Hamas ha confermato la morte del suo leader Yahya Sinwar. “Uccidere nostri leader non significa la fine del gruppo”, ha precisato il gruppo palestinese, sottolineando che gli ostaggi non torneranno finché Israele non cesserà gli attacchi nella Striscia e non ritirerà le sue truppe dall’enclave assediata . “La sua morte rafforza lo spirito della resistenza”, ha dichiarato su X la missione dell’Iran presso l’Onu, mentre per Hezbollah “si apre una nuova fase della guerra”. “Idf comunica uccisione di due ‘terroristi’ che sarebbero entrati nel Paese dalla Giordania ferendo 2 cittadini israeliani. Nella notte lancio di razzi dal Libano verso il nord di Israele. IN AGGIORNAMENTO
Il comitato esecutivo dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp) “piange il martirio del grande leader nazionale Yahya Sinwar, capo dell’ufficio politico del movimento Hamas”. È quanto si legge in un comunicato, come riporta l’agenzia palestinese Wafa. L’Olp chiede “di andare avanti con il rafforzamento della nostra unità nazionale nel quadro del nostro unico legittimo rappresentante, l’Organizzazione per la liberazione della Palestina, affinché restiamo uniti per contrastare il piano israeliano volto a sfollare il nostro popolo dalla propria terra, sia nella Striscia di Gaza che in Cisgiordania”.
“Io sono fiera di essere stata il primo capo di governo a essere venuto qui in Libano dopo l’inizio dell’escalation, credo che sia un segnale importante. Chiaramente siamo venuti qui soprattutto a ribadire l’impegno italiano per un cessato il fuoco. L’Italia si è fatta promotrice insieme ad altre nazioni di una proposta di cessato il fuoco per 21 giorni, credo che adesso serva uno sforzo da parte israeliana. Credo che anche quello che è accaduto ieri, con la la scomparsa di quello che è il principale responsabile degli attacchi di Hamas dello scorso 7 ottobre possa offrire la finestra per una stagione nuova. Credo che questa finestra debba essere colta da parte israeliana”. Così la premier Giorgia Meloni in un punto stampa a Beirut. “Credo che noi possiamo aiutare anche intensificando i nostri sforzi diplomatici per il ritorno degli ostaggi israeliani che sono ancora trattenuti da Hamas”, ha aggiunto la premier.
L’esercito israeliano ha comunicato di aver autorizzato l’ingresso di 30 camion di aiuti umanitari nel nord della Striscia di Gaza, l’ultima consegna di questa settimana in una fase in cui Tel Aviv affronta le pressioni americane sul fronte dell’assistenza nell’enclave palestinese. L’ente militare israeliano responsabile degli aiuti umanitari, il Cogat, ha dichiarato che i camion trasportavano cibo, acqua, forniture mediche e attrezzature per rifugi. Le Nazioni Unite non hanno confermato l’arrivo e la distribuzione degli aiuti nel nord della Striscia.
Il capo di stato maggiore delle Idf, Herzi Halevi, ha dichiarato che le forze israeliane hanno ucciso circa 1.500 militanti di Hezbollah da quando Israele ha intensificato i suoi attacchi contro il gruppo sciita libanese. “Siamo molto determinati a colpire Hezbollah il più duramente possibile”, ha affermato Halevi durante una visita alle truppe nel Libano meridionale. “Abbiamo eliminato l’intero livello di comando e stiamo eliminando la struttura di comando locale”. Lo riporta il Times of Israel.
Il presidente russo Vladimir Putin ha detto di aver invitato il presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Mahmoud Abbas, al vertice dei Brics, che si terrà la prossima settimana a Kazan. “Ci sarà l’opportunità di ascoltare le sue valutazioni” sulla situazione in Medi Oriente, ha detto Putin. Lo riporta Interfax. Secondo il presidente russo Mosca “è sempre partita dal fatto che la decisione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla creazione di due Stati, Israele e Palestina, deve essere attuata”. “Questa è la radice di tutti i problemi”, ha concluso.
È di 42.500 persone uccise il bilancio delle vittime a Gaza dallo scorso 7 ottobre. Lo rende noto il ministero della Salute della Striscia controllato da Hamas. A questi si aggiungono circa 100mila feriti (99.546). Nelle ultime 24 ore le vittime sono state 62 e i feriti 300.
Hamas ha elogiato l’incursione di due militanti giordani in Israele, ma non ne ha rivendicato la responsabilità, definendola un “importante sviluppo” nella guerra a Gaza e una “risposta naturale” ai “brutali crimini dell’occupazione contro il nostro popolo palestinese”
L’alto funzionario di Hamas Khalil Hayya, che ha confermato in un discorso tv la morte del leader del gruppo palestinese Yahya Sinwar, ha aggiunto che la sua uccisione non farà altro che rafforzare il gruppo e ha giurato che “gli occupanti” si pentiranno presto di averlo ucciso. Lo riporta il Times of Israel.
Hamas ha confermato la morte del suo leader Yahya Sinwar, ucciso dall’esercito israeliano nella Striscia di Gaza. Lo ha detto Khalil Hayya, alto funzionario di Hamas a Gaza, in un discorso televisivo in cui ha sottolineato che il gruppo palestinese onora “la memoria del martire caduto, Yahya Sinwar”. Descrivendolo come “risoluto, coraggioso e intrepido”, Hayya ha aggiunto che Sinwar “ha sacrificato la sua vita per la causa della nostra liberazione. Lo riporta Al Jazeera.
L’esercito israeliano (Idf) invierà un’altra brigata nel nord di Israele, cioè al confine con il Libano. Lo ha riferito l’Idf, precisando che questo “consentirà di continuare lo sforzo di combattimento contro l’organizzazione terroristica Hezbollah e di raggiungere gli obiettivi della guerra, tra cui il ritorno dei residenti del nord in sicurezza alle loro case”.
“Oggi tutti i Paesi hanno ribadito che stanno raggiungendo 2 % del Pil di spese per la difesa e la maggior parte dei Paesi ha detto che non basta il 2%. Alcuni parlano del 2,5, la Polonia ha parlato del suo investimento che è il 4,5 %, altri paesi sono al 3 e 3,5, per cui il 2% è dato come acquisito da tutte le nazioni e siamo rimaste tra i pochi nella Nato a non averlo ancora raggiunto”. Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, a margine della ministeriale Difesa della Nato a Bruxelles. “Per cui questo è un tema sia politico, perché noi siamo uno Stato membro che si è impegnato all’interno della Nato a raggiungerlo. Ma anche un problema di difesa italiana, in un periodo di questo tipo l’investimento per la difesa non lo fa soltanto perché è parte un organismo internazionale che è la Nato ma perché la difesa e la deterrenza sono quanto mai necessarie per garantire un futuro democratico anche alla nostra nazione”, ha spiegato.
“A legislazione vigente la spesa nei prossimi anni va decrescendo, adesso stiamo discutendo la finanziaria e a seconda delle risorse che ci saranno per il 2025 per gli anni successivi vedremo se questa questa curva invece cambierà”, ha precisato Crosetto. “La dico in modo molto duro: se l’Unione Europea non si rende conto che le regole burocratiche non possono impedire alle nazioni di difendersi, vuol dire che fa una scelta politica, ovvero ritiene il rispetto di regole burocratiche date in tempi di pace più rilevante della difesa nazionale”, ha rimarcato Crosetto.
La morte del leader di Hamas, Yahya Sinwar, è una “possibilità per aprire un percorso per discutere la pace”. Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, in conferenza congiunta con il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, a Berlino.
Una dichiarazione rilasciata oggi da uno dei leader politici di Hamas all’estero è parsa tacitamente, ma non esplicitamente, confermare la morte del leader del gruppo Yahya Sinwar a Gaza. Israele si sbaglia se “crede che uccidere i nostri leader significhi la fine del nostro movimento e della lotta del popolo palestinese”, ha detto Bassem Naim, membro dell’ufficio politico di Hamas, aggiungendo che anche in passato i leader dell’organizzazione sono stati uccisi ma che “Hamas è diventato ogni volta più forte e più popolare e questi leader sono diventati un’icona per le generazioni future per continuare il viaggio verso una Palestina libera”. È “doloroso e angosciante perdere persone amate, soprattutto leader straordinari”, ma Hamas è sicuro che “alla fine” risulterà “vittorioso”. Alla domanda se la dichiarazione fosse una conferma della morte di Sinwar, Naim ha risposto di no.
Due israeliani hanno riportato ferite “da lievi a moderate” nello scontro fra i soldati dell’Idf e due terroristi che si sono infiltrati dalla Giordania mimetizzandosi con uniformi militari. Lo riporta Ynet.
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è arrivata alla Residenza reale di Aqaba del Re di Giordania Abdullah II, dove incontrerà il Re come prima tappa della visita in Medio Oriente. La premier, secondo quanto si apprende, avrà un incontro tête-à-tête con il Re, al quale seguirà una colazione di lavoro. Al termine della visita, Meloni partirà alla volta del Libano per l’appuntamento successivo della missione mediorientale: a Beirut sono in agenda gli incontri col primo ministro Najib Mikati e il presidente dell’Assemblea nazionale del Libano, Nabih Berri.
“La catastrofe umanitaria e le conseguenze per la popolazione civile nella Striscia di Gaza e in Libano sono la più grande preoccupazione per Mosca nel contesto della situazione in medioriente. Lo ha affermato il portavoce della presidenza russa Dmitry Peskov commentando la morte di Yahya Sinwar. Peskov ha aggiunto che Israele “sta portando avanti le sue azioni”.
L’esercito italiano (Idf) ha riferito di avere eliminato poco fa 2 terroristi che si erano infiltrati in Israele dalla Giordania nella zona del Mar Morto, mimetizzandosi con uniformi militari. Lo riporta il Times of Israel. L’Idf ha riferito che i 2 sono stati uccisi dopo aver aperto il fuoco contro soldati israeliani e ha aggiunto che sta cercando un terzo assalitore che si ritiene sia fuggito. Due israeliani hanno riportato ferite “da lievi a moderate” nello scontro fra i soldati dell’Idf e due terroristi.
“Ancora una volta informazioni non verificate vengono usate per screditare l’Unrwa e il suo personale. Sui social network e sulla stampa israeliana è circolata la notizia che un membro dello staff dell’Unrwa era stato ucciso insieme al capo di Hamas (Yahya Sinwar ndr.) a Gaza. Confermo che il membro del personale in questione è vivo. Attualmente vive in Egitto, dove si è recato con la sua famiglia ad aprile attraverso il confine di Rafah”. Lo scrive su X il capo dell’Unrwa, Philippe Lazzarini. “È ora di porre fine alle campagne di disinformazione”, ha aggiunto Lazzarini. Secondo quanto riferisce su X una giornalista dell’emittente Kan, Nurit Yohanan, il passaporto è stato trovato sul corpo di Sinwar, e non su una bodyguard come era inizialmente circolato online.
La polizia israeliana e lo Shin Bet riferiscono che un residente di Gerusalemme Est è stato arrestato dopo che è stato scoperto che stava pianificando un attacco terroristico contro familiari degli ostaggi. Secondo polizia e Shin Bet, il sospettato, un 22enne di Sheikh Jarrah, stava pianificando di attaccare i civili durante uno dei raduni settimanali di Tel Aviv a sostegno degli ostaggi, come atto di vendetta per la guerra in corso tra Israele e Hamas a Gaza, e aveva tentato di entrare in contatto con agenti di Hamas in Cisgiordania e con il gruppo terroristico delle Brigate Jenin per aiutarlo a pianificare l’attacco e ottenere le armi. L’indagine sul sospettato è stata avviata il mese scorso dallo Shin Bet e dalla divisione di Gerusalemme della polizia di Israele e l’incriminazione è prevista per oggi, riporta il Times of Israel.
Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, convocherà una riunione speciale sulla sicurezza da tenersi oggi con la partecipazione di ministri del governo e funzionari della sicurezza presso il quartier generale militare di Kirya a Tel Aviv, a seguito della morte del leader di Hamas Yahya Sinwar. Lo riporta il Times of Israel, citando media in lingua ebraica, precisando che l’incontro si concentrerà sulla possibilità di compiere progressi nei negoziati per l’accordo sugli ostaggi alla luce della morte di Sinwar, aggiungono i media ebraici
Il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha avuto colloqui telefonici con il premier e ministro degli Esteri del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, e con il ministro degli Esteri dell’Arabia Saudita, il principe Faisal bin Farhan Al Saud, alla luce della morte di Yahya Sinwar. Per quanto riguarda il colloquio fra Blinken e il premier qatariota, il portavoce del dipartimento di Stato Matthew Miller riferisce che hanno parlato della morte di Yahya Sinwar e della “necessità di raddoppiare gli sforzi per porre fine al conflitto e garantire il rilascio degli ostaggi”, evidenziando che il segretario di Stato ha sottolineato “la necessità di tracciare un percorso che permetta alla popolazione di Gaza di ricostruire la propria vita e realizzare le proprie aspirazioni liberi dalla guerra e dalla morsa di Hamas”. Blinken ha inoltre ringraziato Al-Thani “per il ruolo cruciale del Qatar negli sforzi di mediazione e nel lavoro per una pace duratura nella regione”
È di 45 morti e 179 feriti in Libano il bilancio degli attacchi delle ultime 24 ore. È quanto riferisce il ministero della Sanità libanese, precisando che questo porta a 2.412 morti e 11.267 feriti il bilancio complessivo delle vittime dallo scoppio dei combattimenti fra Israele e Hezbollah oltre un anno fa.
Circa 15 razzi sono stati lanciati dal Libano verso il nord di Israele poco fa, afferma l’Idf dopo che le sirene anti missile sono state attivate ad Acri e nelle comunità circostanti. Alcuni dei razzi sono stati intercettati, viene spiegato, mentre alcuni sono caduti all’interno di Israele. Non ci sono segnalazioni di feriti o danni. L’Idf aggiunge che l’aeronautica militare israeliana ha intercettato un veicolo aereo senza pilota al largo della costa durante la notte. Lo riporta il Times of Israel.
Il capo del Comando Centrale degli Stati Uniti (Centcom), il generale Michael Kurilla, si congratula con Israele per l’uccisione del leader di Hamas Yahya Sinwar e avverte che “coloro che scelgono la strada del terrorismo dovrebbero aspettarsi la stessa sorte di Sinwar”. Richiamando l’attenzione sugli ostaggi ancora prigionieri a Gaza, tra cui sette cittadini statunitensi, Kurilla afferma che il “supporto del Centcom alle Forze di difesa israeliane rimane ferreo”. “Il nostro impegno nel contrastare i terroristi in tutto il Medio Oriente, con alleati e partner, continua a essere una priorità assoluta”, aggiunge.
“Ho sollecitato e continuo a chiedere un cessate il fuoco immediato così come stanno facendo l’intero governo libanese e la comunità internazionale. Il Libano porterà presto questa richiesta anche al Consiglio di Sicurezza dell’Onu per attuare la risoluzione 1701 in pieno. Ma tutti gli appelli e gli sforzi che facciamo si scontrano con il rifiuto israeliano di fermare l’aggressione contro il Libano. Israele continua con i massacri, che non risparmiano i civili, le strutture sanitarie, i paramedici, la missione internazionale Unifil e l’esercito libanese. Il loro obiettivo è colpire le fondamenta della risoluzione 1701 e rivela la loro reale intenzione di cancellare questa risoluzione per perseguire una guerra più ampia”. A dirlo, in un’intervista a Repubblica, è Nabih Berri, 86 anni, dal 1990 presidente del Parlamento di Beirut, che oggi incontrerà la premier, Giorgia Meloni. “Il Libano – spiega – ha approvato l’ ‘appello’ franco-americano al cessate il fuoco, che ha ottenuto anche il sostegno arabo e internazionale. I promotori di questa iniziativa assicurano che l’appello è ancora valido e tutte le componenti politiche del Libano lo sostengono, anche Hezbollah. Ma la proposta ‘franco-americana’ è stata manipolata e respinta dal primo ministro israeliano”. Berri ricorda però che “dal 2006, quando è stata approvata la risoluzione 1701, il Libano – che si basa sui documenti e i registri delle Nazioni Unite, delle forze Internazionali di emergenza (Unifil,ndr), di cui l’Italia è parte essenziale, ha registrato più di 33mila violazioni da parte israeliana per via aerea, terrestre e marittima. L’attuazione della risoluzione 1701 non è difficile come molti credono, se Israele accetta le condizioni e si ritira da tutto il territorio libanese. In cambio, il Libano si impegna a realizzare tutte le condizioni richieste, tra cui l’invio di 15mila soldati dell’esercito libanese da schierare insieme alle forze dell’Unifil nella parte meridionale della regione del Litani fino all’ultimo punto di confine nazionale libanese, come unica forza legalmente riconosciuta presente nell’area”.
Hezbollah avvierà una nuova fase della sua guerra contro Israele. In una dichiarazione ripresa dai media israeliani, l’organizzazione ha annunciato “il passaggio verso una nuova e crescente fase nel confronto con il nemico israeliano”, aggiungendo che sono utilizzati, per la prima volta, missili a guida di precisione.
L’uccisione del leader di Hamas Yahya Sinwar rappresenta “l’inizio della fine” della guerra a Gaza. Così il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in una dichiarazione sui social. “Per la gente di Gaza, ho un messaggio semplice”, ha continuato. “Questa guerra può finire domani. Può finire se Hamas depone le armi e restituisce i nostri ostaggi. Israele garantirà la sicurezza di tutti coloro che restituiranno i nostri ostaggi”. “Se qualcuno farà loro del male – ha aggiunto – Israele gli darà la caccia e lo consegnerà alla giustizia”.
“Lo spirito di resistenza sarà rafforzato” dopo la morte del leader di Hamas Yahya Sinwar. Lo dichiara su X la missione dell’Iran presso le Nazioni Unite.
“Ci saranno cambiamenti importanti dentro Hamas: la morte di Sinwar è stata preceduta da quella dei suoi numero due e tre, Mohammed Deif e Marwan Issa. Quindi le posizioni apicali a Gaza sono vuote. Non è una cosa da poco: Sinwar non era solo un capo simbolico, ma anche operativo. A lui facevano capo le scelte militari e sui negoziati”. A dirlo, in un’intervista a Repubblica, è Michael Milshtein, a lungo capo del dipartimento Affari palestinesi dell’intelligence militare israeliana, oggi responsabile degli Studi palestinesi al Moshe Dayan Center dell’università di Tel Aviv.
Sui candidati alla successione di Sinwar spiega: “Il primo è suo fratello Mohammad, ma lui ha un profilo prettamente militare. Per quanto riguarda la politica, mi aspetto che siano leader in esilio come Khaled Meshaal e Khalil al-Hayya a prendere il controllo e a decidere sul negoziato: e questo sarà un cambiamento importante. Credo che con loro Hamas avrà una posizione più flessibile: perché sono sotto l’influenza del Qatar, vivendo lì, e perché sono caratterialmente meno testardi di Sinwar. Per Israele potrebbe essere un’opportunità”.Ma Israele sarà pronto a coglierla? “Me lo auguro. Le famiglie degli ostaggi lo stanno chiedendo a gran voce. Israele ha incassato un successo: deve scegliere se fermarsi o continuare a combattere. Mi preoccupa il fatto che il governo resta ostaggio di figure di estrema destra come i ministri Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich, che rifiutano ogni prospettiva di dialogo. Siamo di fronte a un bivio, dobbiamo augurarci di prendere la strada giusta”.