Quanto accaduto stanotte con l’attacco di Israele all’Iran è solo l’ultima tappa del botta e risposta che Teheran e lo Stato ebraico stanno portando avanti dallo scorso 7 ottobre. Una guerra iniziata per procura tramite i ‘proxy’ dell’Iran, a partire dagli Hezbollah libanesi e gli Houthi dello Yemen al fianco di Hamas, e poi proseguita con attacchi diretti sempre sull’orlo dell’escalation. Fino all’attacco israeliano di questa notte nei confronti di Teheran, che ha preso di mira alcune basi militari, ma senza colpire installazioni nucleari. Solo l’ultimo in ordine di tempo. Questa la cronologia dei principali eventi.
Il consolato iraniano a Damasco, capitale della Siria, viene colpito in un raid israeliano. I morti, secondo le autorità iraniane, sono sedici. Fra loro anche diversi membri dei pasdaran, tra cui il generale Mohammad Reza Zahed, comandante delle forze Quds, e il suo vice. Teheran promette vendetta
Nella notte per la prima volta l’Iran lancia un attacco diretto contro lo Stato di Israele, in risposta al bombardamento del consolato iraniano a Damasco. Vengono utilizzati missili balistici, da crociera e oltre 300 droni. Il sistema di difesa israeliano Iron Dome, coadiuvato dai Paesi alleati e anche dalla Giordania, respinge la minaccia. Nessun cittadino rimane ferito e non si registrano danni gravi sul territorio israeliano.
Israele compie la sua ritorsione nei confronti dell’Iran attaccando una base aerea militare nei pressi della città di Isfahan, a circa 400 chilometri da Teheran. L’Iran minimizza l’accaduto parlando di ‘attacco fallito’. Il leader dell’estrema destra israeliana Itamar Ben-Gvir parla di attacco ‘debole’ scatenando le reazioni dell’opposizione.
Ismail Haniyeh, capo politico di Hamas, viene ucciso insieme alla sua guardia del corpo a Teheran in quello che, pur non essendo mai stato rivendicato, è considerato da tutti gli osservatori internazionali un raid israeliano. Haniyeh si trovava in una struttura gestita da militari iraniani dopo aver partecipato alla cerimonia di insediamento del nuovo presidente iraniano, Masoud Pezeshkian. Teheran giura vendetta.
Per la seconda volta dal 7 ottobre 2023 l’Iran lancia un attacco diretto nei confronti di Israele, in risposta alle uccisioni di Ismail Haniyeh e Hassan Nasrallah. Vengono utilizzati circa 200 missili balistici. L’Iron Dome, il sistema di difesa israeliano, coadiuvato dalle forze alleate, respinge l’attacco. L’unica vittima è un cittadino palestinese nella città di Gerico, colpito dai detriti di un missile caduto. Israele annuncia una reazione e Teheran minaccia: ‘Se lo farete, vi ridurremo in cenere’.
Nella notte fra il 25 e il 26 ottobre Israele scatena la sua rappresaglia nei confronti di Teheran attaccando alcune basi militari, ma senza colpire installazioni nucleari. Teheran conferma il raid e la morte di due suoi militari, ma minimizza parlando di ‘danni limitati’ e minaccia lo Stato ebraico: “Vi umilieremo”. Israele e gli Usa avvertono l’Iran di non andare oltre. Secondo i media arabi la Repubblica islamica non risponderà.