L'Ungheria spara a zero sull'Alto rappresentante europeo Borrell e il ministro degli Esteri di Budapest stringe accordi energetici con Gazprom
Da una parte Kiev e Bruxelles chiedono più sostegno immediato alla causa Ucraina, dall’altra gli Stati membri vanno in ordine sparso e l’Ungheria spara a zero sull’Ue. Le divisioni sono emerse nella prima riunione, informale, dei ministri degli Esteri tenutasi a Bruxelles e non a Budapest come inizialmente previsto. L’Alto rappresentante Ue per la politica estera Josep Borrell guida il fronte dei falchi. Accoglie il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, e ne rilancia l’appello ai 27 a togliere le restrizioni sull’uso delle armi inviate a Kiev in territorio russo, come previsto dal diritto internazionale.
Se la gran parte dei paesi Ue ha accolto l’appello di Borrell, l’Italia resta ferma sulla sua posizione. Per il ministro degli Esteri, Antonio Tajani è stato un errore aver tolto l’organizzazione del Consiglio Esteri informale all’Ungheria per punire i viaggi a Mosca e Pechino, non concordati, del premier Viktor Orban. Le parole di Tajani hanno suscitato più di una critica tra l’opposizione italiana. In ogni caso, Budapest non deve aver preso bene la mossa dell’Alto rappresentante.
Borrell: “Ridicolo dire che colpire in Russia è guerra a Mosca”
“Ieri abbiamo discusso di come eliminare le restrizioni all’uso delle armi contro obiettivi militari russi. Ho la mia opinione personale in merito. Di certo devo avere opinioni personali se voglio spingere il consenso tra gli Stati membri. Ma è chiaro che questa è una cosa che appartiene a ciascuno di loro. Non è una politica dell’Unione Europea, quei paesi che inviano missili a lungo raggio o altre armi all’Ucraina decideranno ognuno per la propria parte come possono essere utilizzate. Ma penso che sia ridicolo dire che consentire di colpire all’interno del territorio russo significhi essere in guerra contro Mosca“. Lo ha detto l’Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, al suo arrivo al Consiglio informale Difesa a Bruxelles.
“Non siamo in guerra contro Mosca. Penso che sia ridicolo dire ciò. Noi stiamo supportando l’Ucraina. E l’Ucraina è attaccata dal territorio russo e secondo il diritto internazionale può reagire attaccando i luoghi da cui viene attaccata. Quindi non c’è niente di strano in questo. Puoi essere d’accordo o meno, ma non è essere in guerra contro Mosca. Lo faranno alcuni Stati membri”, ha rimarcato.
Borrell: “Aumentare addestramento soldati e aprire centro a Kiev”
“Discuteremo di come aumentare la nostra missione di addestramento. L’obiettivo è di circa 60.000 soldati addestrati. Aumenteremo questo obiettivo. Questa è la missione di addestramento di maggior successo mai realizzata dall’Unione europea. Molti paesi hanno contribuito a questo. Discuteremo della possibilità di aprire una cellula a Kiev per aumentare il nostro coordinamento con le Forze armate ucraine”. Lo ha detto l’Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, al suo arrivo al Consiglio informale Difesa a Bruxelles.
Borrell: “Forze apertura centro difesa a Kiev già a settembre”
Successivamente, in conferenza stampa al termine del Consiglio informale Difesa, Borrell ha detto che il centro di difesa Ue a Kiev potrebbe aprire già a settembre. “Dobbiamo integrare la difesa ucraina nella nostra base industriale, c’è molto da imparare dalla capacità degli ucraini di aumentare la loro innovazione nel campo della difesa, ed è per questo che abbiamo deciso di aprire un ufficio per l’innovazione della difesa dell’Unione europea a Kiev, insieme alla Commissione. Sarà aperto a breve, forse a settembre“, ha affermato l’Alto Rappresentante. “In ogni caso, ho in programma di visitare l’Ucraina a settembre o ottobre, prima della fine del mio mandato di Alto rappresentante, per dare l’ultimo impulso alla cooperazione con l’Ucraina sul supporto militare della sua difesa. È stata una parte importante del mio compito negli ultimi anni”, ha rimarcato.
Crosetto: “Kiev non contesta nulla a Italia su limiti armi”
A opporsi all’utilizzo delle armi europee sul territorio russo anche l’Italia, ma a riguardo il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha detto che la stessa Ucraina non ha mai criticato la scelta di Roma. “Gli ucraini non hanno nulla da contestare all’Italia” sul tema, ha detto il ministro a margine del Consiglio informale Difesa a Bruxelles. “Il giudizio che ci interessa è quello delle persone che sono in difficoltà, non delle altre persone. Tutto quello che ci hanno richiesto gli ucraini fino ad adesso gli è stato dato“.
Von der Leyen: “Alcuni politici inquinano dibattito e incolpano Kiev”
Critiche a chi nell’Unione parla di far diminuire il sostegno all’Ucraina sono arrivate anche dalla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. “Oggi, alcuni politici all’interno della nostra Unione, e persino in questa parte d’Europa, stanno intorbidendo le acque della nostra conversazione sull’Ucraina. Incolpano della guerra non l’invasore ma chi è stato invaso; non la brama di potere di Putin ma la sete di libertà dell’Ucraina. Quindi vorrei chiedere loro: incolpereste mai gli ungheresi per l’invasione sovietica del 1956? Incolpereste mai i cechi per la repressione sovietica del 1968? La risposta è molto chiara: il comportamento del Cremlino era illegale e atroce allora. Ed è illegale e atroce oggi“, ha detto la leader dell’Euroesecutivo in un intervento al Globsec Forum di Praga. “Noi europei possiamo avere storie diverse. Possiamo parlare lingue diverse, ma in nessuna lingua la pace è sinonimo di resa. In nessuna lingua la sovranità è sinonimo di occupazione. Coloro che sostengono di porre fine al sostegno all’Ucraina non sostengono la pace. Sostengono la sottomissione dell’Ucraina”, ha rimarcato.
Von der Leyen: “Innovazione e competitività essenziali per sicurezza”
“Il tentativo di Putin di ricattare la nostra Unione non solo è fallito completamente, ma ha anche innescato la spinta dell’energia rinnovabile europea autoctona. E abbiamo imparato la lezione. Quando parliamo della nostra energia, dobbiamo produrre di più della nostra energia, più rinnovabile, più nucleare, più efficienza. Quando parliamo delle nostre tecnologie e della nostra intelligenza artificiale, vogliamo progettare le nostre soluzioni europee. L’innovazione e la competitività non sono solo una parte essenziale della prosperità futura, ma sono anche una parte essenziale della nostra sicurezza a lungo termine”. Lo ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel suo intervento al Globsec Forum di Praga.
Von der Leyen: “Nominerò commissario alla Difesa a pieno titolo”
La presidente della Commissione ha dunque rimarcato la necessità di una riforma della difesa europea. “Dobbiamo avere in mente una revisione sistemica della difesa europea, ed è per questo che nominerò un commissario alla Difesa a pieno titolo nella prossima Commissione. Questa è la responsabilità strategica dell’Europa“, ha affermato.
Von der Leyen: “Dobbiamo difenderci da soli a prescindere dagli Usa”
“L’Europa ha superato la sua riluttanza di lunga data a spendere abbastanza per la propria difesa. E qui arrivo al punto della cooperazione transatlantica. Non posso sottolineare abbastanza l’importanza del sostegno degli Stati Uniti all’Ucraina dall’inizio di questa guerra. Ancora una volta, l’America ha difeso la libertà di tutti gli europei. Provo un profondo senso di gratitudine per questo, ma anche un profondo senso di responsabilità. Proteggere l’Europa è prima di tutto un dovere dell’Europa. E mentre la Nato deve rimanere il centro della nostra difesa collettiva, abbiamo bisogno di un pilastro europeo molto più forte. Noi europei dobbiamo avere i mezzi per difenderci e proteggerci e scoraggiare eventuali avversari”, ha proseguito la leader della Commissione. “Dall’inizio della guerra, abbiamo già fatto progressi senza precedenti. Gli Stati membri hanno aumentato la loro spesa per la difesa, da poco più di 200 miliardi di euro prima della guerra, a quasi 300 miliardi di euro quest’anno. E anche la nostra industria della difesa si è adeguata alla nuova realtà“, ha ricordato.
Ministro Esteri Ungheria in Russia: “Soddisfatti da cooperazione su gas”
Intanto, dopo le critiche di Budapest sulle parole di Josep Borrell in tema di Ucraina, il ministro degli Esteri ungherese Péter Szijjarto è volato a San Pietroburgo in Russia per stringere accordi energetici e incontrare l’ad di Gazprom, la compagnia energetica statale russa, Alexei Miller. “La sicurezza energetica dell’Ungheria non può essere garantita senza il gas russo – ha scritto Szijjarto sul suo profilo Facebook -. Non è questione di ideologia, è questione di fisica e matematica. Ci vuole un po’ di coraggio in Europa a dirlo oggi, ma l’Ungheria è soddisfatta della cooperazione energetica russa, che è una delle garanzie della sicurezza alimentare del paese. Tra un solo mese, il primo ottobre, inizierà la nuova annata del gas e inizierà anche la stagione del riscaldamento. La nostra responsabilità è chiara ora: garantire il riscaldamento delle case ungheresi”.
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