È iniziata l’operazione di terra dell’esercito israeliano in Libano. L’Idf ha annunciato che si tratta di un’incursione terrestre “mirata e limitata” nel sud del Paese contro obiettivi e infrastrutture di Hezbollah. L’offensiva, inoltre, ha raccolto il parere positivo degli Stati Uniti secondo cui l’attacco “è in linea con il diritto di Israele a difendere i propri cittadini e a riportare i civili nelle loro case in sicurezza”. Il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto ha assicurato intanto che i militari italiani presenti nel Paese si trovano al sicuro nei bunker in via precauzionale e che “Unifil non è un obiettivo diretto degli attacchi”. Giorgia Meloni sente il premier libanese e spinge per una de-escalation. Gli Usa intanto avvertono: “L’Iran prepara un attacco imminente a Israele“.
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“Se il regime sionista commetterà un errore, potremmo dimostrare che possiamo radere al suolo Tel Aviv in una sola notte”. Lo ha affermato l’ex comandante della Forza Qods iraniana, Ahmad Vahidi.
“L’Iran ha commesso un grosso errore stasera, e ne pagherà le conseguenze”. Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu al gabinetto di sicurezza, citato dai media israeliani. “Il regime in Iran non comprende la nostra determinazione a difenderci e la nostra determinazione a vendicarci dei nostri nemici”, ha aggiunto.
“Sceglieremo il momento in cui esigere il prezzo, e dimostreremo la nostra capacità di attacco preciso e sorprendente, in accordo con le indicazioni dei vertici politici”. Lo ha detto il capo di Stato maggiore dell’esercito israeliano (Idf), il tenente generale Herzi Halevi, a proposito dell’attacco dell’Iran di stasera contro Israele.
“L’Ue condanna con la massima fermezza l’attacco dell’Iran contro Israele. Il pericoloso ciclo di attacchi e rappresaglie rischia di degenerare in una spirale fuori controllo. È necessario un cessate il fuoco immediato in tutta la regione”. Lo ha scritto su X l’Alto rappresentante dell’Ue Josep Borrell. “L’Ue resta fermamente impegnata a contribuire a scongiurare una guerra regionale”, ha aggiunto.
Citando versi del Corano, la Guida Suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, ha predetto una “imminente vittoria divina”. In due post separati su X, Khamenei ha affermato che “le persone giuste” possono dover fare sacrifici “ma non saranno sconfitte alla fine del giorno”. “Sono loro i vincitori sul campo”, ha affermato pubblicando immagini che mostrano il lancio di missili iraniani.
L’Iran ha affermato che il suo attacco missilistico era diretto a tre basi militari nella zona di Tel Aviv. Secondo i media statali iraniani, il bombardamento, accompagnato da un attacco informatico su larga scala, ha utilizzato per la prima volta anche i nuovi missili balistici ipersonici Fatah.
Gli Stati Uniti non hanno ricevuto alcun messaggio dall’Iran, “diretto o indiretto” prima dell’attacco missilistico contro Israele. Lo ha riferito il portavoce del dipartimento di Stato, Matthew Miller.
“Alla luce dell’aggravarsi della crisi in Medio Oriente, il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha convocato d’urgenza un vertice a Palazzo Chigi per discutere la situazione e valutare le misure necessarie. Alla riunione hanno partecipato il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri Antonio Tajani in collegamento da remoto, il Ministro della Difesa Guido Crosetto, il Sottosegretario Alfredo Mantovano, autorità delegata per i servizi di sicurezza, i vertici dei servizi segreti, il Consigliere diplomatico del Presidente del Consiglio e, in collegamento, l’Ambasciatore d’Italia in Israele, Luca Ferrari. Nel condannare l’attacco iraniano a Israele, il Governo italiano esprime profonda preoccupazione per gli sviluppi in corso e lancia un appello alla responsabilità di tutti gli attori regionali, chiedendo di evitare ulteriori escalation”. E’ quanto si legge in una nota di palazzo Chigi.
Il Corpo delle guardie della rivoluzione islamica ha riferito, in una dichiarazione pubblicata al termine dell’attacco missilistico dell’Iran contro Israele, di aver “preso di mira tre basi militari intorno a Tel Aviv”. I Pasdaran hanno aggiunto che “l’operazione è stata effettuata nel quadro del diritto di legittima difesa e secondo le leggi internazionali”.
Gli Stati Uniti “continueranno a difendere Israele, che ha il diritto di difendersi”. Lo ha detto la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, aggiungendo che per l’Iran “ci saranno conseguenze”
Le milizie irachene sostenute dall’Iran affermano che se gli Stati Uniti prenderanno parte a “qualsiasi azione ostile” contro l’Iran gli interessi americani nella regione saranno minacciati. La dichiarazione del gruppo che si fa chiamare Comitato di coordinamento per la resistenza irachena ha anche messo in guardia Israele dall’usare lo spazio aereo iracheno per ritorsioni contro l’Iran, affermando che “tutte le basi e gli interessi americani in Iraq e nella regione” saranno un loro “obiettivo”. Le milizie sostenute dall’Iran in Iraq prendono regolarmente di mira con i droni le basi che ospitano le forze statunitensi in Iraq e in Siria, affermando di volersi vendicare del sostegno di Washington a Israele nella sua guerra contro Hamas a Gaza e Hezbollah in Libano.
L’attacco iraniano contro Israele ha rappresentato “un’escalation significativa”. Lo ha detto il consigliere per la Sicurezza nazionale Usa, Jake Sullivan. “Ugualmente significativo – ha aggiunto il funzionario è che siamo stati in grado di agire con Israele e creare una situazione nella quale nessuno è rimasto ucciso”.
L’aviazione di Israele “continua a operare a pieno regime e anche stasera continuerà a colpire con potenza in Medioriente, come è avvenuto nell’ultimo anno”. Lo afferma il portavoce dell’Idf, il contrammiraglio Daniel Hagari, secondo quanto riporta il Times of Israel. “L’Iran ha compiuto un atto grave questa notte e sta spingendo il Medioriente verso un’escalation. Agiremo nel luogo e nel momento di nostra scelta, in accordo con le indicazioni dei vertici politici”, ha detto ancora.
La Giordania e l’Iraq hanno temporaneamente chiuso il loro spazio aereo in seguito all’attacco dell’Iran contro Israele. Lo riferisce Al-Jazeera.
Il premier britannico, Keir Starmer, ha parlato con il premier israeliano Benjamin Netanyahu e con il re di Giordania Abdullah II. Lo riporta l’emittente britannica Sky News.
È stato rivisto a 6 morti il bilancio della sparatoria di stasera a Giaffa, in Israele. Lo riferisce la polizia israeliana. Precedentemente i servizi di soccorso avevano riferito di 8 morti. La polizia ha dichiarato che 2 sospetti hanno aperto il fuoco stasera in un viale di Giaffa, zona mista araba-ebraica nell’area metropolitana di Tel Aviv. I due sospetti sono stati neutralizzati. L’attacco è avvenuto pochi istanti prima che una massiccia raffica di razzi provenienti dall’Iran spingesse la gente a spostarsi nei rifugi antiaerei in tutto Israele, anche a Tel Aviv.
Lo spazio aereo dell’Iran è stato chiuso e i voli nazionali e internazionali sono stati al momento sospesi. Lo riporta l’agenzia di stampa iraniana Mehr, citando l’amministratore delegato dell’aeroporto internazionale di Teheran Imam Khomeini.
“Condanno l’ampliamento del conflitto in Medioriente, con un’escalation dopo l’altra. Questo deve finire. Abbiamo assolutamente bisogno di un cessate il fuoco”. Lo afferma il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres.
Il portavoce dell’Idf, Daniel Hagari, ha dichiarato che l’Iran ha lanciato contro Israele circa 200 missili.L’esercito israeliano ha riferito che “al momento” non si rilevano “ulteriori minacce verso Israele dall’Iran” e gli israeliani sono stati avvisati poco fa che possono lasciare i rifugi antiaerei.
Israele riapre lo spazio aereo dopo l’attacco iraniano. L’Autorità Aeroportuale Israeliana, secondo quanto riferisce Haaretz, ha affermato che decolli e atterraggi degli aerei torneranno ad essere programmati nelle prossime ore.
Il portavoce dell’Idf, Daniel Hagari, ha dichiarato che Israele risponderà all’attacco missilistico iraniano contro il Paese. “Siamo in stato di massima allerta in difesa e in offensiva, proteggeremo i cittadini di Israele”, questo attacco “avrà delle conseguenze. Abbiamo dei piani e agiremo nel momento e nel luogo che sceglieremo”, ha dichiarato, secondo quanto riferisce Times of Israel.
L’autorità aeroportuale israeliana ha dichiarato che lo spazio aereo di Israele è stato chiuso e i voli in arrivo sono stati dirottati verso aeroporti al di fuori del Paese. La chiusura dello spazio aereo ha fatto seguito all’annuncio dell’esercito israeliano che l’Iran aveva lanciato missili contro il Paese. L’Idf ha avvertito gli israeliani di mettersi al riparo mentre suonavano le sirene dei raid aerei e si sentivano esplosioni a Tel Aviv e nei pressi di Gerusalemme. L’Iran ha dichiarato di aver lanciato decine di missili balistici contro Israele in risposta all’uccisione di leader di Hezbollah e Hamas.
Il presidente Biden e la vicepresidente Harris stanno monitorando l’attacco iraniano contro Israele dalla Situation Room della Casa Bianca e ricevono aggiornamenti regolari dal loro team di sicurezza nazionale. Come riferisce la Casa Bianca, il presidente ha ordinato all’esercito statunitense di aiutare la difesa di Israele contro gli attacchi iraniani e di abbattere i missili che hanno come obiettivo Israele.
L’esercito israeliano (Idf) ha diffuso un messaggio per far sapere agli israeliani che possono lasciare i rifugi antiaerei. Circa un’ora fa agli israeliani era stato ordinato di mettersi al riparo a causa dell’inizio di un attacco con missili balistici da parte dell’Iran contro Israele.
I servizi di soccorso in Israele hanno riferito che 2 persone sono rimaste leggermente ferite a Tel Aviv nell’attacco missilistico compiuto dall’Iran, mentre altre persone sono rimaste ferite mentre fuggivano verso i rifugi. Lo riporta Haaretz.
Il Corpo delle guardie della rivoluzione islamica ha riferito in una nota che gli attacchi lanciati dall’Iran contro Israele sono in risposta alle uccisioni del leader di Hamas Ismail Haniyeh, di quello di Hezbollah Hassan Nasrallah nonché del generale Abbas Nilforoushan. Nella nota dei pasdaran si afferma che l’Iran ha reagito “dopo un periodo di autocontrollo contro la violazione della sovranità della Repubblica Islamica”.
“Si deve lavorare per la pace, bisogna che tutti quanti anche l’Iran si assumano le proprio responsabilità per evitare un’escalation”. Così il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani commentando l’attacco dell’Iran a Israele a margine di un evento pubblico questa sera a Genova.
“Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, segue con attenzione l’evoluzione della situazione in Medio Oriente. L’ambasciata d’Italia in Israele resta operativa”. Lo comunica su X la Farnesina. “Per qualsiasi emergenza invitiamo i connazionali a contattare la Sede al numero +972 548803940 o l’Unità di Crisi al +39 0636225”, aggiunge la Farnesina.
L’esercito israeliano (Idf) ha annunciato che l’attacco iraniano è ancora in corso e ha chiesto ai cittadini di rimanere nei rifugi “fino a nuovo avviso”. Al momento non si hanno notizie di feriti.
A seguito dell’attacco iraniano su Israele la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha convocato un vertice urgente a palazzo Chigi. Secondo quanto si apprende la riunione si terrà a breve e, assieme alla premier, saranno presenti il ministro della Difesa Guido Crosetto, quello degli Esteri Antonio Tajani (in collegamento), i vertici dei servizi segreti e il sottosegretario Alfredo Mantovano (autorità delegata per i servizi segreti), e il consigliere diplomatico di Meloni, Fabrizio Saggio
L’Iran, in una dichiarazione letta dalla tv di Stato, ha affermato di aver lanciato decine di missili balistici contro Israele. La dichiarazione avverte che “se Israele risponderà militarmente a questa operazione, affronterà una risposta più dura”. La dichiarazione è stata letta mentre in Israele suonavano le sirene anti-aeree e si sentivano esplosioni a Tel Aviv e vicino a Gerusalemme.
I servizi di emergenza israeliani hanno riferito che sono otto le persone rimaste uccise nell’attacco a Giaffa e altre diverse persone sono rimaste ferite. La polizia ha dichiarato che l’attacco è stato compiuto da “due terroristi” che sono stati “neutralizzati”, riferisce il Times of Israel.
Forti esplosioni sono state udite a Gerusalemme e Tel Aviv. Lo riporta Haaretz.
Sono oltre 100 i missili lanciati dall’Iran stasera contro Israele. È quanto riporta la testata israeliana Kan.
Il presidente Joe Biden ha convocato un incontro con la vicepresidente Kamala Harris e il loro team di sicurezza nazionale per discutere dei piani iraniani di lanciare un significativo attacco missilistico balistico contro Israele. Lo riferisce la Casa Bianca. Biden e Harris hanno esaminato lo stato dei preparativi degli Stati Uniti per aiutare Israele a difendersi da questi attacchi e proteggere il personale statunitense nella regione
Un uomo ha aperto il fuoco stasera contro le persone in attesa a una fermata dei mezzi di trasporto a Giaffa, in Israele, e ci sono feriti. Lo riportano i media israeliani.
I residenti di Gerusalemme hanno ricevuto l’ordine di mettersi al riparo. L’ordine è stato inviato ai telefoni cellulari e annunciato dalla tv nazionale. Le stazioni televisive riferiscono di sirene che suonano in alcune parti di Gerusalemme e nel centro di Israele.
Le sirene anti-aeree risuonano a Tel Aviv e nella zona centrale di Israele. Lo riporta Haaretz.
L’esercito israeliano (Idf) ha annunciato che l’Iran ha lanciato missili contro Israele. “Poco fa sono stati lanciati missili dall’Iran sul territorio israeliano”, ha scritto uno dei portavoce dell’Idf su X, Avichay Adraee.
Il segretario di Stato Usa Antony Blinken ha affermato che l’amministrazione Biden sta osservando la situazione tra Israele e Hezbollah in Libano “molto attentamente” ed è impegnata nella difesa e nella sicurezza di Israele. Parlando stamani prima di incontrare a Washington il ministro degli Esteri del Marocco, Blinken non ha affrontato la questione del potenziale attacco missilistico iraniano contro Israele, sul quale la Casa Bianca aveva poco prima lanciato l’allarme. “Gli Stati Uniti sono impegnati nella difesa di Israele. Stiamo osservando gli sviluppi, come ho detto, molto attentamente in questo momento”, ha detto il capo della diplomazia Usa.
Esprimendosi contro l’offensiva di terra di Israele nel sud del Libano, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha affermato che Israele “punterà lo sguardo” sulla Turchia. In un discorso che ha segnato l’apertura del Parlamento dopo la pausa estiva, Erdogan ha criticato sia la comunità internazionale che il mondo islamico per non aver fermato le azioni del premier israeliano Benjamin Netanyahu a Gaza e in Libano e ha promesso di essere forte contro Israele e di sostenere il Libano. “Anche se alcuni si ostinano a non volerlo vedere, il governo Netanyahu sta sognando un sogno crudo che include l’Anatolia”, ha detto Erdogan, riferendosi a una vasta area della Turchia. “Il luogo su cui Israele – che agisce con il delirio delle terre promesse – punterà gli occhi dopo la Palestina e il Libano sarà la nostra patria”, ha detto.
Il dipartimento di Stato ha ordinato a tutti i diplomatici statunitensi e alle loro famiglie in Israele e in Cisgiordania di rifugiarsi in un posto sicuro fino a nuovo avviso, poiché la situazione della sicurezza sta diventando sempre più incerta, dopo l’incursione di terra di Israele in Libano e le potenziali minacce di un attacco missilistico iraniano. “Come risultato dell’attuale situazione di sicurezza, l’ambasciata degli Stati Uniti ha ordinato a tutti i dipendenti del governo statunitense e ai loro familiari di rifugiarsi in un posto sicuro fino a nuovo avviso”, ha affermato martedì l’ambasciata Usa a Gerusalemme in un avviso ai cittadini americani.
Forti esplosioni sono state udite in diverse aree di Tel Aviv e dintorni, senza che siano suonate sirene anti-aeree per un attacco missilistico. Lo riporta il Times of Israel, aggiungendo che l’esercito israeliano (Idf) ha riferito che un razzo ha attraversato il Libano ed è caduto in una “zona aperta nel centro del Paese”. Secondo i media israeliani, il razzo è caduto in mare vicino a Bat Yam, senza mettere in pericolo alcun centro abitato e quindi senza far scattare le sirene.
Un attacco aereo israeliano di oggi pomeriggio a Beirut ha colpito un edificio residenziale vicino alla capitale libanese Beirut, causando danni e facendo saltare le finestre della zona. L’attacco sembra aver colpito un appartamento nell’edificio sulla strada meridionale che porta all’aeroporto internazionale di Beirut, a circa 100 metri di distanza dall’ambasciata iraniana. Al momento non si hanno notizie sulle vittime. L’esercito israeliano (Idf) aveva precedentemente dichiarato di aver effettuato un attacco a Beirut, senza fornire ulteriori dettagli.
Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, è “estremamente preoccupato per l’escalation del conflitto in Libano” e “chiede un immediato cessate il fuoco”. Lo riferisce il suo portavoce, Stéphane Dujarric, aggiungendo che Guterres ha parlato questa mattina con il primo ministro libanese Najib Mikati e gli ha detto “che l’intero sistema delle Nazioni Unite in Libano è mobilitato per assistere tutti coloro che hanno bisogno nel Paese”. “Una guerra totale deve essere evitata in Libano a tutti i costi e la sovranità e l’integrità territoriale del Libano devono essere rispettate”, si legge nella nota, in cui si aggiunge che il segretario generale si appella alla comunità internazionale affinché sostenga con urgenza l’appello umanitario da 426 milioni di dollari lanciato oggi a Beirut. Il segretario generale proseguirà i suoi contatti e anche i suoi rappresentanti sul posto continueranno ad adoperarsi per una de-escalation della situazione, conclude il portavoce di Guterres.
Il contrammiraglio Daniel Hagari, portavoce dell’esercito israeliano (Idf), ha confermato che gli Stati Uniti hanno avvertito Israele dell’intenzione dell’Iran di lanciare missili contro il Paese e ha precisato che al momento non sono stati rilevati lanci dall’Iran contro Israele. Lo riporta il Times of Israel. Hagari ha avvertito che un eventuale attacco iraniano contro Israele “avrà delle conseguenze”. Il portavoce ha invitato la popolazione a continuare a seguire le linee guida del Comando del Fronte Interno dell’esercito e ha aggiunto che l’Idf è pronto con le sue capacità difensive e offensive.
Il governo spagnolo ha avanzato la richiesta di una riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza dell’Onu rispetto alla situazione in Libano. Lo ha affermato il ministro degli Esteri José Manuel Albares nella conferenza stampa che ha fatto seguito al Consiglio dei ministri. Albares ha sostenuto poi che la missione Onu Unifil “svolge un compito fondamentale per il mantenimento della pace” e “oggi più che mai ha un mandato valido”. Il capo della diplomazia spagnola ha ribadito la richiesta di applicare integralmente la risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu 1701, che stabilisce il ritiro di Israele e di Hezbollah dal confine meridionale del Libano, in modo che questo sia controllato dai caschi blu e dall’esercito libanese. “Questa risoluzione contiene ancora tutti gli elementi necessari per risolvere la crisi e deve essere applicata nella sua interezza per risolvere il conflitto”, ha detto Albares.
L’esercito israeliano (Idf) “ha lanciato un attacco mirato a Beirut”. Lo riferisce uno dei portavoce dell’esercito, Avichay Adraee, in un post su X.
Sono in arrivo “giorni di grandi sfide”. Lo ha dichiara il premier di Israele, Benjamin Netanyahu, rivolgendosi agli israeliani. “Quello che vi chiedo è di fare due cose: una, di obbedire rigorosamente alle direttive del Comando del fronte interno. Questo salva delle vite” e “secondo, di restare uniti”, ha detto Netanyahu. “Resisteremo insieme nei giorni difficili che ci aspettano. Insieme staremo in piedi, insieme combatteremo e insieme vinceremo”, ha aggiunto.
Ci saranno “gravi conseguenze” per l’Iran se compirà l’attacco che sta preparando contro Israele. È l’avvertimento lanciato da un funzionario dell’amministrazione Usa coperto dall’anonimato, che ha riferito che Teheran sta preparando un attacco “imminente” contro Israele con lancio di missili balistici. Il funzionario ha detto che gli Stati Uniti stanno sostenendo attivamente i preparativi difensivi israeliani. La notizia giunge dopo che oggi l’esercito israeliano ha avvertito la popolazione di evacuare una ventina di comunità libanesi di confine, ore dopo aver annunciato quelle che ha definito limitate operazioni di terra contro Hezbollah.
L’Iran si sta preparando per un attacco “imminente” a Israele con lancio di missili balistici. Lo riferisce un alto funzionario dell’amministrazione Usa, che ha parlato a condizione di mantenere l’anonimato.
Le Forze di difesa israeliane (Idf) affermano che, in seguito a una valutazione, stanno richiamando quattro brigate di riserva e altre forze per prendere parte alle operazioni in corso sul fronte settentrionale, al confine con il Libano. Lo riporta il Times of Israel. Una brigata israeliana è generalmente composta da diverse migliaia di soldati. L’Idf affermano che la chiamata di ulteriori riservisti “consentirà la continuazione della lotta contro l’organizzazione terroristica Hezbollah”.
Ieri l’Ue ha coordinato la prima operazione di evacuazione medica direttamente da Gaza, trasferendo in Romania otto pazienti bisognosi di cure urgenti e 24 familiari accompagnatori. Si tratta della quinta operazione nell’ambito del meccanismo di protezione civile dell’Ue dopo la sua attivazione da parte dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) – scrive la Commissione europea -. L’operazione, mirante ad assicurare l’evacuazione medica di pazienti palestinesi da Gaza verso l’Europa, è stata condotta in stretta collaborazione con la Romania, l’OMS e il coordinamento delle attività governative nei territori d’Israele (COGAT). I pazienti sono stati trasportati in sicurezza verso alcuni ospedali di Bucarest, dove riceveranno le cure mediche necessarie. In virtù di questo meccanismo erano stati già evacuati verso la Spagna, il Belgio e l’Italia altri 45 pazienti urgentemente bisognosi di cure. Il Centro di coordinamento della risposta alle emergenze dell’UE continua a coordinarsi con gli Stati membri e mantiene il suo impegno a favore di ulteriori evacuazioni mediche.
Il presidente francese Emmanuel Macron riunirà questa sera alle 19.30 il Consiglio di difesa e sicurezza nazionale dedicato al Libano. Lo ha detto la portavoce del governo Maud Brégeon, che ha ricordato la “soluzione diplomatica” sostenuta dalla Francia, peraltro “pronta” a evacuare i suoi connazionali se necessario. Lo riporta l’emittente Bfmtv. Circa 23.000 francesi o franco-libanesi sono attualmente in Libano. Una nave della Marina francese è salpata ieri dal sud-est della Francia per preposizionarsi al largo delle coste del Libano come “precauzione”, in caso di necessità di evacuare cittadini francesi.
Il ministro degli esteri britannico David Lammy ha avvertito che la situazione in Libano potrebbe diventare “molto, molto più pericolosa”, esortando i britannici a lasciare il Paese e affermando che la soluzione da seguire è politica, non militare. “La nostra posizione rimane la stessa. Dopo aver parlato con i nostri colleghi americani e altri alleati, chiediamo un cessate il fuoco immediato”, ha detto alla Bbc, “abbiamo bisogno di una soluzione diplomatica ai problemi in Libano, in modo che gli israeliani possano tornare alle loro case nel nord di Israele e i libanesi possano tornare alle loro case nel sud del Libano. Quindi, in questo momento, vogliamo vedere una soluzione politica, il piano Amos Hochstein, che è sul tavolo degli americani, e un cessate il fuoco immediato”.
L’esercito israeliano ha rivelato di aver già effettuato più di 70 piccole incursioni con le forze speciali in Libano dall’inizio della guerra, il 7 ottobre scorso, per distruggere numerose postazioni di Hezbollah, tunnel e migliaia di armi. Secondo l’Idf, le truppe hanno raggiunto silenziosamente circa 1.000 siti di Hezbollah nel Libano meridionale, alcuni dei quali a diversi chilometri dal confine, tra cui tunnel e bunker dove il gruppo libanese immagazzinava armi. L’esercito ha aggiunto che i siti si trovavano sia all’interno di villaggi che in aree boschive. Lo riporta il Times of Israel. Le incursioni condotte a volte duravano tre o quattro giorni. In tutto, sono state effettuate in 200 notti di operazioni.
L’esercito israeliano ha annunciato nuove restrizioni sui raduni pubblici e la chiusura delle spiagge a causa del lancio di razzi di Hezbollah. Le nuove linee guida sono arrivate dopo che Israele ha dichiarato di aver lanciato una limitata incursione di terra in Libano per combattere il gruppo militante. Hezbollah ha lanciato una salva di razzi a medio raggio verso il centro di Israele che ha ferito una persona.
Un funzionario militare israeliani ha detto ad Associated Press che la marcia verso Beirut, come fecero le forze israeliane durante l’invasione del Libano nel 1982, “non è sul tavolo”. Le dichiarazioni militari indicano che Israele potrebbe concentrare le operazioni di terra sulla stretta striscia lungo il confine tra Israele e Libano, piuttosto che lanciare un’invasione più ampia volta a distruggere Hezbollah, come ha fatto a Gaza contro Hamas.
La forza di peacekeeping delle Nazioni Unite nel sud del Libano, l’Unifil, riferisce che l’esercito israeliano aveva notificato il giorno prima la sua “intenzione di intraprendere limitate incursioni di terra in Libano” e lo ha descritto come uno “sviluppo pericoloso”, aggiungendo che “qualsiasi attraversamento del confine con il Libano è una violazione della sovranità e dell’integrità territoriale libanese e una violazione della risoluzione 1701”. Il riferimento è alla risoluzione delle Nazioni Unite del 2006 che ha posto fine alla guerra di un mese tra Israele e il gruppo militante libanese Hezbollah. “Esortiamo tutti gli attori a fare un passo indietro rispetto a tali atti di escalation, che porteranno solo a più violenza e a più spargimento di sangue”, afferma l’Unifil, sottolineando che i peacekeepers “restano in posizione” ma che “hanno piani di emergenza pronti ad essere attivati se assolutamente necessario”.
Il portavoce di Hezbollah, Mohammed Afifi, nella sua prima dichiarazione da quando Israele ha annunciato l’inizio di operazioni di terra in Libano, ha negato che le truppe israeliane siano entrate in Libano, ma ha dichiarato che i suoi combattenti sono pronti a un “confronto diretto” se dovessero attraversare il confine. Le notizie secondo cui le forze israeliane sarebbero entrate in Libano sono “affermazioni false”, ha detto Afifi. Il portavoce ha aggiunto che il lancio di missili a medio raggio da parte di Hezbollah oggi verso il centro di Israele “è solo l’inizio”.
Il portavoce di Hezbollah, Mohammed Afifi, nella sua prima dichiarazione da quando Israele ha annunciato l’inizio di operazioni di terra in Libano, ha dichiarato che i suoi combattenti sono pronti a un “confronto diretto” con i soldati israeliani. I combattenti di Hezbollah sono pronti “a confrontarsi direttamente con le forze nemiche che osano o cercano di entrare in Libano per infliggere loro delle vittime”, ha detto il portavoce.
La Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto oggi una conversazione telefonica con il Primo Ministro del Libano, Najib Mikati. Lo rende noto Palazzo Chigi, specificando che nel rinnovare la vicinanza dell’Italia al Libano e al popolo libanese e nel ricordare i primi aiuti immediati alla popolazione civile stanziati ieri dal Governo, la Presidente del Consiglio ha ribadito l’impegno italiano per un cessate il fuoco e una soluzione diplomatica al conflitto che permetta agli sfollati di tornare alle proprie case. L’Italia, anche quale Presidenza di turno del G7, continuerà a lavorare per una de-escalation a livello regionale. La Presidente Meloni ha infine ricordato il ruolo cruciale dei militari italiani presenti nel sud del Libano all’interno della missione Unifil, sottolineando l’importanza della loro sicurezza.
L’ordine di evacuazione, pubblicato sul social X da Avichay Adraee, portavoce arabo dell’esercito israeliano, si rivolge a circa 20 comunità nel sud del Libano e ordina alle persone di evacuare a nord del fiume Awali, a circa 60 chilometri dal confine con Israele. Si tratta di una distanza maggiore rispetto al fiume Litani, che segna il confine settentrionale di una zona cuscinetto dichiarata dalle Nazioni Unite dopo la guerra del 2006. Il fiume Litani dista 30 chilometri dal confine.
Il numero di donne e bambini uccisi nell’ultimo anno a Gaza è il più alto rispetto a qualsiasi conflitto degli ultimi 20 anni, considerando lo stesso lasso di tempo. Secondo stime prudenti, si tratta di più di 6mila donne e 11mila bambini. È la denuncia diffusa oggi da Oxfam, di fronte all’allargamento del conflitto in Libano e Cisgiordiana, compresa Gerusalemme est, e all’ulteriore massacro di civili che ne sta conseguendo. Fino ad oggi il numero più alto di donne uccise in un solo anno era di 2.600 in Iraq nel 2016, secondo i dati relativi al periodo 2004-2021 forniti dallo Small Arms Survey. Il numero più alto di bambini uccisi era stato registrato in Siria, dove nei primi 2 anni e mezzo di guerra ne erano morti 11 mila, ossia circa 4.700 all’anno. “Ma c’è un altro dato che testimonia l’orrore di quanto sta accadendo: il numero record di donne e bambini uccisi a Gaza non comprende le circa 20.000 persone non identificate, disperse o sepolte sotto le macerie”, sottolinea Oxfam.
L’esercito israeliano ha ordinato l’evacuazione di quasi 20 comunità nel sud del Libano, al confine con Israele. L’ordine è arrivato poche ore dopo che l’Idf ha inviato forze di terra nel sud del Libano, in quella che ha descritto come un’incursione limitata contro il gruppo militante Hezbollah.
Un alto funzionario della sicurezza israeliano ha affermato alla Bbc che le truppe dell’esercito d’Israele (Idf) si sono spinte solo “a breve distanza percorribile a piedi” oltre il confine in Libano e finora non si sono verificati “scontri”. “Stiamo parlando di colpire le basi di lancio di Hezbollah, le infrastrutture di Hezbollah proprio accanto alle comunità nel nord di Israele”, ha affermato il funzionario. “Non posso fornire cifre, ma posso dirvi che non si tratta di numeri da grande invasione di terra”, ha aggiunto la fonte, descrivendo l’offensiva di terra come “limitata” e contraddicendo quanto affermato in precedenza dai portavoce dell’Idf.
Le Nazioni Unite e il governo libanese hanno lanciato un appello lampo da 426 milioni di dollari per aiuti umanitari urgenti ai civili coinvolti nel conflitto in corso con Israele. L’appello è stato lanciato a Beirut dal primo ministro ad interim Najib Mikati e dal Coordinatore umanitario delle Nazioni Unite per il Libano Imran Riza. L’appello lampo cerca di assistere gli sfollati rispondendo a bisogni urgenti in settori quali cibo, assistenza di base, alloggi, assistenza sanitaria, acqua e servizi municipali, ha precisato l’Onu. “Senza risorse sufficienti, gli operatori umanitari rischiano di lasciare la popolazione di un intero Paese senza il sostegno di cui ha urgentemente bisogno”, ha avvertito Riza, aggiungendo che nessuna quantità di aiuti può affrontare completamente la crisi se i civili continueranno a essere presi di mira.
L’esercito libanese ha pubblicato un comunicato ufficiale in cui si afferma che “mentre il nemico continua i suoi attacchi contro varie zone del Libano, alcuni media hanno riportato informazioni inesatte sul ritiro dell’esercito dalle posizioni sul confine meridionale, a una profondità di diversi chilometri, alla luce dei preparativi del nemico per un’operazione di terra all’interno del Libano”. “Il comando chiarisce che le unità militari schierate nel sud si sono riposizionate in diversi punti di osservazione avanzati, all’interno delle aree di responsabilità”, ha aggiunto l’esercito del Libano, “la leadership dell’esercito continua a cooperare e coordinarsi con le forze Unifil delle Nazioni Unite”. Lo riporta Ynet.
“Sono profondamente preoccupata per il rapido deterioramento della situazione umanitaria in Libano. Nell’ultima settimana, secondo le notizie, almeno 80 bambini sono stati uccisi negli attacchi, mentre altre centinaia sono rimasti feriti. Secondo i rapporti del Governo, il numero di sfollati interni a causa delle violenze è salito a più di 1 milione, tra cui oltre 300.000 bambini”. Lo afferma la direttrice generale dell’Unicef Catherine Russell. “Migliaia di bambini e famiglie vivono per strada o in rifugi, molti dei quali sono fuggiti dalle loro case senza beni e forniture essenziali. Le condizioni umanitarie peggiorano di ora in ora”, aggiunge, “L’Unicef e i nostri partner sono sul campo in Libano per raggiungere bambini e famiglie con un sostegno essenziale. Le nostre squadre stanno consegnando acqua potabile, forniture mediche, materassi e coperte, oltre a kit igienici, dignity kit e per i neonati. Stiamo fornendo servizi di salute e nutrizione, protezione dell’infanzia e sostegno psicosociale ai bambini”.
“Nel Libano meridionale sono in corso intensi combattimenti, durante i quali i membri di Hezbollah sfruttano l’ambiente civile e la popolazione come scudi umani per lanciare attacchi”. È quanto scrive in un post su X il portavoce in lingua araba delle Forze di difesa israeliane (Idf) Avichay Adraee. “Per la vostra sicurezza personale, vi chiediamo di non spostare veicoli dalla zona settentrionale alla zona meridionale del fiume Litani”, aggiunge.
Gli attacchi aerei lanciati durante la notte nel quartiere Dahieh, nella periferia sud di Beirut, hanno preso di mira diversi siti di Hezbollah, tra cui stabilimenti di produzione di armi e altre infrastrutture militari. Lo affermano le Forze di difesa israeliane (Idf) in una nota. Lo riporta il Times of Israel. “L’organizzazione terroristica Hezbollah costruisce intenzionalmente i suoi siti di produzione di armi e militari sotto il cuore di Beirut e li inserisce nei centri abitati della città”, afferma l’esercito, aggiungendo che l’Idf continua a operare “per garantire il ripristino della sicurezza dello Stato di Israele e dei suoi cittadini”.
L’aviazione israeliana ha effettuato un attacco sul campo profughi palestinese di Ain el-Héloué, alla periferia di Saida, prendendo di mira il leader delle Brigate dei Martiri di Al-Aqsa, il braccio armato di Fateh, Mounir Maqdah, che sarebbe sfuggito all’attentato. Lo riporta il sito web Axios. Secondo una prima valutazione, l’attacco ha provocato almeno sei morti, tra cui il figlio e tre figli di Hassan Maqdah, e diversi feriti. Il 21 agosto, il fratello di Mounir Maqdah è stato ucciso in un attacco mirato a Saida. Israele ha iniziato a prendere di mira alti funzionari palestinesi in Libano nella notte tra domenica e lunedì, uccidendo in un primo attacco nel cuore di Beirut, a Cola, tre membri del Fronte popolare per la liberazione della Palestina e nel campo profughi di ‘el -Bass, vicino a Tiro, il leader di Hamas in Libano, Fateh Cherif Amine e la sua famiglia.
“Ho parlato oggi con il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant per discutere degli sviluppi della sicurezza e delle operazioni israeliane. Ho chiarito che gli Stati Uniti sostengono il diritto di Israele a difendersi”. Lo scrive su X Lloyd Austin, segretario della Difesa Usa. “Abbiamo concordato sulla necessità di smantellare le infrastrutture di attacco lungo il confine per garantire che gli Hezbollah libanesi non possano condurre attacchi in stile 7 ottobre contro le comunità settentrionali di Israele – dice – Ho ribadito che è necessaria una risoluzione diplomatica per garantire che i civili possano tornare sani e salvi alle loro case su entrambi i lati del confine e ho chiarito che gli Stati Uniti sono ben posizionati per difendere il personale, i partner e gli alleati statunitensi di fronte alle minacce dell’Iran e delle organizzazioni terroristiche sostenute dall’Iran e determinati a impedire a qualsiasi attore di sfruttare le tensioni o espandere il conflitto”. “Ho ribadito le gravi conseguenze per l’Iran nel caso in cui l’Iran scelga di lanciare un attacco militare diretto contro Israele”, evidenzia.
La Casa Bianca afferma di considerare l’operazione di terra di Israele nel Libano meridionale in linea con il diritto del paese a difendersi dalle minacce dei gruppi terroristici. “Sappiamo che gli israeliani condurranno operazioni limitate per distruggere l’infrastruttura di Hezbollah che potrebbe essere utilizzata per minacciare i cittadini israeliani. Ciò è in linea con il diritto di Israele a difendere i propri cittadini e a riportare i civili nelle loro case in sicurezza”, ha affermato un portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale. “Sosteniamo il diritto di Israele a difendersi da Hezbollah e da tutti i gruppi terroristici sostenuti dall’Iran”, ha sottolineato il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale.
La Casa Bianca ritiene di aver raggiunto un’intesa con Israele in base alla quale la portata dell’invasione terrestre sarà limitata alle zone di confine nel Libano meridionale. Lo hanno dichiarato ad Axios due fonti a conoscenza della questione. Una delle fonti ha affermato che nel fine settimana la Casa Bianca era preoccupata che Israele stesse preparando un’invasione via terra di vasta portata e ha espresso tali preoccupazioni agli israeliani. Durante 48 ore di conversazioni ad alto livello tra funzionari delle due parti, gli israeliani hanno assicurato la Casa Bianca che il piano è più mirato e mira a bonificare le infrastrutture di Hezbollah vicino al confine israeliano e poi a ritirare le forze dell’Idf.
Gli obiettivi, ha spiegato l’Idf, “rappresentano una minaccia immediata per le comunità israeliane nel nord di Israele”. Le forze di difesa “operano secondo un piano metodico stabilito dallo Stato Maggiore e dal Comando Settentrionale, per il quale i soldati si sono addestrati e preparati negli ultimi mesi”, si legge nel comunicato. “Queste operazioni sono state approvate e svolte in conformità con la decisione del livello politico. L’operazione ‘Northern Arrows’ (‘Frecce del Nord’) continuerà in base alla valutazione della situazione e parallelamente al combattimento a Gaza e in altri scenari”. Si “continua a operare per raggiungere gli obiettivi della guerra e stanno facendo tutto il necessario per difendere i cittadini di Israele e riportare i cittadini del nord di Israele alle loro case”, conclude l’Idf.