Un’eventuale incursione israeliana in territorio libanese porterebbe a una “apocalisse”. Lo ha detto al Times l’ambasciatore libanese nel Regno Unito, Rami Mortada. “Stiamo affrontando tutti i rischi di un conflitto regionale totale ed è ciò che abbiamo cercato instancabilmente di evitare”, ha affermato, definendo Hezbollah “formidabile forza combattente” e avvisando Israele, chiamato a trarre insegnamento dalle sconfitte “umilianti” del passato. Una guerra sarebbe “sicuramente un ‘giorno del giudizio’ per il Libano, ma il Libano non soffrirà da solo in questa guerra. Questo è ciò che la storia recente ci ha insegnato. Quindi tutti gli sforzi dovrebbero essere concentrati per evitare un simile esito”, ha affermato.
È salito a quattordici morti il bilancio delle vittime nell’attacco israeliano nel quartiere del Dahieh, alla periferia sud di Beirut. Lo ha affermato il ministero della Sanità libanese, come riporta la testata L’Orient-Le Jour.
“I nostri obiettivi sono chiari e le nostre azioni parlano da sole“. Lo afferma il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in una dichiarazione concisa, dopo l’inizio dello Shabbat, commentando l’attacco lanciato oggi dall’esercito israeliano nella periferia sud di Beirut, in Libano.
È salito ad almeno 12 il numero dei morti nell’attacco israeliano al quartiere Dahieh, alla periferia sud di Beirut. Lo afferma il ministero della Salute libanese. Il numero dei feriti sale a 66, di cui 9 in condizioni critiche. Le operazioni di soccorso continuano, aggiunge il ministero. Lo riporta la testata L’Orient-Le Jour.
Un funzionario israeliano ha riferito al giornalista di Axios Barak Ravid che “l’intero comando superiore della forza d’élite Radwan di Hezbollah è stato eliminato nell’attacco (circa 20 comandanti)”. Il raid ha colpito il quartiere Dahieh nella periferia sud di Beirut, capitale del Libano.
Il portavoce delle Forze di difesa israeliane (Idf), il contrammiraglio Daniel Hagari, ha affermato che almeno 10 comandanti di Hezbollah sono stati uccisi insieme a Ibrahim Aqil nell’attacco aereo di oggi nel quartiere Dahieh, nella periferia sud di Beirut. Lo riporta il Times of Israel.
L’esercito israeliano ha confermato che il suo attacco aereo sul quartiere Dahieh di Beirut ha ucciso Ibrahim Aqil, un alto funzionario militare di Hezbollah. L’attacco israeliano nei sobborghi meridionali della capitale libanese ha raso al suolo due condomini e ha ucciso altri “agenti di alto livello” della Forza Radwan di Hezbollah. Un funzionario del gruppo militare libanese ha confermato che Aqil avrebbe dovuto trovarsi in uno degli edifici che sono stati colpiti.
Il bilancio dei morti nell’attacco israeliano al quartiere Dahieh, nella periferia sud di Beirut, è salito ad almeno 9, secondo il ministero della Sanità libanese. Resta fermo a 59 il numero dei feriti, di cui 8 in condizioni critiche. Lo riporta la testata L’Orient-Le Jour.
Il ministero della Salute palestinese ha annunciato che un convoglio carico di medicinali e forniture mediche è arrivato nei suoi magazzini nel sud di Gaza per la prima volta dall’inizio della guerra nell’enclave palestinese, 11 mesi fa. Il convoglio è stato inviato mercoledì n coordinamento con l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) dai magazzini centrali del ministero nella città di Nablus, in Cisgiordania. Lo riporta Al Jazeera. Si tratta della prima volta che il ministero è riuscito a inviare medicinali direttamente dai suoi magazzini principali all’enclave assediata dall’inizio della guerra, ha affermato il ministro della Salute palestinese Majid Abu Ramadan, che ha aggiunto che si prevede che altri cinque camion saranno inviati “nei prossimi giorni”. “I camion contengono medicinali e forniture mediche destinate ai pronto soccorso e alle sale operatorie, oltre ad antibiotici e forniture mediche per i pazienti sottoposti a dialisi renale”, ha spiegato.
Si è aggravato a 8 morti il bilancio del raid israeliano di oggi nella periferia sud di Beirut. Lo riferisce il ministero della Sanità libanese. Il quotidiano locale L’Orient-Le Jour riporta anche che gli ospedali libanesi hanno finora ricoverato 59 feriti, 8 dei quali in condizioni critiche.
Il primo ministro del Libano Najib Mikati ha commentato l’attacco dell’esercito israeliano al quartiere Dahieh di Beirut e ha affermato che “l’attacco a un’area residenziale popolata dimostra ancora una volta che il nemico israeliano non tiene conto di considerazioni umanitarie, legali e morali”. Lo riporta Ynet.
Fonti di Al-Arabiya hanno confermato che il raid israeliano nel sobborgo meridionale Dahieh di Beirut ha ucciso il comandante libanese della Forza Radwan, le unità d’élite di Hezbollah, Ibrahim Aqil. Aqil era considerato il vice di Fouad Shukr, ucciso in un raid israeliano sempre nella periferia sud della capitale del Libano il 30 luglio scorso.
L’attacco israeliano nella periferia sud di Beirut, nel quartiere Dahieh, ha ucciso 3 persone e ne ha ferite 17. Lo afferma un rapporto preliminare del ministero della Sanità libanese. Lo riporta la testata L’Orient-Le Jour.
Uno degli obiettivi dell’attacco israeliano nel quartiere meridionale Dahieh di Beirut era il comandante militare di Hezbollah Ibrahim Aqil, ricercato dagli Stati Uniti per il suo coinvolgimento negli attentati all’ambasciata americana e alla caserma dei Marines a Beirut nel 1983. Lo riporta Barak Ravid, giornalista di Axios. Altri media israeliani riferiscono che il raid potrebbe essere stato mirato anche contro il vice segretario generale di Hezbollah, Naïm Kassem.
Una fonte della sicurezza libanese ha confermato che si è verificato un attacco aereo israeliano nel sobborgo meridionale di Beirut, il Dahieh. Nel frattempo, due fonti della sicurezza hanno riferito ad Al Arabiya che l’attacco israeliano “ha preso di mira un leader di spicco del gruppo libanese Hezbollah”.
Secondo l’agenzia del Libano National Information Agency (Nna), l’attacco israeliano che ha colpito il sobborgo di Dahieh, nella periferia sud di Beirut, ha provocato almeno cinque morti, tutti bambini.
Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno annunciato di aver lanciato un “attacco mirato” che ha colpito il quartiere del Dahieh, nota roccaforte di Hezbollah, nella periferia sud di Beirut, capitale del Libano.
Una nuova raffica da 70 missili è stata lanciata dal Libano verso il nord di Israele. Lo riferiscono le forze israeliane di difesa (Idf), secondo le quali diversi razzi sarebbero stati intercettati. In totale, nelle ultime ore Hezbollah ha lanciato circa 130 razzi verso il nord di Israele. Lo riporta The Times of Israel.
Una nuova ondata di raid israeliani starebbe prendendo di mira il sud del Libano. Lo riportano i media locali, citati dal quelli dello Stato ebraico. Attacchi sarebbero segnalati a Mays al-Jabal, Aitaroun e Kafr Kila.
Uno dei sette uomini uccisi ieri dalle forze israeliane di difesa (Idf) a Qabatiya, in Cisgiordania, era il comandante di una rete terroristica locale. Lo riferisce l’Idf, citata da The Times of Israel. Durante l’operazione a Qabatiya le truppe dell’unità commando Duvdevan dell’Idf hanno ucciso quattro uomini armati in uno scontro a fuoco. Diverse ore dopo, un altro gruppo di uomini armati ha aperto il fuoco contro le truppe israeliane che operavano nella città. L’Idf afferma di aver condotto un attacco con un drone contro gli uomini armati che erano a bordo di un’auto, uccidendone tre.
I funzionari del Pentagono sarebbero sempre più preoccupati che Israele possa lanciare una guerra di terra nel Libano meridionale nel prossimo futuro. Lo riporta il Wall Street Journal. Il segretario alla Difesa americano, Lloyd Austin, avrebbe rilasciato dichiarazioni in tal senso durante i colloqui di inizio settimana e che gli attacchi ai dispositivi di comunicazione di Hezbollah avrebbero accresciuto tali timori. Austin e il dipartimento di Stati avrebbero continuato a sollecitare Israele affinché conceda più tempo alla diplomazia ma c’è il timore che le cose possano sfuggire di mano.
Un accordo di pace in Medioriente è improbabile prima della fine del mandato di Joe Biden. Lo riferiscono funzionari statunitensi, citati dal Wall Street Journal. L’amministrazione Biden, spiegano, non interromperà la ricerca di un accordo, vedendolo come l’unico modo per porre fine alla guerra a Gaza e il conflitto in rapida escalation tra Israele e Hezbollah. La Casa Bianca ha precedentemente affermato che le parti hanno concordato il “90 percento” del testo dell’accordo e quindi c’è ancora speranza per una svolta. Ma diversi alti funzionari della Casa Bianca, del Dipartimento di Stato e del Pentagono, sostengono che le parti non accetteranno l’attuale quadro.
Almeno 8 palestinesi sarebbero rimasti uccisi e altri quattro feriti in un raid israeliano nel quale sarebbe stata colpita una casa a ovest del campo di Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza. Lo riporta Wafa. I paramedici della Mezzaluna Rossa Palestinese hanno, invece, riferito che alcune persone rimaste ferite sono state trasferite nell’ospedale battista di Gaza City a seguito di un altro raid, avvenuto nel quartiere Al-Zaytoun, a sud-ovest della stessa Gaza City.
Israele potrebbe aver pianificato per circa 15 anni le esplosioni dei dispositivi di comunicazione usati da Hezbollah. Lo ha riferito all’Abc un funzionario dell’intelligence americana, sottolineando che un’operazione del genere richiede un lungo processo che comporta la creazione di società fittizie con molteplici livelli di sotterfugi per consentire agli agenti di inserirsi nella catena di fornitura. Alcuni dei soggetti coinvolti, ha aggiunto il funzionario, probabilmente non sapevano di essere al servizio dell’intelligence israeliana. La fonte ha anche osservato che in passato la Cia ha evitato di ricorrere a un attacco del genere perché era considerato un rischio elevato per i civili.