Il dipartimento del Tesoro Usa lo ha sottoposto a sanzioni: "Il mio lavoro va avanti, ho fiducia nella magistratura"

Mohammad Hannoun è l’architetto che vive a Genova che il dipartimento del Tesoro Usa ha sottoposto a sanzioni perché ritenuto un finanziatore di Hamas attraverso la Charity Association of Solidarity with the Palestinian People o Associazione Benefica di Solidarietà con il Popolo Palestinese (Abspp). “Le accuse mosse nei miei confronti sono accuse israeliane, mosse nei confronti di una persona che aiuta il popolo palestinese. Noi come associazione abbiamo un intento umanitario, aiutiamo e sosteniamo i bisognosi e i bambini orfani palestinesi, specialmente nella striscia di Gaza che subisce un genocidio ormai da più di un anno”, ha detto a LaPresse. “Non vedo nessuna novità in queste black list, che in realtà partono da Tel Aviv. Mi è successo già diverse volte. Io non ho fatto niente di sbagliato e posso documentare che tutti i nostri soldi sono stati spesi per progetti umanitari in Palestina”.

“Israele va processato per i crimini che sta commettendo”

“Io non c’entro nulla con Hamas, penso che sia un movimento di resistenza che si impegna per la liberazione per la fine dell’occupazione. Potete chiedermi cosa penso di Israele? Che sia uno Stato terrorista che non ha mai smesso di uccidere e sterminare il popolo palestinese. Si parla di più di 18 mila bambini palestinesi uccisi dai missili e dalla bombe israeliane. Sono dati certi. Questo lo confermo: Israele è uno stato terrorista e va processato per i crimini che ha commesso e sta commettendo”, ha aggiunto Hannoun. 

“Mio lavoro va avanti, ho fiducia in magistratura”

“Io sono indagato dal 2003, da più di 20 anni, ma il mio lavoro e quello della mia associazione va avanti. Ho fiducia nella magistratura. Noi siamo fiduciosi. Il popolo italiano sta dando delle risposte umanitarie eccellenti, malgrado la chiusura dei nostri conti correnti postali e bancari. Adesso ho tutti i conti bloccati, stiamo cercando un istituto bancario che ci apre un conto”, ha detto ancora Hannoun. 

Chi è Mohammad Hannoun, il 62enne sanzionato da Usa come finanziatore Hamas

Missioni a Gaza e in Libano, convegni con organizzazioni non governative come Emergency e Amnesty International e incontri con deputati del Pd e del Movimento Cinque Stelle. Ecco chi è Mohammad Hannoun, il 62enne nato a Bodros in Cisgiordania e residente a Genova che il Dipartimento del Tesoro Usa ha inserito nella lista delle sanzioni per gli “importanti sostenitori finanziari internazionali di Hamas”.

Avrebbe creato l’Associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese (ABSPP) con apparenti scopi umanitari ma in realtà avrebbe inviato denaro a organizzazioni controllate da Hamas almeno dal 2018 e sollecitato finanziamenti per Hamas con alti funzionari del gruppo terroristico politico-militare e inviato almeno 4 milioni di dollari “in un periodo di 10 anni”.

Hannoun, più volte assurto alle cronache italiane, si è sempre difeso dalle accuse di finanziare il terrorismo tanto da querelare per diffamazione l’onorevole Ivan Scalfarotto di Italia Viva che il 28 ottobre 2022, in occasione della conferenza ‘Gerusalemme è nostra’ organizzata da da API (Associazione Palestinesi in Italia), Conferenza dei Palestinesi in Europa e Europeans for Jerusalem ad Assago con Hannoun, il senatore Tino Magni (Alleanza Verdi e Sinistra) e l’ex parlamentare Alessandro Di Battista, ha pubblicato un post in cui parlava di “conferenza organizzata da referenti di Hamas in Europa”. Come presidente di API il 62enne sostiene di essere “interprete delle sofferenze patite dal popolo palestinese” a cui presta “assistenza materiale e d’informazione, l’informazione dell’opinione pubblica italiana sulla questione palestinese, l’organizzazione di dibattiti, convegni per esporre il punto di vista dell’Associazione solidale con la popolazione palestinese”. Lo statuto dell’associazione parla di “diffondere gli studi e le ricerche inerenti alla causa palestinese”. Ha partecipato a manifestazioni e iniziative promosse da Emergency, Amnesty International, Un Ponte Per, Associazione Giuristi Democratici e organizzato viaggi di delegazioni di parlamentari nei territori palestinesi occupati o nei campi profughi gestiti dall’Onu.

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