Colpevole di aver fatto sprofondare il Paese in una crisi economica, è accusato di crimini contro l'umanità dall'Onu e di traffico di droga dagli Usa

Nato il 23 novembre 1962 a Caracas, Nicolas Maduro Moros è a capo del Venezuela da ben 11 anni e cerca un terzo mandato che gli assicurerebbe la carica per altri sei anni. Il leader 61enne è l’erede designato da Hugo Chavez, che lo scelse come suo successore prima di morire di cancro. Nel corso della sua carriera politica è stato ministro degli Esteri dal 2006 al 2013 e vicepresidente da ottobre 2012 a marzo 2013. Ad oggi è anche presidente del Partito Socialista Unito del Venezuela, fondato nel 2008. 

Per Maduro, che ha presieduto a un collasso economico con una superinflazione che ha visto milioni di persone lasciare il Paese, queste elezioni potrebbero tradursi in un altro mandato o nella fine delle politiche dichiarate socialiste, che ai tempi di Chavez hanno dato una forte spinta a programmi contro la povertà ma la cui prolungata cattiva gestione ha successivamente fatto scivolare il Paese nella crisi economica in corso.

In gioco, naturalmente, ci sono anche la gestione delle riserve di petrolio del Venezuela, che sono le più grandi al mondo, nonché la continuità di alleanze con Paesi come Cina, Russia e Iran.

Il politico socialista è accusato, da diversi Stati e organizzazioni internazionali, di governare in modo autoritario e di reprimere il dissenso. Nel 2020, inoltre, le Nazioni Unite hanno accusato Maduro di e il suo governo di crimini contro l’umanità mentre nello stesso anno gli Stati Uniti hanno lo hanno incriminato con l’accusa di traffico di droga. 

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