Il presidente russo avrebbe ordinato di "cacciare" le truppe ucraine dal territorio entro inizio ottobre

Vladimir Putin sceglie un luogo iconico come Beslan per lanciare l’ennesimo attacco a Kiev. Parlando con l’associazione delle vittime del sanguinoso massacro da parte dei separatisti ceceni avvenuto nel 2004 in una scuola della città, dove morirono oltre 300 persone, il leader del Cremlino ha dichiarato che la Russia “come ha combattuto i terroristi” farà altrettanto con coloro che “hanno commesso crimini nella regione di Kursk, nel Donbass, in Novorossiya”. Il presidente russo ha promesso che gli obiettivi verranno raggiunti “anche nella lotta contro il neonazismo” e i “criminali” saranno “puniti”.

Non si ferma l’avanzata ucraina nel Kursk

Secondo i media ucraini, Putin avrebbe ordinato di “cacciare” le truppe di Kiev dal territorio russo entro inizio ottobre, ma l’avanzata nel Kursk dei soldati ucraini non si ferma. Il comandante delle forze armate di Kiev, Alexander Syrsky, ha affermato che i suoi militari controllano più di 1.260 chilometri quadrati di territorio e 93 insediamenti. Un’operazione militare che – ha spiegato – viene portata avanti “per creare una zona di sicurezza e fermare i bombardamenti dal territorio della Federazione Russa contro obiettivi civili nella regione di Sumy”. A dire di Mosca però gli ucraini non sarebbero i soli a combattere i soldati russi nel Kursk. La Russia infatti ha convocato l’incaricata d’affari degli Stati Uniti nel Paese, Stephanie Holmes, per comunicarle che ci sarebbero “prove emergenti” relative alla partecipazione di “compagnie militari private americane al fianco delle forze armate ucraine durante l’invasione del territorio della Federazione Russa”.

Nel Donbass situazione “difficile”

Sulla situazione nel Kursk è intervenuta anche l’Unione Europea. Bruxelles ha ribadito che l’offensiva di Kiev è “il risultato e la conseguenza delle azioni illegali di Putin” nei confronti dell’Ucraina che “sta combattendo una guerra difensiva contro un brutale aggressore”. Se Kiev può vantare l’esito positivo della sortita in territorio russo, le truppe di Mosca stanno continuando la loro avanzata nel Donbass. Lo stesso presidente Zelensky ha ammesso che sul fronte orientale la situazione “è difficile”.

Kiev mette al bando la Chiesa ortodossa russa

Intanto, il parlamento di Kiev ha approvato la messa al bando in Ucraina della Chiesa ortodossa russa e delle sue organizzazioni affiliate. Secondo la legge, che entrerà in vigore 30 giorni dopo la sua pubblicazione, i membri della Chiesa ortodossa russa in Ucraina avranno “9 mesi di tempo per recidere i legami con la Chiesa di Mosca”. Una decisione aspramente criticata dalla Russia. Kiev vuole “distruggere la vera Ortodossia e sostituirla con una falsa chiesa“, ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, parlando di “atto distruttivo”.

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