Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant sarà al Pentagono il 9 ottobre e incontrerà il segretario Usa alla Difesa Lloyd Austin
A un anno dal massacro del 7 ottobre compiuto da Hamas nel sud di Israele, a cui seguì lo scoppio della guerra a Gaza, il Medioriente e il mondo sono con il fiato sospeso per l’atteso attacco dello Stato ebraico all’Iran. Il 1° ottobre Teheran aveva lanciato circa 200 missili balistici contro il territorio israeliano definendola una risposta alle uccisioni di Hassan Nasrallah in Libano e di quella, che risaliva al 31 luglio, del capo di Hamas Ismail Haniyeh nel cuore di Teheran. Israele ha promesso a sua volta una risposta e, in questo contesto, l’Iran ha annunciato la sospensione di alcuni voli a partire fino a lunedì mattina. Intanto gli Usa hanno fatto sapere che il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, sarà al Pentagono il 9 ottobre e incontrerà il segretario Usa alla Difesa Lloyd Austin, “per discutere degli sviluppi della sicurezza in Medioriente”. Per lo stop dei voli l’Iran non ha fornito motivazioni e neanche dettagli. L’agenzia di stampa di Stato iraniana Irna si è limitata a parlare di “restrizioni operative” e ha riferito che sono stati sospesi alcuni voli nella fascia oraria compresa fra le 21 di domenica e le 6 di lunedì mattina ora locale (cioè fra le 19.30 di domenica e le 4.30 di lunedì ora italiana). L’annuncio è aggiunto qualche ora dopo che Gallant aveva minacciato l’Iran alludendo alla distruzione di Gaza e del Libano: “Gli iraniani non hanno scalfito le capacità dell’aeronautica militare” di Israele, “non un solo aereo è stato danneggiato” e “chiunque pensi che un tentativo di attaccarci ci scoraggi dall’agire dovrebbe guardare cosa sta succedendo a Gaza e Beirut“, ha detto il capo della Difesa israeliana durante una visita alla base aerea di Nevatim, che ha subito danni durante l’attacco iraniano del 1° ottobre.
Ripresi i voli in aeroporti Teheran
Gli aeroporti di Teheran hanno poi ripreso a operare i voli. Si tratta degli scali della capitale Mehrabad e Imam Khomeini. In precedenza era stato riferito che l’Iran aveva bloccato alcuni voli nella fascia oraria compresa fra le 21 di domenica e le 6 di lunedì mattina ora locale, cioè fra le 19.30 di domenica e le 4.30 di lunedì ora italiana. La decisione è giunta mentre Israele ha minacciato di colpire l’Iran in risposta all’attacco con missili balistici condotto da Teheran lo scorso 1° ottobre contro il territorio israeliano, che a sua volta era giunto in risposta alle uccisioni di Ismail Haniyeh e Hassan Nasrallah. Domani ricorre l’anniversario del massacro di Hamas del 7 ottobre 2023.
Iran: “Piano di risposta già pronto. Se Israele agisce, il contrattacco iraniano sarà attuato”
Teheran, tramite fonti dell’esercito, ha fatto sapere che ha già pronto il piano di risposta da far scattare in caso di attacco israeliano: “se Israele agisce, il contrattacco iraniano sarà attuato”, ha detto la fonte citata dall’agenzia Tasnim, spiegando che il piano iraniano prevede diversi tipi di attacco e che verrà poi presa una decisione immediata sull’esecuzione di una o più operazioni a seconda di quale sarà la mossa dello Stato ebraico. All’anniversario del 7 ottobre Israele arriva in allerta massima: con le restrizioni introdotte dallo ‘home front command’ dell’Idf per il rischio razzi che hanno limitato i raduni pubblici a massimo 2mila persone, è stata ridotta ai soli familiari delle vittime la partecipazione alla commemorazione non ufficiale organizzata dalle famiglie per il 7 ottobre allo Yarkon Park di Tel Aviv. Mentre per la cerimonia ufficiale, che andrà in onda pre-registrata, ci sono state polemiche sulla scelta di affidarne l’organizzazione alla ministra dei Trasporti, Miri Regev, una scelta criticata da alcuni che l’hanno interpretata come una mossa per evitare l’assunzione di responsabilità sul fallimento della sicurezza il 7 ottobre dell’anno scorso. In un’assunzione di responsabilità, il capo dell’Idf Herzl Halevi ha ammesso che l’anno scorso “abbiamo fallito nella nostra missione di proteggere i cittadini dello Stato di Israele”, ma ha rivendicato che “nell’ultimo anno abbiamo sconfitto il braccio militare di Hamas”, avvertendo tuttavia che si tratta di una “guerra lunga”. A un anno di distanza, Israele sta ancora combattendo contro Hamas a Gaza, ha aperto un altro fronte in Libano contro Hezbollah e ha promesso di colpire l’Iran dopo l’attacco iraniano del 1° ottobre. A Gaza l’Idf ha annunciato una nuova offensiva aerea e di terra a Jabaliya, nel nord della Striscia, dove si trova un campo profughi densamente popolato che risale alla guerra del 1948 che portò alla creazione dello Stato di Israele. Israele ritiene che sia la nuova base di Hamas e ha circondato il campo; secondo fonti palestinesi il bilancio è di 17 morti fra cui 9 bambini. Inoltre sono oltre 30 i raid israeliani che hanno colpito i sobborghi sud di Beirut nella notte fra sabato e domenica, il bombardamento più pesante dal 23 settembre.
Macron a Netanyahu: “Sostegno incrollabile ma è tempo cessate il fuoco”
All’indomani dello scontro fra Emmanuel Macron e Benjamin Netanyahu che si era consumato a distanza dopo che il presidente francese si era detto a favore di uno stop delle consegne a Israele di armi che usa per bombardare Gaza, fra i due c’è stata una telefonata. “Franca”, l’ha definita l’Eliseo, sottolineando che i due hanno “assunto le loro differenze di opinione”. “L’impegno della Francia per la sicurezza di Israele è incrollabile” ma “è arrivato il momento di un cessate il fuoco in Libano e a Gaza”, è il messaggio che Macron ha dato a Netanyahu. Il quale dal canto suo ha affermato che che l’imposizione di restrizioni alla vendita di armi a Israele non farebbe altro che rafforzare l’Iran.
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