L’esercito israeliano ha dichiarato che oltre 100 razzi sono stati lanciati dal Libano nel Paese, alcuni dei quali sono atterrati vicino alla città settentrionale di Haifa. I primi soccorritori israeliani affermano che la raffica di domenica mattina presto ha ferito almeno tre persone, danneggiato edifici e incendiato auto. La raffica è arrivata dopo che un attacco aereo israeliano a Beirut ha ucciso almeno 37 persone, tra cui uno degli alti dirigenti del gruppo militante libanese, oltre a donne e bambini. Israele e Hezbollah si sono scambiati il fuoco dallo scoppio della guerra a Gaza, quasi un anno fa, quando il gruppo militante ha iniziato a lanciare razzi in solidarietà con i palestinesi e il suo alleato Hamas, sostenuto dall’Iran. Ma nelle ultime settimane le tensioni sono aumentate costantemente, facendo temere una guerra totale. L’esercito israeliano (Idf) ha riferito che nelle ultime 24 ore i caccia hanno colpito circa 290 obiettivi nel Libano meridionale, tra cui lanciatori e obiettivi militari di Hezbollah. Lo scrive ‘Haaretz’.
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Durante una riunione a porte chiuse della Commissione esteri e sicurezza della Knesset, il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, non si sarebbe impegnato a intraprendere un’operazione su larga scala in Libano contro Hezbollah. Lo riporta Canale 12. Netanyahu avrebbe parlato di “riduzione delle capacità” del gruppo e della necessità di recidere il collegamento tra Gaza e il fronte nord del conflitto.
Gli Stati Uniti non credono che un’escalation della guerra in Medioriente con l’apertura del fronte libanese sia nell’interesse di Israele. Lo ha detto il portavoce del consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, durante un’intervista ad Abcnews. “Non crediamo che intensificare questo conflitto militare sia nel loro interesse”, ha affermato Kirby, “di certo non sarà nel migliore interesse di tutte quelle persone che il primo ministro Netanyahu dice di voler poter rimandare a casa”, ovvero i residenti del nord di Israele.
“Le nostre azioni contro Hezbollah continueranno finché non faremo tornare sani e salvi gli abitanti del nord alle loro case”. Lo ha detto il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant. Lo riporta Haaretz. “Faremo tutto il necessario per raggiungere questo obiettivo”, ha aggiunto Gallant, secondo cui “Hezbollah ha la forte sensazione di essere perseguitato e ne stiamo vedendo i risultati”.
“Negli ultimi giorni abbiamo colpito Hezbollah con una serie di attacchi che non avrebbe mai immaginato. Se Hezbollah non ha recepito il messaggio, vi prometto che lo recepirà”. Lo ha detto il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, in una dichiarazione video. Lo riporta The Times of Israel. “Siamo determinati a far tornare sani e salvi nelle loro case” i residenti sfollati del nord – ha aggiunto – nessun Paese può tollerare il fuoco” dei razzi “sui suoi residenti e sulle sue città. Nemmeno lo Stato di Israele può tollerarlo”. Netanyahu ha quindi promesso che Israele “farà tutto il necessario per ripristinare la sicurezza”.
Da ieri sera 150 tra razzi, droni e missili da crociera sono stati lanciati verso Israele. Lo riferiscono le forze israeliane di difesa (Idf), citate da The Times of Israel. Dal Libano sono stati lanciati razzi mentre droni e missili da crociera provenivano dall’Iraq. La maggior parte dei missili e dei droni sono stati intercettati, prosegue l’Idf, con solo una manciata di casi di impatti diretti e caduta di schegge che hanno causato feriti e danni.
Il presidente israeliano Isaac Herzog respinge “qualsiasi collegamento” con i cercapersone e i walkie-talkie esplosi in Libano. Lo dice in una intervista alla rete Sky News britannica, mostrando l’immagine dei comandanti di Hezbollah uccisi. Il presidente israeliano ha affermato di “respingere a priori qualsiasi collegamento con questa o quella fonte operativa”, aggiungendo che Hezbollah ha “molti nemici”. Con l’intensificarsi degli scontri in corso questa settimana tra Israele e il gruppo Hezbollah, sostenuto dall’Iran e con base in Libano, il signor Herzog ha ammesso che c’è il rischio che la situazione “degeneri drasticamente”. Ma ha anche affermato che Israele “non è interessato” a entrare in guerra con il Libano, che il paese è stato dirottato da Hezbollah e che Israele sta combattendo “per l’intero mondo libero”.Infine Herzog ha anche parlato della “delusione” di Israele nei confronti del governo britannico per la sua decisione di sospendere le licenze di esportazione di armi.
Dopo l’attacco al nord di Israele, l’Idf sta colpendo obiettivi terroristici di Hezbollah in Libano. Nelle ultime ore, Hezbollah – riferisce Idf – ha lanciato circa 115 minacce aeree verso aree civili nel nord di Israele. Gli schieramenti difensivi dell’Idf sono dispiegati nell’area e sono in stato di massima allerta per sventare gli attacchi.
Hezbollah ha annunciato di aver lanciato attacchi missilistici in risposta ai recenti assalti israeliani in Libano, che il gruppo ha descritto come un “brutale massacro” compiuto dalle forze israeliane martedì e mercoledì (attacchi con cercapersone e walkie-talkie). Lo riporta la tv libanese Lcbi. Hezbollah ha preso di mira il complesso di industrie militari Rafael, situato nel nord di Haifa. Il gruppo ha riferito di aver lanciato decine di “razzi Fadi 1, Fadi 2 e Katyusha” contro il sito intorno alle 6.30 del mattino”. Inoltre, Hezbollah ha colpito la base aerea e l’aeroporto di Ramat David in due attacchi separati, utilizzando più razzi dello stesso tipo.
Israele chiude le scuole vicino al confine col Libano. Non si possono svolgere attività educative nelle alture del Golan, in Galilea, nella zona della baia di Haifa e nelle valli settentrionali fino a Beit Shean, che dista circa 63 chilometri dal confine libanese. Sono le nuove direttive dell’Esercito israeliano, dopo la pioggia di missili dal Libano. I raduni – riporta il Times of Israele – sono stati limitati a 10 persone all’aperto e a 100 al chiuso. I luoghi di lavoro possono funzionare solo se nelle vicinanze c’è un rifugio adeguato e raggiungibile in tempo.
Militari israeliani hanno fatto irruzione nella sede di Al Jazeera a Ramallah, in Cisgiordania, ordinando all’ufficio di chiudere. Al Jazeera ha trasmesso in diretta sul suo canale in lingua araba un filmato delle truppe israeliane che ordinavano la chiusura dell’ufficio per 45 giorni. Un soldato israeliano ha detto al capo della sede locale dell’emittente, Walid al-Omari, nel filmato in diretta: “C’è una sentenza del tribunale che prevede la chiusura di Al Jazeera per 45 giorni”. “Le chiedo di prendere tutte le telecamere e di lasciare l’ufficio in questo momento”. Al-Omari ha poi raccontato che le truppe israeliane hanno iniziato a confiscare documenti e attrezzature dell’ufficio, mentre nell’area si vedevano e si sentivano gas lacrimogeni e spari. Al Jazeera ha denunciato la mossa mentre continuava a trasmettere in diretta da Amman, nella vicina Giordania. Il network ha poi mandato in onda quelle che sembravano essere truppe israeliane che stavano strappando uno striscione su un balcone che portava l’immagine di Shireen Abu Akleh, una giornalista palestinese-americana uccisa dalle forze israeliane nel maggio 2022.