Tra le vittime anche Ibrahim Aqil, ricercato anche negli Usa. Selva di 100 razzi verso il nord dello Stato ebraico
A poco meno di 48 ore dal secondo sabotaggio di dispositivi di comunicazione che ha scosso le fila di Hezbollah in Libano, Israele ha lanciato un nuovo “attacco mirato” al cuore del gruppo libanese nel quartiere Dahieh, nella periferia sud di Beirut. Tra le vittime ci sarebbe, secondo quanto annunciato dallo stesso esercito israeliano e trapelato da alcuni funzionari libanesi, Ibrahim Aqil, comandante della Forza Radwan, le unità d’élite di Hezbollah. Considerato il vice di Fouad Shukr, ucciso in un raid israeliano sempre al Dahieh il 30 luglio scorso, sarebbe stato sorpreso dai missili dello Stato ebraico mentre teneva una riunione operativa con almeno altri 10 vertici della Forza Radwan, uccisi insieme a lui. Secondo Israele, stavano tramando “un piano per l’occupazione della Galilea” in cui prevedevano una sorta di “7 ottobre” per “razziare il territorio israeliano, occupare le comunità della Galilea, assassinare e uccidere innocenti”.
Idf annuncia nuova ondata attacchi contro Hezbollah in Libano
L’esercito israeliano (Idf) ha annunciato su X che sta effettuando una nuova ondata di attacchi aerei contro obiettivi di Hezbollah in Libano. Al momento non ha fornito ulteriori dettagli.Già nella tarda mattinata di oggi l’Idf aveva annunciato un’altra ondata di raid, comunicando successivamente di aver colpito oltre 100 obiettivi di Hezbollah nel sud del Libano.
Casa Bianca: “Bene morte Aqil, sue mani sporche di sangue americano”
Il consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, ha definito la notizia della morte di Ibrahim Aqil “un buon risultato” e ha detto di voler parlare più tardi con i funzionari israeliani dell’operazione. “Questo individuo ha le mani sporche di sangue americano”, ha dichiarato Sullivan ai giornalisti a margine del summit Quad che il presidente Usa Joe Biden sta ospitando a Wilmington, nel Delaware. “È una persona a cui gli Stati Uniti hanno promesso da tempo che avrebbero fatto tutto il possibile per assicurarla alla giustizia“, ha aggiunto, affermando che si tratta di un “momento significativo anche per le vittime americane”. Il 1983 sembra lontano, ha detto Sullivan, “ma molte famiglie e molte persone ci convivono ancora ogni giorno”.
Aqil, l’obiettivo principale dell’attacco di venerdì a Beirut, era ricercato dagli Stati Uniti da anni per il suo presunto ruolo nell’attentato all’ambasciata Usa di Beirut del 1983 e nella cattura di ostaggi americani e tedeschi in Libano negli anni Ottanta. Nel 2023, il dipartimento di Stato Usa aveva annunciato una ricompensa fino a 7 milioni di dollari per informazioni che portassero alla sua “identificazione, localizzazione, arresto e/o condanna”.
Idf: “Nuova ondata di raid contro Hezbollah in Libano”
Le forze israeliane di difesa (Idf) hanno annunciato di aver lanciato una nuova ondata di raid contro obiettivi di Hezbollah in Libano. Lo riporta The Times of Israel, citando l’Idf. Al momento non vengono forniti dettagli sugli obiettivi presi di mira nei bombardamenti israeliani.
Autorità Libano: “31 morti in raid su Beirut, anche 3 bimbi”
Continua a salire il bilancio delle vittime del raid condotto ieri dalle forze israeliane su Beirut. Secondo l’ultimo aggiornamento del ministro libanese della Sanità, Firass Abiad, il bombardamento ha provocato 31 morti, compresi tre bambini e sette donne. I feriti sono 68. Lo riporta Al Jazeera.
Israele chiude spazio aereo al nord per 24 ore
A partire da oggi e per 24 ore, lo spazio aereo israeliano da Hadera e verso nord sarà chiuso a tutti i tipi di aeromobili, a seguito delle recenti tensioni. Lo scrive Ynet. La mossa è finalizzata anche a liberare spazio per le attività dell’aeronautica militare. La pista di atterraggio di Megiddo è chiusa alle operazioni ad eccezione dei voli commerciali che decollano verso sud.
Hezbollah: “16 membri uccisi in raid Idf su Beirut”
Sale il bilancio delle vittime tra le fila di Hezbollah del raid condotto ieri dalle forze israeliane su Beirut nel quale è stato ucciso, tra gli altri, Ibrahim Aqil, comandante della Forza Radwan, le unità d’élite del gruppo. Secondo Al Jazeera, Hezbollah sta piangendo la scomparsa di 16 suoi membri, due comandanti e 14 combattenti.
Tra le vittime anche il comandante Ahmed Wahabi
Oltre a Ibrahim Aqil, anche Ahmed Wahabi, identificato come un “comandante”, a capo della ‘central training unit’ del gruppo e, in precedenza, comandante di alto rango nella Radwan Force d’élite, è rimasto ucciso nel raid. Lo riporta The Times of Israel. Aqil e il membro del Consiglio della Jihad, Fuad Shukr, ucciso a luglio, sono stati definiti da Hebzollah “grandi leader jihadisti“.
Aqil era ricercato anche negli Usa
Nonostante gli Stati Uniti abbiano assicurato di non essere stati avvertiti in anticipo dell’attacco, Aqil era noto anche a Washington, che su di lui aveva posto una taglia di 7 milioni di dollari. L’uomo era finito nella lista dei ricercati per essere stato coinvolto negli attentati all’ambasciata americana e alla caserma dei Marines a Beirut nel 1983.
Selva di 100 razzi verso il nord dello Stato ebraico
Durante tutta la giornata, nel frattempo, Hezbollah ha lanciato una selva di oltre 100 razzi verso il nord di Israele. La maggior parte è stata intercettata dai sistemi di difesa aerea israeliani e non ha provocato danni o feriti, anche se il gruppo libanese ha affermato di aver colpito con razzi Katyusha la base militare israeliana di Meron, sulle alture del Golan, come “rappresaglia per gli attacchi israeliani a villaggi e case nel sud del Libano e segnale di sostegno alla resistenza coraggiosa e onorevole del popolo palestinese“.
Esplosioni di cercapersone, attacco potrebbe essere stato pianificato per 15 anni
Nessun riferimento alle esplosioni di cercapersone e walkie talkie che tra martedì e mercoledì hanno causato almeno 37 morti nel Paese e per cui ieri il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah aveva giurato vendetta. Esplosioni che, stando al racconto di un funzionario dell’intelligence americana all’emittente Abc, Israele potrebbe aver pianificato per circa 15 anni. Un’operazione del genere richiede infatti un lungo processo che comporta la creazione di società fittizie con molteplici livelli di sotterfugi per consentire agli agenti di inserirsi nella catena di fornitura. Alcuni dei soggetti coinvolti, ha aggiunto il funzionario, probabilmente non sapevano di essere al servizio dell’intelligence di Tel Aviv. Intanto anche Taiwan, dopo Ungheria e Bulgaria, ha negato che le componenti delle migliaia di cercapersone esplosi siano state fabbricate sul proprio territorio. Il ministro dell’Economia di Taiwan, Kuo Jyh-huei, ha comunque assicurato che sul caso è stata aperta un’indagine.
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