Si unì al 'Partito di Dio' nel 1982, ne divenne leader dieci anni più tardi

Hassan Nasrallah, segretario generale di Hezbollah, rimasto ucciso nei raid israeliani su Beirut di venerdì 27 settembre, era al timone del gruppo libanese sciita dal 1992, quando prese il posto di Abbas Musawi dopo il suo assassinio. È sotto la sua guida che il gruppo è passato da essere un movimento armato locale a un partito politico con grande seguito, oltre che un’affermata forza militare. Nel 2021 lo stesso Nasrallah dichiarò che contava su 100mila combattenti.

Nasrallah e i legami con l’Iran

Con legami stretti con l’Iran e con la guida suprema di Teheran, l’ayatollah Ali Khamenei, Nasrallah, 64 anni, non compariva in pubblico da anni, proprio per evitare il rischio di essere assassinato da Israele. Per questo teneva i suoi discorsi in località sconosciute, mentre solitamente Hezbollah convocava una manifestazione per permettere ai sostenitori di ascoltarli su dei maxi-schermi. Non è stato così però nel discorso tenuto lo scorso 19 settembre, quando prese la parola per la prima volta dopo gli attacchi – ampiamente attribuiti a Israele – in cui in Libano sono esplosi cercapersone e walkie-talkie; per quel discorso non sono state organizzate manifestazioni.

Israele ha “superato tutte le linee rosse”, disse in quella occasione Nasrallah, accusando lo Stato ebraico di avere fatto una dichiarazione di guerra e promettendo una punizione per Israele, senza però voler rivelare quando o dove. Nasrallah ammise quel giorno che per Hezbollah l’attacco ai dispositivi di comunicazione usati dai suoi membri è stato un “duro colpo” ma assicurò che l’organizzazione sarebbe “diventata più forte, pronta ad affrontare il peggio”.

Nasrallah, la vita

La visione del mondo di Nasrallah è stata senz’altro condizionata dalla sua storia personale. Nato a Beirut nel 1960 in una famiglia umile, fin dall’infanzia si dedicò allo studio dell’islam. Visse la guerra civile libanese. Dopo aver iniziato la sua carriera politica nel movimento Amal, fondato dal religioso iraniano Musa al Sadr, che si concentrava principalmente sulla comunità sciita libanese, andò in Iraq per effettuare studi religiosi a Najaf quando aveva 16 anni e fu poi espulso dal Paese nel 1978.

Tornato in Libano, si unì a Hezbollah nel 1982, quando il gruppo nacque a seguito dell’invasione del Libano da parte di Israele. Dopo l’assassinio da parte di Israele di Musawi nel 1992, Nasrallah fu nominato segretario generale. Nel 2006 Hezbollah diventò l’unica forza armata a costringere Israele a ritirarsi da un Paese arabo, dopo una guerra di 34 giorni: da quel momento Nasrallah iniziò a essere percepito come un eroe nel mondo arabo ed è arrivato a essere uno dei punti di riferimento del cosidetto ‘Asse della resistenza’ dell’Iran, che include appunto Hezbollah, nonché Hamas, Jihad islamica, houthi dello Yemen, milizie irachene filo-iraniane e la Siria di Bashar Assad.

Con l’attacco del 7 ottobre lanciato da Hamas nel sud di Israele, a cui seguì lo scoppio della guerra a Gaza, è iniziato un altro capitolo nella situazione sempre tesa al confine fra Libano e Israele. Nasrallah disse che non era a conoscenza del piano d’attacco di Hamas ma lo elogiò come un “atto eroico”. Dal giorno dopo iniziarono lanci di razzi contro Israele in segno di solidarietà con i palestinesi. Cessi il fuoco a Gaza e Hezbollah cesserà i lanci di razzi, è il mantra che Nasrallah ha ripetuto negli 11 mesi di guerra nella Striscia.

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