Raccolti in 24 ore 150 milioni di dollari di donazioni
Kamala Harris si avvia con passo spedito verso la nomination Democratica per la Casa Bianca. Dopo l’endorsement di Joe Biden, che ha dato il ‘la’ alle dichiarazioni di sostegno, sono arrivate quelle di gran parte dei maggiori esponenti del partito. Domenica, poco dopo l’annuncio del presidente, c’era stato quello di Bill e Hillary Clinton. Lunedì, Harris ha incassato uno dei via libera più preziosi, quello di Nancy Pelosi: “È con immenso orgoglio e ottimismo illimitato per il futuro del nostro Paese che appoggio la vicepresidente Kamala Harris alla Presidenza degli Stati Uniti”, ha dichiarato la speaker emerita della Camera, figura potente dei Dem, che in precedenza si era invece espressa per un processo ‘aperto’, da svolgersi in occasione della convention del partito a Chicago, a partire dal 18 agosto.
Harris, manca ancora l’endorsement di Obama
Harris sembra non avere avversari, dopo che i principali papabili per un’eventuale sfida si sono chiamati fuori e hanno annunciato il loro endorsement: dal governatore della California, Gary Newsom, a quelli di Pennsylvania, Josh Shapiro, Kentucky, Andy Beshear, e Illinois, JB Pritzker. Diverse delegazioni hanno già annunciato il loro sostegno alla vice presidente: dalla Florida alla Lousiana, dal Maryland al Kentucky. Mancano all’appello ancora endorsement importanti, come quello di Barack Obama, col quale Harris ha parlato al telefono. E quelli dei leader Dem del Senato, Chuck Schumer, e della Camera, Hakeem Jeffries, che hanno in programma un incontro con la vice presidente. Ma dopo le dichiarazioni pubbliche di sostegno di decine di deputati e senatori e delle varie componenti Dem del Congresso, il via libera ufficiale sembra solo questione di ore. “Harris ha eccitato il partito e il Paese”, ha detto Jeffries. Harris ha fatto la sua prima apparizione pubblica da candidato in pectore dei Democratici, partecipando a un evento alla Casa Bianca, nel quale ha voluto rendere omaggio a Joe Biden, che è ancora nella sua residenza di Rehoboth, in Delaware, dove si sta riprendendo dal Covid. La “legacy” e i “traguardi” raggiunti da Joe Biden in tre anni sono “senza precedenti nella Storia moderna“, ha detto. La vice presidente ha annunciato che nel pomeriggio di lunedì sarà a Wilmington, in Delaware, dove ha sede il quartier generale di quella che fino a domenica era la ‘Biden-Harris Campaign’ e ora vede il suo nome in cima al ticket, in attesa della scelta di un candidato vice presidente. “Insieme vinceremo”, il suo messaggio. Nel frattempo, gli avvocati del Partito democratico hanno già avviato i controlli sui nomi dei possibili candidati alla vice presidenza, esaminando le loro storie personali, le finanze, la storia famigliare. Tra i nomi passati al setaccio, quello del governatore del North Carolina Roy Cooper, della Pennsylvania Josh Shapiro e del senatore dell’Arizona Mark Kelly. La candidatura Harris, ancora da valutare appieno nei sondaggi e, soprattutto nelle urne, sta comunque suscitando entusiasmo nel partito e tra i grandi donatori Democratici. Nelle 24 ore successive all’annuncio di Biden, il principale Pac (Comitato di azione politica) della campagna, ‘Future Forward’, ha ricevuto impegni di donazioni per 150 milioni di dollari. Un record.
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