Il comando lo ha annunciato sui social diffondendo il video dell'incursione

I paracadutisti della 95a brigata, separata delle forze d’assalto ucraine, hanno sfondato il confine della regione russa di Kursk in un altro punto. Il comando lo ha annunciato su Facebook e YouTube, diffondendo il video dell’incursione, come riporta Ukrinform. “Il video mostra l’apertura di passaggi nelle barriere ingegneristiche, l’ingresso delle unità d’assalto aviotrasportate in territorio nemico e le prime battaglie nella zona di confine, dove i carristi della Divisione aviotrasportata stanno ‘smantellando’ la roccaforte nemica”, si legge nel comunicato dell’esercito di Kiev. Questa è già la seconda operazione riuscita di sfondamento del confine russo dall’inizio dell’operazione nel territorio della regione di Kursk.

Kiev: “Russi vogliono controllare Mare D’Azov e Stretto Kerch”

Intanto, secondo Kiev, Mosca punterebbe ad acquisire illegalmente il controllo del Mare D’Azov e dello Stretto di Kerch. E’ l’accusa che l’Ucraina ha rivolto alla Russia davanti alla Corte permanente di arbitrato, organismo giudiziario con sede all’Aia per la risoluzione delle controversie tra gli Stati membri. “La Russia vuole prendere per sé il Mar d’Azov e lo Stretto di Kerch, e quindi ha costruito un grande cancello all’ingresso per tenere fuori le spedizioni internazionali, consentendo al contempo l’ingresso alle piccole imbarcazioni fluviali russe”, ha affermato il rappresentante ucraino Anton Korynevych. Il ‘cancello’ di cui ha parlato è il ponte di Crimea, costruito dai russi sullo Stretto di Kerch dopo l’annessione della penisola nel 2014. Infrastruttura chiave non solo sul piano commerciale ma anche per sostenere le operazioni militari russe nel sud dell’Ucraina. “Il ponte è illegale e deve essere abbattuto”, ha detto ancora Korynevych.

Secca la replica di Gennady Kuzmin, rappresentante di Mosca. “Le accuse dell’Ucraina in questo caso sono, ovviamente, completamente infondate e senza speranza”, ha sottolineato, rivolgendosi al collegio arbitrale. Ha sostenuto che il Mar d’Azov e lo Stretto di Kerch costituiscono “acque interne” che non sono coperte dalla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, il trattato che secondo Kiev la Russia starebbe violando. L’Ucraina ha agito legalmente nel 2016, due anni dopo l’annessione della Crimea, accusando Mosca di aver violato il trattato Onu con la realizzazione del ponte, impedendo ai pescatori ucraini di accedere alle acque nelle quali pescavano, danneggiando l’ambiente e saccheggiando i siti archeologici sottomarini.

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