Nell’arco di 70 anni, fra il 1950 e il 1999, sono 200mila i bambini e gli adulti vulnerabili che in Nuova Zelanda hanno subito abusi mentre si trovavano in strutture gestite dallo Stato o da istituzioni religiose, come orfanotrofi o centri per persone con disabilità. È quanto emerge da un’inchiesta indipendente durata 6 anni e appena presentata al Parlamento neozelandese, che secondo gli autori è la più ampia mai condotta a livello mondiale su abusi e negligenze nei confronti di persone affidate alle cure e all’assistenza di strutture specifiche. Secondo l’indagine, le agenzie statali e le chiese del Paese hanno fallito nel prevenire, fermare o ammettere l’abuso di coloro di cui avrebbero dovuto prendersi cura, anche quando ne erano a conoscenza. La portata degli abusi è stata “inimmaginabile”, il controllo delle istituzioni statali e religiose era poco rigoroso e i responsabili raramente hanno subito ripercussioni, ha accertato lo studio.