Il ministro della Difesa ha spiegato che l'Italia ha chiesto spiegazioni reali in tempi più rapidi possibili

Le basi dell’Unifil al confine fra Israele e Libano finiscono nel mirino dell’Idf. A farne le spese sono due soldati indonesiani che restano feriti. Ad essere coinvolti sono il quartier generale di Naqoura ma anche le basi UNP 1-31 e 1-32 presidiate da personale italiano. Un avvenimento che scatena l’immediata reazione del governo con il ministro della Difesa, Guido Crosetto, che sente l’omologo Yoav Gallant e convoca urgentemente l’ambasciatore designato di Israele in Italia, Jonathan Peled. A entrambi Crosetto mette in chiaro che quanto accaduto “per me e per il governo italiano non è assolutamente ammissibile”, oltre che “in netto contrasto al Diritto Internazionale e in aperta violazione della Risoluzione 1701 delle Nazioni Unite”. Il titolare della Difesa spiega poi che il fatto non può essere derubricato a “un errore” o “un incidente” ma “potrebbe costituire un crimine di guerra”.

L’Italia, quindi, chiede “spiegazioni reali, nei tempi più rapidi possibili”. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, costantemente informata sull’accaduto, sente il comandante generale della missione italiana in Libano, il Generale Stefano Messina, per esprimere la “forte vicinanza” di tutto l’esecutivo ai circa 1200 militari presenti sul territorio libanese. Le opposizioni, intanto, passano all’attacco. Il presidente del M5S, Giuseppe Conte, chiede al governo di fare “chiarezza” e fermare la “follia” di questa escalation mentre la segretaria del Pd, Elly Schlein, sollecita palazzo Chigi a reagire “con fermezza”. Da Avs, Nicola Fratoianni, domanda infine all’esecutivo di riferire “subito” in Parlamento. Nonostante le critiche da più parti, Israele comunque tira dritto per la strada intrapresa.

L’ambasciatore alle Nazioni Unite, Danny Danon, spiega che il Paese è “concentrato” sulla lotta contro Hezbollah e “raccomanda” alle forze Unifil di “spostarsi di 5 km a nord per evitare pericoli mentre i combattimenti si intensificano e la situazione lungo la ‘Linea Blu’ rimane instabile a causa dell’aggressione di Hezbollah“. Una richiesta rispedita prontamente al mittente dall’Unifil. Anche a Gaza la guerra non si ferma. Secondo la Mezzaluna Rossa palestinese un raid israeliano avrebbe colpito una scuola-rifugio a Deir al-Balah uccidendo 28 persone e ferendone altre 54. Secondo gli Usa nella Striscia a comandare è ancora Yahya Sinwar. Il leader di Hamas infatti sarebbe vivo e nascosto in un tunnel dove, presumibilmente, sarebbe tenuti anche alcuni ostaggi da usare come scudi umani. “Rimane lui il decisore”, la valutazione del responsabile per il Medioriente della Casa Bianca, Brett McGurk. Intanto in serata, dopo il colloquio avvenuto mercoledì fra Joe Biden e Benjamin Netanyahu, si attende il via libera del Gabinetto di guerra israeliano in merito alla risposta militare all’Iran dopo l’attacco missilistico di Teheran della scorsa settimana. L’esercito avrà cosi le mani libere per dare il via quando lo riterrà opportuno a un’operazione che – a dire del ministro della Difesa, Yoav Gallant – sarà “mortale, precisa e soprattutto sorprendente”. 

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