L'analisi dell'esperto del Centro studi internazionali dopo le dimissioni del ministro degli Esteri di Kiev Kuleba
Il rimpasto di governo in Ucraina “non è una decisione presa nelle ultime ore, ma programmata”, il motivo è quello di dare “un segnale” alla popolazione in vista di un inverno “molto duro”, ovvero che il governo “non è immobile” e, anche se non si possono tenere le elezioni, nel Paese il “processo democratico” rimane vivo. Lo ha spiegato a LaPresse Alexandru Fordea, analista responsabile del desk Geoeconomia del Centro studi internazionali (CeSi). Fra i ministri che hanno rassegnato le dimissioni spicca il nome del responsabile degli Esteri, Dmytro Kuleba. “Fa rumore e sorprende – ha aggiunto Fordea -, ma andrà comunque a ricoprire un ruolo importante di rappresentanza diplomatica a Bruxelles”.
Quanto all’offensiva di Kiev nella regione russa di Kursk “fra gli obiettivi che gli ucraini si erano prefissi c’era quello che i russi spostassero le loro truppe migliori dal Donbass per difendere il territorio russo”, Mosca però ha il vantaggio della “profondità strategica”, ovvero “ha un territorio talmente vasto che può permettersi di perderne una piccola porzione senza eccessivi problemi. Una possibilità che invece l’Ucraina non ha”. Per la Russia “il Donbass è molto più importante della regione di Kursk”, ha concluso l’analista.
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