Biden: "Colpiti solo obiettivi militari spero sia finita". Hezbollah: "Attacco è pericolosa escalation"
L’atteso e promesso attacco di rappresaglia di Israele nei confronti dell’Iran è arrivato. Nella notte fra venerdì e sabato lo Stato ebraico ha bombardato la Repubblica islamica con una serie di attacchi aerei in risposta alla raffica di missili balistici lanciata dall’Iran lo scorso 1° ottobre. Le forze armate hanno preso di mira siti militari nelle province di Ilam, Khuzestan e Teheran, nella fattispecie “impianti di fabbricazione di armi utilizzati per produrre i missili”. Risparmiati invece gli impianti nucleari e le installazioni petrolifere, che inizialmente erano stati considerati come possibili obiettivi.Il portavoce delle forze armate israeliane, il contrammiraglio Daniel Hagari, ha parlato di un’operazione “ampia, mirata e precisa” e ha invitato l’Iran a non “commettere l’errore” di iniziare una nuova escalation, “altrimenti saremo obbligati a rispondere”. Lo stesso concetto è stato espresso dagli Stati Uniti, che Israele ha avvertito prima di dare il via al raid. La Casa Bianca ha fatto sapere che, secondo l’amministrazione Biden, l’operazione israeliana dovrebbe “chiudere” lo scambio militare diretto tra Israele e Iran.
Washington ha sottolineato che gli Stati Uniti non hanno avuto alcun coinvolgimento nell’attacco. “Sembra che abbiano colpito solo obiettivi militari”, “spero che sia finita”, ha poi affermato Joe Biden, dopo una telefonata avuta con i funzionari delle agenzie di intelligence Usa.Teheran ha minimizzato l’accaduto parlando di “danni limitati” e ha confermato la morte di 4 soldati. La tv di Stato per ore non ha offerto altri dettagli e ha persino iniziato a mostrare quello che descriveva come un filmato in diretta di uomini che caricavano camion in un mercato ortofrutticolo di Teheran. Nella notte l’Iran ha chiuso lo spazio aereo e lo ha riaperto poi nelle prime ore della mattinata.
Dal punto di vista politico il vicepresidente, Mohammad Reza Aref, ha dichiarato che il Paese “umilierà” i nemici. E il ministro degli Esteri Abbas Araghchi ha affermato che la determinazione dell’Iran a difendere i suoi interessi “non ha limiti”. Secondo i media arabi però, l’Iran avrebbe informato Israele tramite “un intermediario straniero” che non risponderà all’ondata di attacchi avvenuta nella notte sul suo territorio e, a quanto riporta il Washington Post, il governo Netanyahu avrebbe progettato il suo attacco sull’Iran in modo da “contenere” il numero delle vittime a un livello tale da consentire a Teheran di “negare grandi danni” ed evitare un’ulteriore escalation.
Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha lanciato un “appello a tutte le parti affinché cessino tutte le azioni militari, anche a Gaza e in Libano, si impegnino al massimo per evitare una guerra regionale totale e tornino sulla via della diplomazia”, sottolineando che “tutti gli atti di escalation sono condannabili e devono cessare”. L’Ue ha chiesto “massima moderazione per evitare un’escalation incontrollabile”, sottolineando che questa “non è nell’interesse di nessuno”. Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha affermato che “non ci sono problemi” per gli italiani che si trovano a Teheran. “Il rischio escalation c’è sempre però si può scongiurare con il lavoro della diplomazia e l’impegno di tutti quanti”, ha aggiunto, spiegando che l’Italia “opera per questo obiettivo con grande determinazione”. Tanto Hamas, quanto Hezbollah hanno condannato l’attacco israeliano. Un duro commento è arrivato dalla Turchia: “Israele, che sta commettendo un genocidio a Gaza e uccide civili tutti i giorni in Cisgiordania e Libano ora ha portato la regione sull’orlo di una guerra ben più grande – ha affermato il ministero degli Esteri di Ankara – è un dovere storico porre fine a questo terrore”. Dalla Russia infine è giunto un appello a “tutte le parti coinvolte” a “mostrare moderazione” e “fermare la violenza” per impedire che gli eventi “si sviluppino secondo uno scenario catastrofico”
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