Si contano almeno 87 tra morti e dispersi sotto le macerie

Scene orripilanti“. Sono quelle che arrivano dal nord della Striscia di Gaza, come le ha definite Tor Wennesland, coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il processo di pace in Medio Oriente. “L’incubo a Gaza si sta intensificando”, ha affermato, accusando gli incessanti attacchi israeliani. Nell’area settentrionale dell’enclave assediata, in particolare a Beit Lahiya, le bombe hanno preso di mira un complesso residenziale. Si contano almeno 87 tra morti e dispersi sotto le macerie, tra cui una coppia e i loro quattro figli. Mounir al-Bursh, direttore generale del ministero della Sanità palestinese, ha riferito in un post su X che l’ondata di feriti causata dai raid ha aggravato “una situazione già catastrofica per il sistema sanitario”. “Nessun luogo è sicuro a Gaza”, ha concluso Wennesland, chiedendo l’immediato cessate il fuoco.

Gallant: “Hezbollah sta crollando”

Ma i raid tra le parti sono continuati anche sull’altro fronte del conflitto, quello libanese. L’esercito israeliano ha riferito di 170 razzi provenienti dal Paese dei cedri e diretti contro il nord dello Stato ebraico. Si tratta della risposta ai raid dell’Idf nella notte tra sabato e domenica, in cui sono stati presi di mira oltre 50 città e villaggi nel sud del Libano e la capitale Beirut, dove l’Idf ha rivendicato la distruzione di un centro di comando dell’intelligence e un deposito di armi di Hezbollah. Uccisi dalle truppe israeliane anche tre comandanti del partito sciita libanese e tre soldati dell’esercito regolare del Libano. Mentre i media emiratini suggeriscono che il numero 2 di Hezbollah, Naim Qassem, sia fuggito a Teheran, il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha assicurato: “Tutta questa grande formazione che chiamano Hezbollah sta crollando. I prigionieri ci raccontano cosa sta succedendo, che sono terrorizzati perché sanno di non avere ciò che serve per affrontare ciò che sta accadendo”. Parlando alle truppe, Gallant ha aggiunto: “Stiamo passando da una situazione di sconfitta del nemico villaggio per villaggio, alla distruzione“.

Iran: “Già identificati tutti i possibili obbiettivi da colpire in Israele”

Intanto è giallo sui documenti americani top secret che contenevano i piani di Israele per la sua rappresaglia contro l’Iran e che sono stati pubblicati da un canale Telegram filo-Teheran. Washington ha aperto un’indagine sull’accaduto, definito dal presidente della Camera Mike Johnson come “preoccupante”. L’autenticità delle carte è stata confermata alla Cnn ed è ora da capire come siano state trafugate informazioni che erano consultabili solo all’interno dei ‘Five Eyes’, ovvero Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Nuova Zelanda e Australia. La fuga di notizie non fermerà però Israele dal lanciare la propria annunciata vendetta contro l’Iran, tema su cui il primo ministro Benjamin Netanyahu ha voluto convocare il gabinetto della sicurezza nazionale. Dal canto suo, Teheran, dopo aver ribadito di non avere niente a che fare con il drone che ha colpito ieri la casa del premier israeliano a Cesarea, ha minacciato che risponderà a ogni azione israeliana contro l’Iran: “Abbiamo già identificato tutti i possibili obiettivi da colpire in Israele“, ha detto il ministro degli Esteri Abbas Araqchi.

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