Si tratterà fino all'ultimo sulla nuova Commissione Europea. I Verdi: "Forti preoccupazioni". S&D: "Dimostri europeismo"

Si tratterà fino all’ultimo sulla nuova Commissione. Con Ursula von der Leyen stretta tra le richieste degli Stati membri e quelle delle forze politiche che compongono la sua maggioranza. La questione della nomina di Raffaele Fitto tra i vicepresidenti esecutivi, ovvero tra quelli che avranno un controllo sui portafogli di altri commissari, è solo la punta dell’iceberg di un malessere in seno ai gruppi parlamentari. La critica dei socialisti all’idea di affidare un incarico apicale a un esponente dei conservatori di Ecr è arrivata solo dopo molti giorni da quando è trapelata la proposta. Segno che è solo una delle carte che S&D ha messo sul tavolo sperando di alzare la posta in gioco.

D’altronde, il secondo gruppo europeo ha dovuto digerire a malincuore la rinuncia del governo a guida popolare del Lussemburgo di riproporre il commissario uscente, nonché spitzenkandidat dei socialisti, Nicolas Schmit, come gesto di cortesia per riequilibrare la mancata designazione di un candidato espressione del governo a guida socialista tedesco (che già esprime la stessa presidente della Commissione). C’è poi la concreta possibilità che molti portafogli sensibili alla sinistra vadano in mano popolare, visto che, rispecchiando più o meno l’estrazione politica dei governi, saranno ben 14 i commissari del Ppe, mentre solo quattro quelli di S&D, a cui si aggiungono i cinque dei liberali e uno di Ecr.

Non c’è ancora una decisione. Non vedo alcuna competenza o ragione politica per cui dovrebbe essere un vicepresidente esecutivo della Commissione”, afferma a LaPresse l’europarlamentare slovacco di Renew e vicepresidente del Parlamento europeo, Martin Hojsik. Il suo gruppo non poteva essere più chiaro: oggi ha adottato la Dichiarazione di Ostenda, in cui si delineano le indicazioni per le audizioni. I commissari devono essere indipendenti dagli Stati, aderenti allo spirito dei Trattati e ai valori fondamentali dell’Ue, con “la massima competenza e una ferma convinzione nell’ulteriore integrazione dell’Ue come progetto politico”.

La famiglia liberale invita poi la Commissione europea ad accogliere senza indugio il Rapporto Draghi per dare il via alla competitività europea e a trasformarlo in proposte concrete. Insomma, Fitto, se dovesse ricevere tale nomina, dovrà passare per le forche caudine degli europarlamentari da sempre più critici verso il gruppo di Giorgia Meloni. Ma se apparirà sempre più come il candidato dell’Italia, del terzo paese europeo e fondatore dell’Unione, con una lunga storia da europarlamentare, potrebbe superare l’ostacolo.

Dalla sua parte c’è la prima forza europea, il Partito popolare europeo. In un’intervista al Corriere il presidente Manfred Weber definisce Fitto un amico e citando Mattarella afferma che “nell’Unione europea non si può trascurare l’Italia’. “Per il Ppe è chiaro: l’Italia deve essere ben rappresentata nella prossima Commissione europea. L’Europa deve rispettare i risultati ottenuti dal governo italiano su molte questioni europee”.

Martedì a Strasburgo la presidente von der Leyen presenterà la lista dei nomi e delle deleghe ai capigruppo nella Conferenza dei presidente del Parlamento europeo. Nello stesso giorno, alla plenaria dell’Eurocamera Mario Draghi illustrerà il suo rapporto sul futuro della competitività europea, le cui raccomandazioni dovrebbero confluire nelle lettere di missione che von der Leyen consegnerà ai commissari. Poi inizierà il lungo processo di verifica dei conflitti di interesse, delle domande scritte da parte delle commissioni parlamentari e delle audizioni presso queste a ottobre. Infine il voto a maggioranza semplice alla plenaria sull’intera Commissione. Una bocciatura non è contemplata, sarebbe un clamoroso fallimento non solo per Ursula ma per l’Unione in quanto tale.

Verdi: “Forti preoccupazioni su Fitto, a rischio equilibri”

“Abbiamo gravi preoccupazioni circa la possibile nomina di Fitto a vicepresidente. La sua nomina a vicepresidente sarebbe un segnale che la Commissione europea si orienterebbe verso l’estrema destra e rischierebbe di compromettere l’equilibrio democratico dell’istituzione“. Così a LaPresse il presidente del gruppo dei Verdi/Ale al Parlamento europeo Bas Eickhout. Su una possibile vicepresidenza a Fitto “aspetteremo la proposta di von der Leyen e prepareremo la sua audizione molto attentamente. Se venisse nominato, non sarebbe una passeggiata per lui”. 

Socialisti: “Ecr con Fitto non può avere ruolo a stesso livello S&D e Ppe”

Per quanto riguarda la proposta di affidare una vicepresidenza esecutiva della Commissione europea a Raffaele Fitto, “stiamo negoziando e ci sono diverse questioni sul tavolo. Tuttavia, alla fine, dobbiamo vedere la proposta, vogliamo parlare di priorità e posizioni. Non riusciamo a capire come un governo che non ha sostenuto von der Leyen possa ora avere un posto in Commissione allo stesso livello di noi o del Ppe“. Lo afferma una fonte qualificata del gruppo dei Socialisti e democratici al Parlamento europeo. “Von der Leyen è diventata presidente della Commissione europea grazie al sostegno delle forze pro-europee. È stata molto chiara nel dire che vuole lavorare con le forze pro-europee. Ecco perché non va bene per noi che ci sia un vicepresidente esecutivo dell’Ecr”, rimarca la fonte.  “Fitto deve dimostrare al Parlamento europeo se è pro-europeo o meno, deve dimostrare se sostiene o meno i valori europei, se è pronto a fare il suo lavoro. Saremo molto seri nei negoziati, esamineremo il pacchetto e useremo il nostro potere nei negoziati, per garantire che la Commissione Ue difenda i nostri valori”, aggiunge la fonte.

Tajani: “Giusto vicepresidenza esecutiva a Italia, Ppe sostiene Fitto”

È giusto che l’Italia abbia una vicepresidenza esecutiva, perché è la seconda manifattura d’Europa, la terza economia, un Paese fondatore, credo che sia anche utile all’Europa avere un rappresentante italiano che possa dare il massimo contributo con l’esperienza e Fitto è una persona esperta che conosce il Parlamento”. Così il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, rispondendo ai cronisti al Senato al termine del question time. “Il Ppe sostiene con grande determinazione Raffaele Fitto“, ha aggiunto Tajani. 

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