La Convention democratica si aprirà a Chicago il 18 agosto
Kamala Harris ha ormai la nomination in tasca. La Convention democratica che si aprirà a Chicago il 18 agosto non potrà che certificare quanto avvenuto tra domenica e martedì. La vice presidente, dopo l’endorsement più importante, quello di Joe Biden, ha rapidamente incassato il sostegno dei padri e delle madri nobili del partito, come Bill e Hillary Clinton e Nancy Pelosi; dei possibili rivali per la candidatura, come il governatore della California, Gary Newsom, della Pennsylvania, Josh Shapiro, del Kentucky, Andy Beshear e dell’Illinois, JB Pritzker; di super star come George Clooney e Beyoncé, che le ha concesso l’uso della sua hit ‘Freedom’, come inno della campagna. Harris si è assicurata la maggioranza dei delegati democratici conquistati da Biden nelle primarie e, in ultimo, l’endorsement dei leader Dem del Congresso.
“Siamo qui oggi per offrire il nostro sostegno al vicepresidente Kamala Harris”, hanno annunciato il leader della maggioranza al Senato, Chuck Schumer, e quello della Camera, Hakeem Jeffries. Manca ancora il sostegno esplicito di Barack Obama, che aveva fatto sapere di preferire un processo ‘aperto’ per la scelta del sostituto di Joe Biden per la corsa presidenziale. È possibile che nelle prossime ore anche l’ex presidente, in nome della ritrovata unità del partito, getti il suo peso dietro a Harris. In queste ore, proseguono i colloqui per la scelta del vice che affiancherà Harris nelle elezioni del 5 novembre. Su tutti, al momento emergono i nomi del governatore del North Carolina Roy Cooper, della Pennsylvania Josh Shapiro e del senatore dell’Arizona Mark Kelly. “Voglio guadagnarmi la nomination e vincere”, ha detto la vice presidente lunedì sera, salutando lo staff della sua campagna a Wilmington, in Delaware, nel quartier generale di quella che fino a domenica era stata la macchina elettorale di Joe Biden. I due capi della campagna, Jen O’Malley Dillon e Julie Chavez sono stati confermati dalla vice presidente. In collegamento dalla sua residenza di Rehoboth, Biden diceva di avere preso la “decisione giusta” con Harris e assicurava, “non sono più nel ticket, ma rimango impegnato. Stiamo ancora combattendo insieme, non vado da nessuna parte”.
Nel frattempo, a partire da domenica, nelle casse della campagna sono entrati oltre 100 milioni di dollari. Merito dell”effetto Harris’, che ha saputo rivitalizzare un elettorato democratico depresso. Harris lunedì sera ha anche anticipato quello che sarà uno dei temi dominanti della campagna. “Da procuratore ho avuto a che fare con criminali di ogni tipo” e “conosco che tipo è Donald Trump”, ha detto la vice presidente, in riferimento alla sua precedente carriera in California e ai tanti guai giudiziari e condanne di cui è stato protagonista il tycoon negli ultimi anni. “Harris ha mentito sulle reali condizioni di Biden”, è stata la risposta di Donald Trump e del suo vice JD Vance. Martedì, per Harris, nuovo impegno elettorale a Milwaukee, in Wisconsin, Stato decisivo per la vittoria a novembre, che è appena stato teatro della conventio repubblicana che ha incoronato per la terza volta Trump candidato del suo partito. Biden, guarito dal Covid, ha fatto martedì il suo ritorno alla casa Bianca. Mercoledì sera si rivolgerà alla nazione per spiegare nel dettaglio le ragioni del suo ritiro e per parlare di “ciò che ci aspetta e di come finirò il lavoro per il popolo americano”.
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