Cresce la tensione dopo le esplosioni simultanee di cercapersone e walkie-talkie che hanno provocato morti e migliaia di feriti
Israele ha “superato tutte le linee rosse” con gli attacchi ai dispositivi di comunicazione di Hezbollah, che costituiscono una “dichiarazione di guerra” e per le quali “il nemico affronterà una punizione, dove se l’aspetta e anche dove non se l’aspetta”. Hassan Nasrallah, il leader di Hezbollah, ha parlato così nel suo atteso discorso in cui ha rotto il silenzio dopo le esplosioni simultanee di cercapersone e walkie-talkie in Libano e Siria, che hanno provocato morti e migliaia di feriti. I timori dell’estensione del conflitto al Libano sono sempre più forti.
Raid sul Libano durante il discorso di Nasrallah
Mentre Nasrallah parlava, l’esercito israeliano ha lanciato una raffica di raid aerei sul sud del Libano e jet israeliani hanno sorvolato Beirut a bassissima quota, sfondando il muro del suono e costringendo le persone ad aprire rapidamente le finestre di case e uffici per evitare che andassero in frantumi. Quasi contestualmente il capo di Stato maggiore dell’esercito israeliano (Idf), il tenente generale Herzi Halevi, ha approvato i piani di battaglia per il fronte settentrionale, cioè quello al confine con il Libano. Al momento, secondo diverse fonti citate dal Jerusalem Post, non esiste un piano imminente dell’Idf per una grande operazione contro Hezbollah, né tanto meno per una vasta invasione di terra. L’Idf – riferiscono – avrebbe ricevuto istruzioni dal governo di aspettare e vedere cosa farà Hezbollah prima di fare una mossa importante.
Gb invita i cittadini a lasciare il Libano
Il ministro degli Esteri britannico David Lammy tuttavia ha invitato i connazionali a lasciare il Libano, dicendo che “la situazione potrebbe deteriorarsi rapidamente”. I due giorni consecutivi di attacchi senza precedenti agli apparecchi di comunicazione hanno provocato, secondo l’ultimo bilancio fornito dal ministero della Sanità libanese, 37 morti, fra cui 2 bambini, e migliaia di feriti.
Gallant: “Hezbollah pagherà un prezzo sempre più alto”
“Il nemico sionista ha colpito volontariamente il nostro Paese con la volontà di uccidere 5mila persone e non ha tenuto conto alcuno delle conseguenze che questo gesto poteva avere”, è l’accusa di Nasrallah, che parla di “atto terroristico” e “massacro“. Ha poi ammesso che per Hezbollah è stato “un duro colpo“, ma ha aggiunto che il gruppo diventerà più forte. Hezbollah “pagherà un prezzo sempre più alto” ha replicato in serata Israele per bocca del ministro della Difesa Yoav Gallant.
Scontri al confine e il timore di una guerra totale
Gli scambi a fuoco fra Hezbollah e Israele al confine sono iniziati all’indomani dell’attacco di Hamas del 7 ottobre in Israele che ha scatenato la guerra a Gaza. Il gruppo libanese ha sempre detto che i suoi sono colpi a sostegno di Hamas e dei palestinesi nella Striscia. Adesso si sono intensificati: in mattinata c’è stato un botta e risposta fra le due parti del confine e almeno 8 persone sono rimaste ferite in un attacco missilistico lanciato da Hezbollah nel nord di Israele. Quello che tutti si chiedono, a questo punto, è se questi scambi a fuoco dopo 11 mesi possano degenerare in una guerra totale. “Il fronte libanese non si fermerà finché la guerra a Gaza non sarà finita”, ha affermato Nasrallah nel suo ultimo discorso.
La nuova proposta di Israele sugli ostaggi
Una dichiarazione che giunge mentre sui media israeliani è filtrata una nuova proposta di accordo di Israele. In base al piano – che il capo negoziatore israeliano per gli ostaggi Gal Hirsch avrebbe presentato agli Usa per trasmetterlo a non meglio specificati funzionari arabi, Hamas dovrebbe rilasciare tutti gli ostaggi in un’unica soluzione, in cambio della fine della guerra a Gaza e di un ‘passaggio sicuro‘ fuori dalla Striscia per il leader di Hamas Yahya Sinwar. Per questo il piano si chiamerebbe ‘safe passage deal‘, cioè ‘accordo del passaggio sicuro’. Da Parigi – dove si tiene la riunione in formato Quint dei ministri degli Esteri di Usa, Francia, Gran Bretagna e Germania a cui partecipa anche Antonio Tajani – il segretario di Stato americano Antony Blinken ha esortato tutte le parti a evitare un’escalation.
Le indagini su esplosioni di walkie-talkie e cercapersone
Intanto si indaga ancora sull’origine delle esplosioni simultanee dei dispositivi di comunicazione. La BAC Consulting, società che risulta con sede in Ungheria e avrebbe prodotto i cercapersone esplosi martedì in Libano e Siria, secondo una ricostruzione del New York Times sarebbe una società di facciata israeliana. Le spedizioni degli apparecchi in Libano sarebbero iniziate nel 2022, ma la fornitura sarebbe aumentata dopo che Nasrallah ha denunciato l’uso dei telefoni cellulari come pericoloso dal punto di vista operativo. Inoltre la Bulgaria indaga dopo che la stampa ungherese ha riportato che una società con sede a Sofia, Norta Global Ltd, sarebbe stata coinvolta nelle forniture a Hezbollah. Quanto ai walkie-talkie esplosi mercoledì, la ditta produttrice giapponese Icom ha fatto sapere che ne aveva interrotto la produzione circa 10 anni fa e ha sottolineato che anche la produzione delle sue batteria era stata interrotta e “non è stato apposto alcun sigillo olografico per distinguere i prodotti contraffatti”.
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