Teheran: "Le conseguenze dell'attacco dello Stato ebraico saranno amare e inimmaginabili"
Non si abbassa la tensione tra Israele e Iran. Teheran avverte Tel Aviv dopo il raid lanciato all’alba del 26 ottobre contro obiettivi militari. “Le conseguenze saranno amare e inimmaginabili”, ha detto il comandante delle Guardie rivoluzionarie iraniane, il maggior generale Hossein Salami, in un messaggio in cui ha espresso le sue condoglianze alle famiglie dei quattro soldati uccisi nell’offensiva. Lo riporta l’agenzia di stampa iraniana Tasnim. Salami ha definito l’attacco “malvagio e aggressivo”, nonché “illegittimo e illegale”, e ha affermato che ha rivelato “l’errore di calcolo del regime sionista e la sua frustrazione sul campo di battaglia nella guerra contro i combattenti del grande fronte della resistenza islamica, specialmente a Gaza e in Libano”.
Iran: “Useremo ogni strumento per rispondere a Israele”
“Useremo tutti gli strumenti disponibili per rispondere in modo deciso ed efficace all’aggressione” di Israele e, “di norma, il tipo di risposta viene dato in base al tipo di attacco”. È quanto ha detto il portavoce del ministero degli Esteri dell’Iran, Esmaeil Baghaei.
Superati 43mila morti a Gaza dall’inizio della guerra
Intanto nella Striscia di Gaza sono saliti a oltre 43mila i morti dall’inizio della guerra. Lo riferisce il ministero della Sanità di Gaza, secondo cui più della metà delle vittime sono donne e bambini. Precisamente, secondo i dati del ministero, almeno 43.020 persone sono state uccise e 101.110 ferite dall’inizio della guerra il 7 ottobre del 2023. Il bilancio include 96 morti che sono stati registrati negli ultimi 2 giorni.
Israele valuta proposta Egitto. Fonte: Netanyahu entusiasta
Potrebbero esserci, però, progressi sulle trattative per un cessate il fuoco nella Striscia e per il rilascio degli ostaggi israeliani. Lo Stato ebraico sta discutendo della proposta di cessate il fuoco presentata dall’Egitto, che prevede il rilascio di 4 ostaggi in cambio di una sospensione di 2 giorni dei combattimenti a Gaza. Lo ha dichiarato un funzionario israeliano, precisando che le discussioni sono sia interne che con funzionari egiziani. “Stiamo esaminando ogni possibile opzione per portare avanti un accordo”, ha detto la fonte. Secondo un altro funzionario, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha espresso entusiasmo per questo eventuale accordo durante una riunione con il suo partito, il Likud. Il funzionario, che ha partecipato all’incontro, ha affermato che Netanyahu ha detto ai parlamentari che avrebbe accettato immediatamente la proposta egiziana. Ha citato Netanyahu, che avrebbe detto: “Sono pronto, anche adesso“. Entrambi i funzionari hanno parlato a condizione di anonimato perché non autorizzati a discutere con i media le deliberazioni interne sulla proposta.
Hamas pronto ad accettare proposta Egitto su tregua
Poco dopo, fonti di Hamas hanno detto al canale di notizie saudita Al-Sharq che l’organizzazione è pronta ad accettare la proposta egiziana. Lo riporta Haaretz. Tuttavia la fonte ha precisato che Hamas mira a raggiungere un accordo coerente con la proposta del presidente americano Joe Biden e con il completo ritiro di Israele dalla Striscia di Gaza.
Netanyahu: “Rientro ostaggi è componente centrale del piano di vittoria”
Intervenendo alla posa della prima pietra del monumento commemorativo della Knesset in memoria delle vittime del 7 ottobre e dei soldati caduti nel conflitto che ne è scaturito, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che il rientro degli ostaggi è “al centro” del piano della vittoria nella lotta contro Hamas. “Non rinunciamo alla missione della vittoria, e una componente centrale è il recupero di tutti i nostri ostaggi”, ha detto, “tutti loro, i vivi e i morti, per riportarli a casa in Israele”. Lo riporta il Times of Israel.
Crosetto: “Da Israele rassicurazioni su salvaguardia Unifil”
In Israele c’era anche il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, che ha incontrato il suo omologo israeliano Yoav Gallant, da cui ha ricevuto rassicurazioni sulla salvaguardia dei soldati dell’Unifil in Libano. “Oggi ho avuto un importante incontro con il mio collega della Difesa, Gallant, che segue l’incontro che c’è stato nelle settimane scorse, prima del presidente Meloni e poi del ministro Tajani. L’Italia sta cercando di svolgere un ruolo in Medioriente per cercare di arrivare velocemente alla pacificazione sia a Gaza che in Libano, e abbiamo affrontato i due temi oggi”, ha detto il ministro dopo il suo incontro a Gerusalemme. “Siamo partiti dal Libano, dove ho avuto ancora una volta la garanzia che le forze armate israeliane in qualunque modo cercheranno di salvaguardare il contingente Unifil. Ma anche la loro intenzione di andarsene via non appena sarà possibile garantire che da quella zona del Libano non arrivino più attacchi sul suolo di Israele. Nell’ultimo anno sono stati oltre 10mila i lanci di razzi da parte di Hezbollah”.
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