israeliano Benjamin Netanyahu. L’attacco, e l’attesa per le eventuali ritorsioni, non cambia infatti i suoi piani.

La volontà del leader del Likud sarebbe quella di incontrare anche Donald Trump oltre a Joe Biden e all’atteso discorso che pronuncerà davanti al Congresso. Rabbiosa la reazione degli Houthi. Il gruppo yemenita ha fatto sapere che l’attacco ha provocato “morti e feriti” minacciando vendetta. “L’entità sionista pagherà il prezzo per aver preso di mira una struttura civile. Affronteremo un’escalation con un’escalation”, ha dichiarato un alto funzionario del gruppo sciita confermando che gli attacchi andranno avanti “fino a quando i crimini di genocidio a Gaza non saranno fermati”.