La sua intervista al Corriere della Sera dopo i risultati delle elezioni parlamentari vinte dall'estrema destra

FPÖ ha conquistato le elezioni parlamentari in Austria: si tratta della prima vittoria dal secondo dopoguerra per un partito di estrema destra. “Abbiamo la dubbiosa reputazione di aver innescato questa dinamica. E il giorno dopo discutiamo, da un lato, su come è stato possibile che i due grandi partiti popolari, conservatori e socialdemocratici siano andati così male, i primi con un crollo a doppia cifra e la Spo con il peggior risultato della sua storia. Dall’altro a quale governo si arriverà”, ha detto in una intervista al Corriere della Sera Franz Vranitzky, ex cancelliere socialdemocratico dell’Austria, architetto dell’ingresso di Vienna nell’Unione europea nel 1995. Il Partito della Libertà d’Austria ha ottenuto il 29,2% dei voti, seguito dal Partito Popolare Austriaco del cancelliere conservatore Karl Nehammer con il 26,5% e al terzo posto i socialdemocratici, di centro-sinistra, con il 21%.

“Van der Bellen ha fatto una dichiarazione equilibrata, richiamandosi alla Costituzione, che gli dà mano libera nella nomina del capo del governo. La nostra legge fondamentale non prevede, come alcuni sostengono, che il leader del partito più forte deve necessariamente ricevere l’incarico di formare il governo”, ha aggiunto Vranitzky. “I nazional-liberali naturalmente contestano questo punto, definendolo una violazione della volontà degli elettori. Inoltre, dicono che un governo senza di loro sarebbe una coalizione dei perdenti”. Kickl rappresenta un pericolo per la democrazia? “In Ungheria, Orbán ha costruito una ‘democrazia illiberale’, sono parole sue. E Kickl definisce Orbán il suo modello. Quindi non penso che egli sia garante di una vera democrazia. Per non parlare poi della sua aperta simpatia per Putin”. “Bisogna far maturare fra gli austriaci un atteggiamento positivo verso l’integrazione europea. Ma se succede, l’Europa non deve ripetere l’errore del 2000, quando la nascita del governo di Schussel e Haider provocò sanzioni diplomatiche contro l’Austria, che venne isolata col risultato di rafforzare il governo Ovp-FPÖ. La politica europea verrebbe chiamata a sviluppare forme di solidarietà con il popolo austriaco e con i politici europeisti del governo”, ha sottolineato. 

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